Anticamente conosciuta con il nome di Bagnorea, per la presenza di acque termali dalle proprietà particolarmente terapeutiche, Bagnoregio è la parte nuova della ben più famosa Civita di Bagnoregio.
Il 10 giugno 1695 un terremoto colpisce Civita, che fino ad allora era la Bagnorea propriamente detta, separandola, con la formazione di uno spettacolare dirupo, dalle altre due contrade di Mercato (oggi Mercatello, allora sede comunale) e Rota: quest’ultima conoscerà una forte immigrazione civitonica divenendo la nuova Bagnorea, ossia l’attuale Bagnoregio.
Nel 1922 un regio decreto muta il nome dal dialettale Bagnorea al più antico Bagnoregio.
Non poteva mancare una chiesa francescana nella cittadina che ha dato i natali al dottore della chiesa e ministro generale dell’ordine san Bonaventura. Quando sia stato fondato non è possibile saperlo con precisione. Secondo alcune ricostruzione dovrebbe risalire al XIII secolo. L’attuale sistemazione risale al XVIII sec., e fu successiva alla rovina del Convento di San Francesco al Belvedere causata dal terremoto del 1764. Nel convento vecchio, si narra che proprio le preghiere di San Francesco risanarono San Bonaventura bambino, che soffriva di infermità. E che grazie a un miracolo di San Bonaventura una facoltosa donna di Alviano fece una donazione che servì per realizzare la facciata con la porta della chiesa.
Conosciuto anche come “la Piramide”, il sacrario garibaldino si trova presso il Parco della Rimembranza, all’incrocio tra la Strada Provinciale Bagnorese e via Divino Amore.
Custodisce le spoglie dei volontari garibaldini caduti che in questo luogo nei giorni tra il 3 e il 5 ottobre del 1867, affrontarono in una cruenta battaglia le truppe pontificie.
Secondo gli storici tra i 500 garibaldini combattenti ci furono 13 morti, 33 feriti gravi, 37 feriti leggeri e 115 prigionieri. I superstiti riuscirono a porsi in salvo oltre i confini dello Stato Pontificio, e dopo la parziale riunificazione d’Italia e l’agognata libertà, vollero che in ricordo venisse eretta una piramide – ossario a ricordo della battaglia.
Il 6 ottobre 1878 fu posta la prima pietra e il 18 ottobre 1891 fu inaugurata.
Nel Parco della Rimembranza vi sono pini e cedri del libano piantati dai reduci della prima guerra mondiale: ad ogni pianta essi hanno assegnato il nome di un compaesano caduto. La lapide è murata su una delle facce e riporta i nomi dei tredici caduti. Di fronte al sacrario il 7 novembre 2010 è stata posta una lapide dedicata ai caduti di tutte le guerre.
La porta fu realizzata su proposta del Cardinale Giovanni Girolamo Albani Governatore perpetuo di Bagnoregio ed inaugurata nel 1589. Originariamente si trovava una decina di metri più ad est (cioè dove si trova la sede stradale attuale) e si trovava al termine di un ponte che attraversava il profondo fosso delle Renare, che nel 1906 fu condottato e riempito per creare l’attuale Largo Trento e Trieste.
Proprio nel 1906 l’ing. Torquato Cristofori suggerì di spostare di 10 metri circa verso occidente la porta affiancandola a nuove mura merlatenelle quali dovevano aprirsi due fornici laterali di 2metri di larghezza, allo scopo dare più ampiezza al retrostante Largo di Porta Albana e al tempo stesso un più comodo accesso ed una migliore estetica al monumentale ingresso. Di tale progetto venne lasciata memoria in una epigrafe marmorea apposta nella parte posteriore della Porta. Nel 1922, con il rapido incremento dei veicoli motorizzati, su progetto dell’Ing. Incelli vennero fatte demolire le mura merlate che la affiancavano.
Questa piccolissima chiesa si erge accanto a Porta Albana, all’inizio del paese. Nel sito dell’attuale chiesa sorgeva anticamente un’altra chiesa, dedicata a sant’Angelo. Questa venne acquisita il 13 marzo 1632 dalla Compagnia di San Bonaventura, che iniziò ad officiare la chiesa con il titolo di san Bonaventura da Bagnoregio. Nel XIX secolo si pensò di ricostruire la chiesa, ormai cadente, e il 27 ottobre 1856 iniziarono i lavori, diretti dall’architetto Pietro Gagliardi. Nel 1862 vennero terminati i lavori all’interno e venne realizzata la copertura della cupola in lastre di piombo. Nella chiesa sono interessanti due pale d’altare, un antico affresco raffigurante la Madonna del Popolo e la tela dell’altare maggiore, realizzata nel 1874 da fra Silvestro dei carmelitani scalzi e raffigurante san Bonaventura e il sacro Cuore di Gesù.
