Campli e Civitella del Tronto, che si affacciano sulle valli del Vibrata e del Salinello, offrono ampie vedute non solo sul Gran Sasso, ma anche sui Monti della Laga e sulla Montagna dei Fiori che, insieme alla Montagna di Campli e alla gola e alle sorgenti del Salinello, è meta di interessanti e suggestive escursioni.
Questo itinerario, che conduce al confine settentrionale dell’Abruzzo, è seppur brevissimo, ricco di fascino per chi voglia scorgere nella tradizione popolare ed architettonica di queste cittadine, una originalissima contaminazione tra la cultura abruzzese e quella marchigiana importata, in particolar modo, dalla vicina e fiorente Ascoli Piceno.
Vale sicuramente la pena affrontare la strada abbastanza tortuosa di questo itinerario, se si considera che offre la possibilità, in uno spazio di pochi km, di visitare due delle più belle cittadine d’arte d’Abruzzo. La prima, Campli, è uno splendido scrigno di architetture medievali con le sue chiese ed i suoi palazzi signorili; la seconda, invece, Civitella del Tronto, sovrastata dall’imponente mole della fortezza, racchiude nel piccolo centro storico splendide piazzette circondate da caratteristici edifici.
E’ la ricchezza dei monumenti architettonici che conferisce a Campli l’aspetto di città d’arte. Nel borgo antico di Castelnuovo rimane traccia della trecentesca cinta muraria nella bella Porta Angioina, con arcata a sesto acuto e tre grandi stemmi gigliati angioini. Non lontana è la trecentesca Chiesa di S. Giovanni, con portale gotico e interessante interno con copertura a capriata dipinta e originale fonte battesimale con mattonelle a rilievo.
Esempi di architettura civile cinquecentesca si trovano lungo il corso nella Casa del Farmacista, con la sua bella loggia, nella Casa del Medico, dal bellissimo e raccolto cortile, singolare per i motti latini incisi sull’architrave delle finestre, e nel quattrocentesco Palazzo Farnese (sede del comune), rimaneggiato più volte, con bel portico ad archi a tutto sesto, ingentilito da eleganti trifore.
Di fronte al palazzo comunale si trova la Chiesa di S. Maria in Platea del XIV sec., con torre campanaria in stile romanico che, nella parte superiore, riprende il motivo ornamentale dei campanili di Antonio da Lodi (XVI sec.). La facciata, molto semplice, è invece settecentesca. L’interno a tre navate si fregia di un bell’altare rinascimentale del SS. Sacramento; di un dittico di Cola dell’Amatrice (XVI sec.); di un soffitto ligneo dipinto da Donato Teodoro e di tante altre belle opere.
La Chiesa di S. Francesco, in forme romaniche, ha un bello e ricco portale e, all’interno, conserva tra le altre opere uno splendido crocifisso su tavola del XIV sec. e dipinti cinquecenteschi su tavola di Cola dell’Amatrice.
Nell’ex convento è oggi allestito il Museo Archeologico Nazionale, organizzato secondo i più moderni criteri museali. Conserva i reperti della famosa necropoli di Campovalano, che ha riportato alla luce più di 200 tombe (dal VII al V sec. a.C.), con corredi funebri di alto livello artistico tali da far ritenere questa zona abitata da una popolazione con un avanzato grado di civiltà. La prima sala è dedicata alla preistoria e protostoria; nella seconda sono esposte campionature di tombe della necropoli di maschi adulti e bambini, datati tra la fine dell’età del bronzo e l’età arcaica. Nella terza sala sono esposte sepolture femminili e l’ultima fase della necropoli, quella relativa al V – IV sec. a.C., esemplificata in quattro tombe di adulti maschi e femmine. Altro materiale interessante è custodito in locali attigui visitabili.
Nei pressi di Campovalano è la Chiesa di S. Pietro, edificata insieme al convento, oggi rudere, nel VII sec., poi ricostruita nel XIII sec., ed oggi restaurata. Bella nella sua austera semplicità conserva all’interno interessanti reperti di età romana.
Signorili abitazioni medievali e rinascimentali, soprattutto lungo via Mazzini e corso Roma, conferiscono a Civitella del Tronto un aspetto pittoresco ed elegante a cui fa da contrappunto la severa mole della Fortezza, posta in una panoramicissima posizione che guarda a 360 gradi le montagne dei Fiori, Campli, il monte dell’Ascensione e il mare.
Simbolo dell’eroica resistenza e fedeltà della popolazione, la fortezza è stata teatro di storiche resistenze, da quella del 1557, quando la popolazione si schierò con gli spagnoli contro i francesi, all’ultima, quella risorgimentale, che vide la cittadella fortificata “ultimo baluardo” della dominazione borbonica, che ebbe fine per mano dell’esercito piemontese, sotto il fuoco del quale la fortezza rovinò drammaticamente.
Grazie a impegnativi restauri la fortezza, unica nel suo genere in Abruzzo, ha riacquistato, in parte, la forma di cittadella fortificata datale nel Rinascimento.
Per quanto riguarda l’architettura religiosa ricordiamo la Parrocchiale di S. Lorenzo, nei pressi della duecentesca Porta ad est dell’abitato, rinascimentale ma con interno barocco; e la Chiesa di S. Francesco, romanica e con un ricco rosone che, secondo la leggenda, fu dai francesi smurato e qui trasportato dalla chiesa di S. Francesco di Campli.
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