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Borghi

Sant’Angelo tra sogno e realtà

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alessia

Sant’Angelo costituisce il fronte marino del comune di Serrara Fontana e la sua più nota località.

Le sue origini sono antichissime: il primo insediamento risale, infatti, all’VIII-VII sec. a.C., quando i colonizzatori greci si stanziarono nell’attuale Cava Grado, capace di offrire allo stesso tempo un facile punto d’approdo, una preziosa sorgente termale e un fertile terreno agricolo, che si innalzava progressivamente verso l’Epomeo e che si mostrava particolarmente adatto alle colture fondamentali della vite e del grano.I reperti archeologici rinvenuti sono databili al VI secolo, al periodo cioè in cui il villaggio scomparve, presumibilmente per cause naturali, vittima forse di una caduta di materiali alluvionali.

Prima del Mille i Benedettini fondarono un piccolo monastero dedicato all’Arcangelo Michele, con annessa cappella, sull’attuale Isolotto di Sant’Angelo, un dosso di origine vulcanica saldato all’isola da una lingua di sabbia, che all’epoca appariva più esteso di oggi, con terreni a terrazzi intensamente coltivati. Dalla devozione al santo derivò il toponimo, che si conservò anche quando, agli inizi del Quattrocento, ai Benedettini subentrarono agli Agostiniani.

L’Isolotto, dominato dalla chiesa, dal monastero e dalla torre regia, ebbe l’importanza strategica ed economica fino al XVIII secolo; poi, sotto la spinta dell’incremento demografico e in seguito alla distruzione della torre e della chiesa, cannoneggiate dalla flotta borbonica tra il 1808 e il 1809, la popolazione cominciò a spostarsi sull’altro versante: iniziava così il lento declino dell’isolotto. La statua del santo venne allora trasferita nella parrocchia sorta sulla collina della Madonnella, la Chiesa di San Michele, che ancora oggi, con il suo candido campanile, la sua semplice bianca facciata, e il piccolo cimitero domina il paese.

Gli artisti che prima arrivarono a Forio e poi qui a Sant’Angelo credettero di aver trovato il paradiso. Il pittore Wernes Gilles fu il primo a scoprire intorno agli anni ’50 questo idilliaco e finora sconosciuto paese di pescatori.

Sant’Angelo è il posto più pittoresco di Ischia: case in bianco e rosa tenue, che si inerpicano sul costone di tufo del monte e si alternano alternano a terrazze e balconi affacciati su un magnifico panorama, barche di pescatori, un porticciuolo che si fonde armoniosamente con le case ed in fondo il Roja o Punta Sant’Angelo, legata all’isola da una striscia di spiaggia di un centinaio di metri. In cima ad essa si scorgono i ruderi di Torre Sant’Angelo, anch’essa distrutta dagli inglesi di Nelson nel 1809. Cuore del paese è la piazzetta Ottorino Troia, aperta sulla spiaggia e sulla banchina del porticciolo, dove si concentrano negozietti e lussuose boutiques, ristoranti e bar che la sera si affollano di turisti.

Si gode qui la tranquillità più assoluta: qualsiasi mezzo di trasporto, anche gli autobus pubblici, arrivano solo fino al limite del paese, poi non vi sono più strade ma viottoli e scale, percorribili solo a piedi e che si snodano lungo il fianco della collina, raggiungendo così i vari impianti termali, costituiti come al solito da una serie di piscine circondate da una fitta vegetazione fiorita. Fra questi citiamo appunto i giardini di Afrodite e i giardini Apollin. L’unico rumore che si sente in questi luoghi è quello degli zoccoli dei muli e degli asini che trasportano fin qui le merci. I Giardini Afrodite sono un complesso termale con ampie vasche e piscine integrate in un raffinato ambiente di aiuole fiorite, di palme e di alberi ombrosi.

Da Sant’Angelo si raggiungono le Fonti di Cavascura, un impianto termale all’aperto, alimentato da acqua caldissima, situato in un vecchio letto di un fiume fra pareti di roccia ripidissime.

Oltre il borgo e l’isolotto antico di Sant’Angelo, si distende, per un lungo tratto, la splendida spiaggia dei Maronti, stretta lingua di sabbia compresa fra la verde e rigogliosa vegetazione delle pendici collinari e l’azzurro intenso del mare. Una panoramica particolarmente affascinante si può godere dall’alto di Fontana da dove è possibile abbracciare con un solo sguardo Testaccio e il Lido dei Maronti.

alessia

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