La Cattedrale di San Nicola era originariamente conosciuta come S. Maria della Neve, sembrerebbe risalire al 440. Per volere del Vescovo Tommaso Speradio, in seguito a imponenti lavori di ammodernamento, nel 1606 la chiesa fu ufficialmente riaperta al culto e dedicata a S. Nicola di Bari. Successivamente al violento terremoto del 1695, che devastò Civita e con essa la Cattedrale di San Donato, la Santa Sede decise di trasferirvi a Cattedrale. Fu così che nel 1700, in seguito ad ulteriori lavori di restauro ed ampliamento, venne consacrata ai due Santi Nicola e Donato. Tra i numerosi interventi di restauro e abbellimento che seguirono, il più significativo risale al 1779 quando la Cattedrale fu consacrata anche a San Bonaventura. In memoria di tale evento è la grande epigrafe marmorea situata alla destra dell’ingresso. All’interno sono conservate opere di grande valore: una bibbia del XII secolo in pergamena, probabilmente appartenuta a San Bonaventura; un dipinto del Vanni raffigurante la Maddalena; una teca realizzata in oro e argento raffigurante un braccio benedicente e contenente le ossa del braccio di San Bonaventura.
Il museo espone documenti, auto e modellini automobilistici legati alla figura del pilota Piero Taruffi. Nato ad Albano Laziale (Roma), nel 1906, Piero Taruffi ha iniziato la sua carriera gareggiando in motocicletta. Nel 1931 entra nella scuderia di Enzo Ferrari, partecipando a diversi Gran Premi di Formula 1. Il museo ospita inoltre una serie di auto che hanno fatto la storia del Rally negli anni settanta e ottanta del secolo scorso: una Fiat 131 Abarth, una Fiat 124 Abarth Spider, una Lancia Fulvia Hf 1600 “fanalona”, una Lancia Stratos, una Lancia Rally 037 e la Fiesta GR 2 di Gianfranco Cunico.
Al termine di Corso Mazzini, prima di sboccare in Piazza S. Agostino, ci si presenta con ampia gradinata esterna il palazzo Comunale. Anticamente la sede comunale si trovava nella borgata di Mercato o Mercatello; ma a causa del rapido degrado idrogeologico di quest’ultima, venne acquistato nel 1448 uno stabile in Civita ove fu trasferita detta sede Comunale. Con l’inizio del regime politico-amministrativo dei Cardinali perpetui Governatori, occorreva fornire la città di una più adeguata sede. Venne così ristrutturato l’antico palazzo nella frazione di Rota (l’attuale Bagnoregio), già sede degli Anteregioni e Priori. In seguito al disastroso terremoto del 1965, l’intero palazzo venne ristrutturato grazie alle donazioni di Papa Innocenzo XII, che consentirono anche la ristrutturazione delle chiese locali.
Il monumento a S. Bonaventura fu inaugurato nel 1897. Egli fu vescovo, cardinale e ministro generale dell’Ordine Francescano, professore all’Università di Parigi, ma soprattutto fu un religioso, filosofo e teologo tanto da meritarsi il titolo di Doctor Seraphicus. A lui si deve una delle più importanti biografie su San Francesco, la Legenda Maior. Sotto la statua del Santo vengono rappresentati in tre riquadri altrettanti eventi: la guarigione del piccolo Giovanni Fidanza (S. Bonaventura) ad opera di S. Francesco, l’incontro con S. Tommaso a Parigi nell’università la Sorbona, la presenza di S. Bonaventura al Concilio di Lione.
La chiesa santuario della Santissima Annunziata si trova nel centro storico di Bagnoregio in Piazza Sant’Agostino. Dall’annesso ex convento agostiniano viene impropriamente indicata ancora oggi come Chiesa di Sant’Agostino, di cui si conserva il bellissimo chiostro realizzato in cotto dall’artista Ippolito Scalza su progetto del celebre Michele Sanmicheli. La primitiva costruzione, in stile romanico è databile all’XI secolo, ma venne modificata nel ‘300 secondo lo stilismo architettonico gotico tipico dell’epoca, pur mantenendo una certa armoniosità schematica alquanto omogenea. Nel Rinascimento subì un’ulteriore rifacimento con l’aggiunta di elementi decorativi in stucco, che ne alterarono appesantendola, la semplice e modulata facciata. Finalmente, nel 1933, ad opera del Comm. Zalaffi dell’Ufficio delle Belle Arti di Firenze, il complesso venne ripristinato nelle condizioni in cui oggi si ammira. Il campanile che affianca la chiesa è stato costruito nel 1735 sui resti di una torre difensiva cittadina. All’interno il patrimonio storico artistico è notevole: una serie di affreschi attribuibili a Taddeo di Bartolo e Giovanni di Paolo, e un bellissimo crocifisso ligneo dell’XI secolo, oltre alla venerata immagine della Vergine dell’Annunziata, (detta anche del “Buon Consiglio”), situata in una cappella e contornata da una pregevole edicola in stucco. Le celebrazioni annuali si svolgono la seconda domenica dopo Epifania.
L’ex chiesa dei SS. Bonaventura e Andrea, annessa al convento delle Clarisse, è stata costruita nel 1734 e recentemente ristrutturata ed adibita ad Auditorium Comunale, sede di manifestazioni culturali ed artistiche.
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