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Borghi

Viaggio in Provenza alla scoperta del Var

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alessia

Un angolo di Francia rimasto com’era. Distese di lavanda e ulivi argentei, spiagge di sabbia dorata ai piedi di una folta macchia mediterranea di lentischi e corbezzoli affacciati su gole selvagge e cave giallo ocra.

E’ questa la Provenza Verde del Dipartimento di Var che, con i suoi 341 mila ettari di foresta, è il secondo più boscoso della Francia dopo le Lande.

Difficile immaginare la varietà morfologica di questo sud francese che, con 3.000 ore all’anno di sole, è la porta d’ingresso all’altrettanto soleggiata Costa Azzurra.

Per desiderare di andare alla scoperta dei suoi colori e dei suoi profumi, basta soffermarsi davanti ad un quadro di Cézanne che in questa parte affascinante di Francia ha vissuto e lavorato.

Un angolo balzato agli onori delle cronache mondane perché qui, hanno deciso di vivere, almeno per una parte dell’anno, anche la coppia forse più celebre di Hollywood, Brad Pitt e Angelina Jolie. E allora andiamo anche noi a vedere i luoghi che hanno affascinato scrittori, poeti, pittori e ora anche divi del cinema, partendo da Tolone, sulle costa meridionale, tra Marsiglia e Saint-Tropéz. Sebbene ci sia anche l’aeroporto (Toulon Hières), dall’Italia non ci si vola direttamente, quindi bisogna arrivarci in auto da Marsiglia (65 km), oppure in volo da Parigi.

Tolone

Addossata al Monte Faron, Tolone deve il suo nome a Télo, la dea celto-ligure delle sorgenti. Appena ci si arriva se ne intuiscono i contrasti: la pittoresca parte vecchia con le sue fontane antiche non sir assegna ai rumorosi mercatini provenzali che si tengono attorno alle banchine del grande porto navale, il secondo per importanza del Paese.

Nonostante la trascuratezza naif del quartiere sul lungomare, i viaggiatori amano sostare in uno qualsiasi degli affollatissimi bar osservando la vita degli artisti di strada e dei marinai.

Dal quai Cronstadt al porto partono i traghetti della Compagnia Bateliers de la Cote d’Azur, che effettuano escursioni alle Iles d’Hyères, soprannominate Isole d’Oro perché le rocce di mica che punteggiano il loro territorio, rilucono al sole come pepite.

La passeggiata in città comprende il classico circuito delle 18 fontane fatto rigorosamente a piedi passando davanti alla cattedrale di Sante Marie-de-la-Seds, iniziata nel XII secolo e più volte rimaneggiata, e al secentesco municipio con i due splendidi atlanti sulla facciata.

Place de la Liberté è una delle piazze più grandi di Tolone. Dominata dalla Fontana della Federazione, del 1889, è circondata da edifici del XIX secolo ed eleganti caffè.

Per approfondire i vari aspetti della storia di Tolone, la tappa obbligata è il Musée de la Marine, accanto alla Torre dell’Orologio, ospitato dentro l’edificio del XVIII secolo dell’arsenale cittadino, uno dei pochi siti storici sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. Il museo espone una collezione di modellini risalenti alla fine del Settecento, di navi e galere, in particolare il vascello Duquesne, a 82 cannoni, e la fregata Sultane, a 32 cannoni.

Per ammirare dall’alto la grandiosità del porto di Tolone si può risalire l’altura alle spalle della città fino a 584 metri di altezza a bordo delle cabine della Téléphérique du Mont Faron: è un’esperienza che toglie il fiato perché le cabine salgono ondeggiando sopra il mare! Vicino alla sommità di questa collina, in memoria degli sbarchi alleati effettuati in questo tratto di costa nell’agosto 1944, è stato eretto il Mémorial du Débarquement de Provence: all’interno si può assistere anche alla proiezione di un documentario di notevole valenza storica.

