A due passi dalle grandi città e dal mare sorge Spilimbergo, una fra le più belle e interessanti città d’arte dell’alta pianura friulana, tanto da essere premiata nel 2012 come “Gioiello d’Italia”.
Borgo di antiche origini, situato sulla sponda del Tagliamento, ebbe grande splendore nel Medioevo e nel Rinascimento. Il centro urbano, infatti, conserva l’originale impianto medievale e una continua opera di restauro ha consentito di valorizzare le opere dei numerosi artisti che si sono succeduti nei secoli.
Questa cittadina è conosciuta soprattutto come “città del mosaico“: è la capitale dell’arte musiva del Friuli Venezia Giulia, con una scuola che è, nel suo genere, punto di riferimento e sperimentazione unico al mondo.
Ospita infatti la Scuola Mosaicisti del Friuli, istituzione unica al mondo fondata nel 1922, molto rinomata a livello internazionale e all’avanguardia sia per quanto riguarda le tecniche di lavorazione sia per i materiali usati. Oggi insegna l’applicazione delle tecniche musive romana, bizantina e moderna oltre a ricercare e sperimentare soluzioni estetiche e funzionali applicate alla contemporaneità.
Il posto deve il suo nomeai conti carinziani Spengenberg che qui si installarono intorno all’XI sec. Ma la sua storia inizia ben prima del loro dominio.
Nella frazione Gradisca, infatti, sono stati individuati i resti di un castelliere, mentre lo stesso castrum potrebbe risalire all’epoca romana: per di qui transitava una strada che, provenendo da Sacile, attraversava il Tagliamento per dirigersi poi verso la Germania.
Nei secoli successivi all’insediamento degli Spengenberg, Spilimbergo si sviluppò sia come piazzaforte militare, sia come centro di transito commerciale e conobbe un grande sviluppo demografico ed urbanistico grazie anche all’arrivo di “forestieri” come lombardi, toscani ed ebrei.
Sul finire del XIII secolo, si iniziò la costruzione del Duomo, uno dei più pregevoli monumenti romanico-gotici del Friuli, del palazzo del Daziario, della casa del Capitano e della Loggia (attuale municipio).
Passata nel 1420 sotto il controllo della Repubblica di Venezia, la cittadina fu teatro dello scontro tra le fazioni filoimperiali e filoveneziane, che culminò con la distruzione e l’incendio del castello.
Nonostante tutto, negli anni successivi Spilimbergo proseguì il suo periodo di prosperità economica che si rifletté anche a livello culturale. Di questo periodo sono la ricostruzione del castello in forme rinascimentali e le opere lasciate da insigni artisti quali Giovanni Antonio Pilacorte, il Pordenone, Pomponio Amalteo, Gasparo Narvesa e Irene da Spilimbergo.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia (1797) anche Spilimbergo attraversò i convulsi eventi dell’epoca napoleonica approdando poi nell’Impero Austriaco a partire dal 1814. Alcuni suoi cittadini si distinsero nei moti del 1848, in particolare Giovanni Battista Cavedalis e Leonardo Andervolti ma solo dopo la terza guerra d’indipendenza (1866) il Friuli entrò a far parte del Regno d’Italia.
Tra i comuni maggiormente compiti dal terremoto del Friuli del 1976, con ingenti danni e devastazioni agli edifici e al suo patrimonio storico e artistico; solo la rapida solerzia e sapienza con cui vennero puntellati gli edifici e i monumenti del centro storico permise di salvarli dalle successive, ripetute e violente scosse, soprattutto quelle del 15 settembre.
Ma l’orgoglio, la forza d’animo e la tenacia del popolo friulano, assieme alla solidarietà e all’aiuto concreto del mondo intero hanno permesso il miracolo della ricostruzione, della rinascita e di un nuovo sviluppo: un esempio a livello internazionale. Per questo, Spilimbergo, assieme agli altri Comuni friulani protagonisti di questa rinascita, è stata insignita della medaglia d’oro al merito civile, con la seguente motivazione: “in occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonchè della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e di alto senso del dovere, meritevole dell’ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta.”
Il cuore della città è sicuramente Corso Roma, che attraversa il centro storico da est ad ovest con i suoi storici edifici multicolori. Dell’antico borgo fortificato rimangono due torri e brevi tratti delle mura.
Percorrendo la via partendo da ovest si incontra subito la Torre occidentale, risalente al XIV secolo e che era l’ingresso al Borgo Nuovo, racchiuso dalla terza cinta muraria, ora scomparsa.
Proseguendo verso est si incontra prima il Palazzo Monaco e si giunge poi in Piazza Garibaldi, centro ideale della città. A sud della piazza si trovano la Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone, nel cui interno è conservato il Coro Ligneo, e la Chiesa di San Giovanni.
Proseguendo ancora si arriva alla Torre Orientale, che apparteneva alla seconda cinta muraria. Adagiata alla torre si può ammirare la Casa Dipinta, con affreschi del XVI secolo rappresentanti scene della vita di Ercole.
Corso Roma termina in piazza Duomo, delimitata a sud dal Duomo, risalente al XIII secolo. Il Duomo di Santa Maria Maggiore, uno dei più importanti edifici gotici friulani, presenta una caratteristica facciata asimmetrica. Il latro sinistro conserva un portale romanico, realizzato da Zenone da Campione nel 1376. Di notevole interesse artistico anche l’interno, a tre navate, dove si trova un organo del Cinquecento con dipinti attribuiti al Pordenone e ad altri pittori friulani.
