Situata nel cuore del Mezzogiorno dominato da aspre montagne, la
Basilicata è stata per lungo tempo trascurata da molti turisti, ma è anche una delle regioni meno esplorate dagli italiani soprattutto a causa della mancanza di un sistema di infrastrutture sviluppato.
Conosciuta come Lucania nei tempi antichi, il suo fascino risiede proprio nei piccoli e numerosi borghi ricchi di storia che punteggiano questa regione.
Muro Lucano non fa eccezione. Incastonato sulla cima di una montagna, a circa 600 metri sul livello del mare, questo comune si trova a circa 50 chilometri a nord-ovest della capitale regionale: Potenza.
Nell’antichità, importanti fortificazioni circondavano un accampamento romano nel sito attuale della città. Il X secolo ha visto l’aggiunta del Castello Angioino, che è diventato il punto di riferimento più riconoscibile della città. Arroccato sopra il borgo, ha una vista dominante del paesaggio montano mozzafiato che circonda l’abitato.
Soprattutto al calar della sera, quando le sue meraviglie sono esaltate della luce il Castello Angioino, la statua di San Gerardo Majella che domina la città dall’alto del Torrione, una vista mozzafiato, – e l’imponente Ponte del Pianello, che divide il centro dalla frazione di Capodigiano. Si tratta di ponte secolare ad arco parabolico in cemento armato – uno dei primi costruiti in Italia – fortemente voluto da Francesco Saverio Nitti, politico ricordato da queste parti anche per l’imponente diga della città, attualmente però fuori utilizzo.
La storia del paese è stata contrassegnata da eventi drammatici, dovuti soprattutto alla difficile morfologia del territorio. Nel 1705, Muro Lucano fu quasi completamente distrutto da un potente terremoto. Ma più di tutti, Muro Lucano dovette fare i conti con il terribile terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980 di cui porta ancora i segni: una lenta rinascita per tornare a risplendere, pur dovendo fare i conti con il triste fenomeno dello spopolamento che affligge tutta la regione.
Eppure, anche essendo una zona ad elevato rischio sismico, i cittadini si sono sempre rifiutati di abbandonare il paese. Il loro coraggio è ricompensato: quasi ogni casa ai piedi della catena montuosa dell’Appennino può godere di una vista pazzesca sul paesaggio rurale circostante. Una bellezza ricca e verdeggiante che è rimasta per lo più intatta nel corso dei secoli.
Anche visto dal burrone sottostante, il paese sembra ondeggiare intorno alla cresta della montagna. La parte più antica della città, all’ombra del castello, il Pianello, è piena di stretti vicoli pedonali e belle case in stucco dipinte con vivaci colori pastello. Nemmeno queste strette strade acciottolate possono nascondere la bellezza rustica della città. Visto dall’alto, le tegole in terracotta di questo quartiere sembrano incresparsi e fondersi l’una nell’altra, in rilassanti motivi uniformi. Il resto della città si estende da questa sezione più antica seguendo il rilievo della montagna.
Scoprendo il centro
Il centro della città si trova nella naturale curvatura verso l’interno della montagna. Qui troviamo la piazza principale, Piazza dei Monachi, e una delle chiese del borgo che conta 6.000 abitanti. Anche se di piccole dimensioni, questa piazza esalta le qualità intime e la natura affiatata della vita della piccola città. Numerosi balconi dalle case circostanti si aprono sulla piazza e non è raro sentire i vicini conversare tra loro tra balconi e quelli sulla piazza sottostante. Qui, il tempo perde il suo senso convenzionale. Se non fosse stato per il regolare scampanio delle campane a indicare le ore, si sarebbe facilmente lasciati trasportare dal fascino della città.
Tra le viuzze, è sempre più consolidata la presenza di artigiani locali che rievocano antichi mestieri, quali la lavorazione del vimini e la produzione di oggetti attraverso il riciclo di materiali. È chiaramente un’occasione per lasciarsi trasportare da canti e balli della musica popolare lucana nel segno di un’armonia contagiosa dovuta alla presenza di gruppi di giocolieri, trampolieri e sputa fuoco che invadono le vie del borgo. Ma anche di giovani ragazzi del posto intenti a suonare l’organetto.