Sulla strada che da Tolone porta nell’entroterra del Var (A50) in direzione di Aix-en-Provence, all’ombra delle pinete si può scoprire un ricco patrimonio di chiese, cappelle, grotte, castelli, torri e campanili.

La prima sosta dell’itinerario

La prima sosta è a La Cadière d’Azur che gode di un’ampia veduta sul Mediterraneo e sulla sottostante cittadina balneare di Bandol. Il fatto che qui abbiano trascorso le vacanze anche Thomas Mann e Marcel Pagnol, non è l’unico motivo di vanto di La Cadière d’Azur che sfoggia tutto il fascino provenzale del borgo medievale arroccato sul bordo di un dirupo attorniato dai vigneti del Bandol, il più noto dei vitigni Doc del Dipartimento del Var.

La Cadière d’Azur

Oltrepassati i battenti in pesante legno delle tre porte cittadine (Saint-Jeand del XVI secolo, al centro, la Mazzarine a est, e la Colle a ovest) si accede al cuore di piazza Jean Jaurès che si anima ogni giorno attorno al nuovo mercato del pesce. Da qui ci si perde tra gli stretti vicoli ingentiliti dai davanzali fioriti e sulle scalinate che salgono alla chiesa di Sant’Andrea, costruita all’inizio del XVI secolo sulle rovine di un’altra chiesa del XII secolo; dal campanile arrivano i rintocchi della campana più antica di tutto il Var, datata 1458.

Vicino alla cappella Santa Maddalena spicca la tavola di orientamento in pietra e ceramica che rappresenta il villaggio, creata dalla vasaia Anna Marie Surlier. Tra gli artigiani, dalla sarta al pittore, c’è molto dinamismo e questo fermento permette a La Cadière d’Azur di continuare ad ispirare tanti artisti.

Anche Le Castellet, il borgo appena sopra, a 300 metri d’altitudine, merita la visita non fosse altro per le terrazze ombreggiate e per le colorate bougainville nei toni del rosso e del viola che si arrampicano sulle alte pareti di pietra. La leggera brezza che spira costantemente tra gli antichi vicoli diffonde i profumi invitanti di basilico, aglio e timo che arrivano dalle cucine dei ristoranti caratteristici e ai quali è difficile resistere specie se è ora di pranzo.

Lasciata alle spalle Aix-en-Provence e viaggiando tra dolci colline si prosegue verso Saint Maximin-La-Sainte-Baume, città conosciuta soprattutto per la stupenda basilica di Santa Maddalena e l’antico quartiere medievale ebraico, e si arriva a Brignoles, il villaggio medievale dove i Conti di Provenza fondarono il loro palazzo nel XII secolo e dove vale la pena fermarsi a comprare qualche squisitezza provenzale nel fornitissimo mercato vicino alla zona vecchia.

Infine ci si dirige a Correns, grazioso villaggio di soli 800 abitanti all’ingresso delle due gole di Bagorèse, costruito sulla riva destra del fiume Argens e con quartieri anche sulla sponda sinistra. Il paese si trova in posizione isolata: per arrivarci si devono percorrere tortuose stradine arredate da alcune fontane provvidenziali per i ciclisti che sfruttano le pendenze per allenarsi.

Da quando, nel 1997, il sindaco Mickael Latz ebbe la vincente intuizione di convertire i 200 ettari di vitigni provenzali all’agricoltura biologica, Correns è balzata agli onori della cronaca, e oggi si fregia dell’etichetta di Primo Villaggio Bio di Francia. E gli agricoltori che, con sacrifici e investimenti, hanno adattato le loro aziende dalle colture biologiche, ora hanno un posto di riguardo sul sito web del Comune.

Ma questo primato non è l’unico motivo per cui Correns è diventato famoso in tutto il mondo. Stavolta a decretarne il successo sono state le cronache mondane dato che proprio qui, la coppia più glamour di Hollywood, Brad Pitt e Angelina Jolie, ha acquistato il Castello di Miraval.