Nella pizza del Duomo c’è il Palazzo di Sopra, un palazzo gotico-veneziano, oggi sede del Municipio, che risale al Trecento, e a nord la Loggia della Macia, sulla cui colonna ad angolo è ancora visibile la Macia, unità di misura di lunghezza anticamente usata negli scambi commerciali. Dal cortile del palazzo si gode di una magnifica vista sulla valle del Tagliamento.
Dalla piazza, attraverso un ponte sull’antico fossato, si entra nel castello, l’edificio più orientale della città, in cui spicca lo scenografico Palazzo dipinto.
Il castello di Spilimbergo fu innalzato, per sorvegliare uno dei principali guadi del Tagliamento, dalla famiglia di origine tedesca Spengenberg, giunta in Friuli intorno al XI secolo. I conti di Spilimbergo, che diedero il nome alla località, divennero ben presto molto ricchi e potenti. Ebbero importanti possedimenti, ma di lì a poco il loro casato si estinse ed il nome sopravvisse solo in linea femminile.
Scontri armati ebbero luogo nei secoli XIII e XIV; incendi e devastazioni provocarono più volte danni notevoli. Il castello di Spilimbergo ospitò sovrani fra i quali, nel 1532, l’imperatore Carlo V e alti prelati di passaggio per il Friuli.
Sontuosi edifici si affacciano alla corte del castello in un armonioso dispiegarsi di stili, dal Romanico al Gotico, al Veneto del Rinascimento: fra di essi spicca il quattrocentesco palazzo dipinto dalle belle trifore gotiche e rinascimentali e dagli scenografici affreschi sulla facciata, attribuiti ad Andrea Bellunello, che lavorò a Spilimbergo fra il 1469 e il 1475.
Accanto al castello, sorge l’edificio quattrocentesco che annovera eleganti fregi di Giovanni da Udine.
Balconi gotici e rinascimentali inquadrano affreschi giovanili del Pordenone sulla facciata del “palazzo dipinto”.
Attualmente il castello di Spilimbergo è in parte proprietà privata (per questo non è visitabile interamente) e parte del Comune.
Tra il Castello e il Palazzo di sopra, a fianco della strada che scende verso il greto del fiume Tagliamento, si trova la Chiesetta dell’Ancona.
Nella frazione di Baseglia si trova la Chiesa di Santa Croce con un importante ciclo di affreschi di Pomponio Amalteo.
Altra chiesa con interessanti affreschi del XVI secolo è la chiesa di San Nicolò.
Diversi sono gli itinerari da Slow Bike che attraversano Spilimbergo.
Un giro turistico che difficilmente troverete in altre città è il walking tour “Tessere d’Arte“, un percorso alla scoperta delle origini della città e dei suoi tesori, ma soprattutto della sua eccellenza internazionale: la Scuola dei Mosaicisti del Friuli, con un percorso appositamente studiato per conoscerne la storia e l’attività.
A giugno si tiene il festival ideato e curato da Gloria De Antoni, con Donato Guerra, dedicato agli Autori della Fotografia nel cinema italiano contemporaneo: “Le giornate della luce“.
Ogni anno, in luglio, la cittadina di Spilimbergo è animata da Folkest, il più grande festival folk del Sud Europa, che si svolge in tutta la regione, in Veneto e in Istria, ma che si conclude con tre intensi giorni di musica proprio a Spilimbergo.
In agosto Spilimbergo torna indietro nel tempo fino al ‘500 con l’evocativa Rievocazione Storica della Macia, la tradizionale manifestazione che prende il nome dall’antica misura di lunghezza per stoffe, la macia appunto, in uso a Spilimbergo già nel 1438, una cui copia è incisa sul pilastro del Palazzo della loggia nella piazza del Duomo. La manifestazione ricrea il clima della vita quotidiana della città, una delle più importanti a livello politico e culturale in Friuli, agli inizi del ‘500. I portici ospitano le botteghe artigiane con le loro mercanzie e le locande per ristorare i visitatori. Nelle piazze e lungo le vie si vedono i popolani impegnati nella spesa, i borghesi che trattano i loro affari, i nobili che passeggiano e i mendicanti che importunano i passanti per la questua. E in questa folla variopinta si inseriscono i cantori e gli artisti, che si guadagnano da vivere con le loro capacità istrioniche, mentre su tutto vegliano gli armigeri del conte, accampati nel cortile del castello, gli arcieri del capitano Theodoro e i soldati della Terra.
I panzerotti sono una delle prelibatezze più amate della cucina italiana, simbolo della tradizione gastronomica…
Il famoso cantante, vista la mancanza dei figli sotto Natale, ha deciso di concedersi una…
La strana tradizione in provincia di Frosinone che a Santo Stefano ancora commuove tutti, dal…
Se desideri arricchire la tua esperienza romana andando oltre i percorsi tradizionali, una visita una…
Quando il Natale finisce, in molte case italiane la festa sembra continuare per giorni, soprattutto…
C’erano una volta le vacanze “vecchio stile”, quelle che oggi guardiamo con una certa nostalgia…