Soprattutto al calar della sera, quando le sue meraviglie sono esaltate della luce il Castello Angioino, la statua di San Gerardo Majella che domina la città dall’alto del Torrione, una vista mozzafiato, – e l’imponente Ponte del Pianello, che divide il centro dalla frazione di Capodigiano. Si tratta di ponte secolare ad arco parabolico in cemento armato – uno dei primi costruiti in Italia – fortemente voluto da Francesco Saverio Nitti, politico ricordato da queste parti anche per l’imponente diga della città, attualmente però fuori utilizzo.
La storia del paese è stata contrassegnata da eventi drammatici, dovuti soprattutto alla difficile morfologia del territorio. Nel 1705, Muro Lucano fu quasi completamente distrutto da un potente terremoto. Ma più di tutti, Muro Lucano dovette fare i conti con il terribile terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980 di cui porta ancora i segni: una lenta rinascita per tornare a risplendere, pur dovendo fare i conti con il triste fenomeno dello spopolamento che affligge tutta la regione.
Eppure, anche essendo una zona ad elevato rischio sismico, i cittadini si sono sempre rifiutati di abbandonare il paese. Il loro coraggio è ricompensato: quasi ogni casa ai piedi della catena montuosa dell’Appennino può godere di una vista pazzesca sul paesaggio rurale circostante. Una bellezza ricca e verdeggiante che è rimasta per lo più intatta nel corso dei secoli.
Anche visto dal burrone sottostante, il paese sembra ondeggiare intorno alla cresta della montagna. La parte più antica della città, all’ombra del castello, il Pianello, è piena di stretti vicoli pedonali e belle case in stucco dipinte con vivaci colori pastello. Nemmeno queste strette strade acciottolate possono nascondere la bellezza rustica della città. Visto dall’alto, le tegole in terracotta di questo quartiere sembrano incresparsi e fondersi l’una nell’altra, in rilassanti motivi uniformi. Il resto della città si estende da questa sezione più antica seguendo il rilievo della montagna.
Scoprendo il centro
Il centro della città si trova nella naturale curvatura verso l’interno della montagna. Qui troviamo la piazza principale, Piazza dei Monachi, e una delle chiese del borgo che conta 6.000 abitanti. Anche se di piccole dimensioni, questa piazza esalta le qualità intime e la natura affiatata della vita della piccola città. Numerosi balconi dalle case circostanti si aprono sulla piazza e non è raro sentire i vicini conversare tra loro tra balconi e quelli sulla piazza sottostante. Qui, il tempo perde il suo senso convenzionale. Se non fosse stato per il regolare scampanio delle campane a indicare le ore, si sarebbe facilmente lasciati trasportare dal fascino della città.
Tra le viuzze, è sempre più consolidata la presenza di artigiani locali che rievocano antichi mestieri, quali la lavorazione del vimini e la produzione di oggetti attraverso il riciclo di materiali. È chiaramente un’occasione per lasciarsi trasportare da canti e balli della musica popolare lucana nel segno di un’armonia contagiosa dovuta alla presenza di gruppi di giocolieri, trampolieri e sputa fuoco che invadono le vie del borgo. Ma anche di giovani ragazzi del posto intenti a suonare l’organetto.
Nel percorso lungo le case-grotta, si possono scoprire anche i prodotti locali come gli arrosticini di carne al provolone impiccato passando per prodotti a base di tartufo e primi piatti ispirati alla tradizione, come gli strascinati mollicati con i peperoni cruschi.
Una delle manifestazioni più celebri ed apprezzate del borgo, Borgo inVita, promuove proprio la scoperta dei prodotti genuini provenienti dalle aziende del territorio. Tra gli incantevoli e suggestivi vicoli del borgo si articola un percorso in cui sarà possibile degustare i sapori autentici e genuini delle eccellenze lucane.