Ma colture biologiche e divi hollywoodiani non sono certo gli unici motivi della visita: il borgo è bellissimo con il vecchio ponte, il poggio che domina l’Argens, i ruderi della fortezza medievale Gibron e la chiesa di Notre-Dame.

Nonostante le piccole dimensioni, i sinuosi viottoli, i paesaggi alla volta di Correns nascondono molte altre opportunità. All’uscita di Correns, nel vallone Sourn, 5 km di gole sinuose, di trova la falesia Chateauvert dal nome del vicino paese un tempo roccaforte dei vescovi di Marsiglia, luogo apprezzato non solo da kayakisti e scalatori, ma anche da chi ama immergersi nella natura essendo l’habitat di molte specie di animali e vegetali. La falesia è in una gola la cui parete corre a fianco dell’acqua del fiume Argens stagliando i 50 metri dei muri calcarei in costante strapiombo.

Nelle vicinanze c’è Barjols, un villaggio con 30 fontane e lavatoi, dove le vecchie concerie sono state riconvertite ad ateliers per artisti, e Vins sur Caramy sulle sponde di un lago formatosi nel vecchio sfruttamento di bauxite, luogo perfetto per un primaverile pic nic nell’attrezzata area e per un bagno non appena la temperatura lo permette.

Barjols

Da qui ci si dirige al piccolo borgo di Aups e al mercato del giovedì mattina per fare incetta di prodotti tipici a base di tartufo nero, o di tartufi freschi se ci si arriva tra novembre e fine febbraio.

A est di Les Arcs-sur-Argens, c’è la duecentesca Chappelle de Sainte-Rosaline che custodisce le spoglie dell’omonima Santa che prese il velo come monaca certosina nel 1263.A luglio e agosto nella cappella romanica, impreziosita da un mosaico realizzato nel 1975 da Marc Chagall, si tengono concerti.

Prima di lasciare la Provenza Verde della valli di Argens e di Caramy, collegamenti naturali tra la costa e l’Haut Var, è d’obbligo fermarsi a Le Thoronet, un luogo che colpisce per il paesaggio calcare interrotto da querce, piante di timo e ulivi secolari ma che deve la sua fama all‘Abbazia di Le Thoronet, un capolavoro cistercense costruito tra il 1160 e il 1190 e caratterizzato dalla purezza delle linee, dalla bellezza delle proporzioni, dalla perfetta levigatura delle pietre e dal sottile gioco di luci e ombre. La casa capitolare, il luogo dove i monaci un tempo discutevano i problemi della comunità, è anche la più decorata del complesso e merita la visita.

Così come vale la visita il borgo di Lorgues, sperduto paesino a 9 km di distanza dove, ospitato all’interno di una vecchia casa di campagna, si trova l’elegante e stellato ristorante Chèz Bruno, dove il grande chef Bruno Clément propone innovative ricette a base di tartufo: si dice che ogni anno vengano serviti 1.000 kg del profumato fungo ipogeo, molti dei quali provenienti dalla cittadina piemontese di Alba.

Chi ha qualche giorno in più a disposizione, da Lorgues può proseguire verso l’Alto Var passando ad altri borghi diroccati sempre più in alto e incorniciati da foreste. Nelle estati calde, ma mai torride, quest’area è adatta a entrare nelle grotte, a praticare il parapendio e l’arrampicata, a discendere i fiumi e i torrenti che offrono dalla pesca al rafting, al canyoning. E sullo sfondo, a cavallo del Var e delle Alpes de Haute Provence le spettacolari selvagge Gole del Verdon che, per la tortuosa topografia, vengono chiamate Grand Canyon du Verdon.

Nel ridiscendere verso la costa l’ultima tappa è Draiguignan con il centro storico dominato dalla Torre dell’Orologio e abbracciato a Piazza Delle Erbe, dove convergono i viali e i lunghi portici ornati di platani. La visita al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari della Media Provenza regala anche l’ultimo dettagliato quadro generale delle tradizioni della regione, permettendo di comprendere realtà appena incrociate quali ad esempio la lavorazione del sughero con le piccole produzioni ecologiche di alta qualità.

