Classica sede di villeggiature borghesi anni Sessanta, il tratto della Riviera di Ponente che va da Capo Cervo a Dianomarina ha un entroterra ideale per un fine settimana rilassante fra piccoli borghi solitari, colline di vigne e di oliveti, bellissimi vivai. Le strade sono tortuose ma poco battute, e per chi voglia fare belle passeggiate in completa solitudine, si raccomandano le gite al delizioso borgo di Cervo o l’escursione al Pizzo d’Evigno. Sul mare e in campagna, deliziosi ristoranti permettono di gustare i sapori più genuini della cucina ligure.
Primo punto dell’itinerario è Diano Castello, tipico borgo murato medievale, con una bella parrocchiale barocca fronteggiata dal municipio con un affresco del Seicento che ricorda la partecipazione dei dianesi alla battaglia della Meloria del 1284. Tra edifici di impianto cinque-seicentesco e antiche strade caratteristiche si raggiunge l’oratorio di S. Croce e S. Bernardino, risalente al tardo Medioevo, ma rifatto nella seconda metà del Seicento. La vicina chiesa romanica di S. Giovanni Battista è più antica e conserva integralmente l’ampia abside semicircolare.
Da Diana Castello si prosegue tra gli olivi e gli orti per raggiungere Diano Arentino e Diano Evigno; di qui si rientra a Dianomarina passando per Borganzo e Diano S. Pietro, lungo una strada che corre sempre immersa nel verde argentato degli olivi, tra filari di viti e i vivai dei floricoltori della valle.
Si prosegue per San Bartolomeo al Mare, percorrendo la strada lungo il torrente Cervo fino a Tovo, sostando a Villa Faraldi, con le sue case di pietra separate da vicoli tortuosi, strette scalinate e sottopassaggi. Il moderno abitato di San Bartolomeo al Mare si è sviluppato durante gli ultimi decenni nella zona pianeggiante, soprattutto nella fascia litoranea compresa tra la Via Aurelia e la lunga passeggiata a mare. La cittadina vive soprattutto nei mesi estivi, quando le strade si animano di folle di turisti che trovano accogliente sistemazione in numerosi alberghi, residenze e campeggi, in grado di soddisfare anche la clientela più esigente attrezzate spiagge e diversi impianti sportivi offrono la possibilità di un soggiorno lieto a San Bartolomeo, dove è possibile gustare l’ottima cucina ligure in apprezzati ristoranti.
Raggiunta la via Aurelia, ci si lascia attirare da un piccolo borgo che appare sulla sinistra posto su uno sperone alto sul mare: Cervo. Le sue fitte case rosa, gialle, bianche e i tetti rossi, sovrastati dalla facciata bianca della chiesa, sembrano proprio la quinta di una scenografia. E’ bene iniziare la passeggiata nel centro storico lasciando l’auto sul piazzale a ridosso delle mura del castello. Attraverso un passaggio a volta ci si introduce nella piazzetta del Castello. Da qui si imbocca via Salineri e si scende tra le case a schiera che sprigionano profumo di pesto e di erbe aromatiche, fino a giungere in prossimità della chiesa di S. Giovanni Battista. La Parrocchiale di S. Giovanni Battista, invece, è una delle chiese più rappresentative del barocco ligure. Costruita coi ricavi dell’attività della pesca dei coralli (nei mari della Sardegna e della Corsica), alla quale la maggior parte degli abitanti si dedicava tra il XVII e il XVIII sec.: perciò la chiesa fu soprannominata “corallina”. La facciata settecentesca, elevata sul sagrato da un’ampia scalinata, è adorna di stucchi. Nell’interno sontuosamente affrescato, gli scanni lignei del coro. Una piazzetta si apre davanti come una terrazza sul mare: a sinistra la facciata della chiesa, alta sulla scalinata, di fronte il muretto che le fa da balaustra e tutt’attorno una cortina di case tra il blu intenso del cielo e del mare. In questa piazzetta, che ha un’acustica straordinaria, ogni anno in luglio e agosto si svolge il Festival Internazionale di musica da camera, che ospita complessi e solisti famosi. Si scende ancora per una scalinata e un vicoletto e, proprio sotto alla piazzetta della chiesa, c’è un’altra terrazza: quella del bar Serafino, protesa verso il mare con tavolini e ombrelloni, dove sostare assaporando un buon gelato alla frutta guardando il panorama. Il castello medievale conserva un piccolo Museo etnografico, dove si ritrova la vita del passato attraverso ambienti ricostruiti e un’infinità di attrezzi usati dagli artigiani e dai contadini. Bello l’oratorio di Santa Caterina, di costruzione duecentesca, con un portale romanico ogivale sulla facciata.
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