Chi visita Firenze difficilmente dimentica di fare un salto a Fiesole, che si raggiunge facilmente in autobus da piazza S. Marco. Nota in tutto il mondo per un’incantevole posizione su colline dolci e verdi, dista solo nove km dal centro del capoluogo toscano.
La fama di questo luogo ha origini piuttosto lontane. Come testimoniano le dimore di cui è disseminata la collina, a partire dal Rinascimento Fiesole viene scelta come luogo di residenza e villeggiatura dalle famiglie benestanti fiorentine, e in primis da Lorenzo il Magnifico.
In passato la zona era stata un presidio della civiltà etrusca, colonizzato dai Romani. L’aspetto odierno della cittadina le deriva, invece, dalla ricostruzione avviata nella seconda metà dell’Ottocento, quando Firenze è, per soli 5 anni (1865-1870), capitale d’Italia. A questo periodo risale la passione straniera, e soprattutto inglese, per la zona di Fiesole, apprezzata per la bellezza unica del paesaggio punteggiato dai famosissimi cipressi (introdotti secondo la tradizione dagli etruschi).
Il bello di questo luogo, infatti, è la possibilità che offre di passeggiare per valli e colline ammirando le case coloniche e le residenze signorili rimaste, oggi tutte restaurate e magnificamente recuperate. Fra le passeggiate, segnaliamo anche quella alle Cave di pietra serena. Cave che hanno alimentato l’architettura locale dal Rinascimento in poi.
Rinunciando al museo en plen air, vale la pena visitarne uno chiuso tra quattro mura: il Museo Civico. Con la vicina zona archeologica offre un corredo “visivo” alle nozioni che si possono leggere sulla storia antica di Fiesole. Il giro della cittadina si completa con la visita alla Cattedrale di San Romolo, eretta dal vescovo Jacopo il Bavaro nel 1028 e ampliata nel XIII secolo. Nella cripta alcuni scavi hanno evidenziato tracce dal periodo ellenistico al secolo XIV. In cima alla collina si trovano la chiesa e il convento di San Francesco, sorti dove all’inizio del XIII secolo venne eretta una cappella. L’oratorio, detto di Santa Maria del Fiore, che la sostituì, fu trasformato nel convento di Sant’Agostino che, passato ai frati francescani, fu ampliato e arricchito. Solo dal 1516, il complesso ha assunto il nome attuale. La chiesa ospita numerose opere d’arte, ma ciò che rende famoso il complesso è la biblioteca fondata nel XIV secolo: al suo interno, un patrimonio di circa mille volumi di cultura religiosa e umanistica.
Da Fiesole ci si sposta nella zona del Mugello, che si estende lungo il bacino superiore e medio del fiume Sieve, anticamente abitata dagli etruschi. Borgo San Lorenzo ne è il centro principale, sorto nei pressi dell’Abbazia Romanica. Ricostruita nel 1263, conserva una Madonna “Nera” attribuita a Giotto. Ai turisti, il paese riserva molte suggestioni: dal Monastero di S. Caterina, del Cinquecento, al santuario del S. Crocifisso de’ Miracoli – edificato nel XVIII secolo conserva pavimenti in marmo di Carrara e il Crocifisso de’ Miracoli, mostrato ai fedeli solo per celebrare alcune ricorrenze – dalla Villa Pecori Giraldi con la sua scalinata in stile liberty alle Fornaci di S. Lorenzo e Galileo Chini – fabbrica fondata nel 1906 per la produzione di vasi, brocche, boccali. Nella Chiesa di S. Pietro a Luco (XII sec.) si trovano affreschi ed opere d’arte di valore tra cui spicca la copia della Deposizione della Croce di Andrea del Sarto (l’originale è in mostra agli Uffizi). Particolare il Museo Casa d’Erci, una sorta di mostra permanente sulla vita contadina del XIX secolo. Ma la zona è soprattutto disseminata di antiche abbazie. Fra queste, Pieve di S. Cresci in Valcava (XII sec.) è segnalata come la più bella di tutto il Mugello.
Con un breve tratto di strada si raggiunge Vicchio, a 200 metri sul livello del mare, affacciata sul fiume Sieve, patria del Beato Angelico. Anche qui, l’atmosfera è incantevole e riposante. La si può godere passeggiando per il borgo e soffermandosi ad ammirare ciò che il passato ha lasciato (e non è poco). A cominciare dalle pievi, numerose anche in questo fazzoletto di terra. Quella di San Giovanni Battista risale al XIV secolo e conserva affreschi del XVI e XVII secolo, tra cui una Madonna del Rosario attribuita ad un allievo del Ghiralandaio e raffigurazioni di Giotto e del Beato Angelico di Pietro Annigoni, l’Oratorio della Misericordia, la Pieve di S. Cassiano in Padule (anteriore all’anno Mille, distrutta dal terremoto del 1919 conserva una parte della struttura originale), la Chiesa di S. Martino a Vespignano, edificata nel XIII secolo sulle rovine di un castello.
Qui vicino non si perda la casa natale di Giotto, ora mostra permanente. E ancora, la Chiesa di S. Maria a Rostolena e la Pieve di S. Martino a Scoperto, anteriore all’anno Mille. Fra tanti edifici sacri, una curiosità: il Ponte di Cimabue. Secondo una leggenda, Cimabue, attraversandolo, aveva scorto Giotto, giovanissimo, dipingere, rimanendo sorpreso dalla sua bravura.
Un’altra tappa: affacciato lungo il corso del Torrente Comano, ecco Dicomano, centro che, fin dal Medioevo, ha assunto i caratteri di “mercatale” essendo al centro di un crocevia di strade che collegano la Val di Sieve alla Romagna e al Casentino. Anche qui si visita una Pieve, quella di Santa Maria, ricca di capolavori d’arte fra i quali il dipinto della Madonna in trono col Bambino e Santi, attribuito alla scuola del Ghirlandaio. Interessanti anche l’Oratorio di S. Onofrio (1700) dalla facciata neoclassica, la Chiesa di S. Antonio, dove si può ammirare una terracotta policroma robbiana e un dipinto attribuito a Giotto.
Nella zona di Frascole, invece, si possono ammirare resti di epoca etrusca, specialmente nel Poggio San Martino. Infatti sono state fatte molte ricerche che hanno portato al ritrovamento di numerosi reperti risalenti dal VI sec. a.C. al I se.d.C. tra cui le fondamenta della chiesa romanica di San Martino al Poggio e le bozze in pietra di un edificio etrusco. Molti reperti sono oggi conservati nel Palazzo Comunale di Dicomano.