Solo invertendo la rotta il paesaggio tornerà ad addolcirsi e tra altre piccole valli, colline di pini profumati ed ettari di vigneti sempre accarezzati dal sole, i simboli dell’autentico stile di vita del Var continueranno ad essere esaltati da frutta, verdura, fiori, vino, rimo olio d’oliva e dai 27 mila alveari che spiccano, di tanto in tanto, nei prati. Siamo a 140 km di autostrada dall’aeroporto di Marsiglia e a 100 km da quello di Tolone, ma da Draguignan bastano soltanto 34 km per arrivare sul bordo del mare di Saint-Raphael, su quegli stessi litorali che negli anni Venti ispirarono Francis Scott Fitzgerald per il suo romanzo più celebre (Tenera è la notte).

Con i 5 porti turistici Saint-Raphael è la città ideale per gli appassionati di attività acquatiche e lungo i suoi 42 km di costa si scoprono spiagge sabbiose, calette, insenature riparate e siti di immersione dove scendere per avvistare i relitti lasciati dalla seconda guerra mondiale, o fare 2 ore di snorkeling o partire per una crociare di un giorni dal Quai Nomy del Porto Vecchio alla volta di Saint-Tropéz. Ma siccome Saint-Raphael affascina per le rocce dell’Estérel, un massiccio di porfido rosso coperto di eucalipti che si concentra quasi tutto dentro i confini della città, l’alternativa è la gita in barca fino alle spettacolari Calanques de l’Estérel lungo le Corniche.

COSA GUSTARE

La cucina e la gastronomia provenzale seguono i cicli naturali della terra. Non solo nel Var, ma in tutta la Provenza, le erbe aromatiche, l’olio d’oliva e le verdure sono le principali ingredienti di molti piatti locali e di tante ricette della tradizione.

La regola di questa buona cucina non consiste in preparazioni complicate ma nell’uso sapiente di prodotti freschi scelti a km zero, per cui è soprattutto il ritmo delle stagioni a suggerire cosa mettere nel piatto. Ancora di più a Correns che, per aver messo al bando i pesticidi, ha fatto della genuinità la sua principale politica.

Tra marzo e aprile, per via dell’abbondanza di tenera erba nuova nei pascoli, sono comunque i formaggi di capra a dare il meglio di sé. In particolare, vale la pena di ricordare il nome di Banon, il più noto formaggio AOC provenzale dal caratteristico involucro di foglie di castagno.

Nello stesso periodo di ha anche l’ultima opportunità, prima che chiudano per qualche giorno di meritato riposo, di acquistare l’olio d’oliva direttamente nei moulins (frantoi). Ma essendo l’olio uno dei principali “segreti” delle ricette provenzali, lo si può trovare anche nei mercati o nei ristoranti venduto in contenitori antiurto.

Fra i piatti tipici da provare ci sono senza dubbio, la soupe au pistou, la zuppa al pesto a base di verdure, basilico, aglio e cocco e la daube provencale, carne di manco o cinghiale, prima marinata in vino rosso, poi fritta e infine stufata, normalmente accompagnata da pasta e formaggio.

Mentre per gli appassionati dei dolci figurano molte leccornie, quali il torrone scuro al miele che nel Var si trova dappertutto. Oppure le navettes, biscotti a forma di barchetta tipici di Marsiglia, e le fougassettes, pane dolce cui viene conferito un sapore particolare grazie all’anice e ai fiori d’arancio.

Se si vuole invece portare a casa qualche dolcetto provenzale facile da trovare anche all’ultimo momento all’aeroporto, ci sono i berlingots, caramelle dure originarie di Carpentras, e i fruits confits, frutti canditi specialità sia di Nizza che di Apt.

 

alessia

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