Situato in Valle d’Aosta, su di una sporgenza rocciosa a picco sulla forra di Pierre-Taillée, all’imbocco della Valdigne, il piccolissimo comune di Avise, che conta a malapena 300 abitanti, può vantare sul suo territorio la presenza di ben tre castelli.
La sua posizione strategica fece sì che per secoli fosse baluardo a difesa dei traffici commerciali verso il valico alpino del Colle del Piccolo San Bernardo, fin dall’epoca romana a protezione della via delle Gallie, passaggio obbligato tra Augusta Praetoria (l’odierna Aosta) e la Gallia.
Durante il medioevo, la posizione strategica di Avise permise il prosperare della nobile famiglia dei d’Avise, una delle poche a potersi permettere di non sottomettersi a Casa Savoia e a potersi permettere di costruire ben tre castelli a distanza di poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Sul Castello di Avise, in particolare, è di monito ai passanti il motto: «Qui tost Avise, tart se repent».
Il primo castello che incontriamo durante il nostro percorso è quello di Avise, situato all’ingresso del borgo. Il castello, costruito da Bonifacio d’Avise nel 1492, si compone di un corpo principale affiancato da una torre a base quadrata, ornata da ricchi decori architettonici. Tra gli elementi di spicco, ci sono i quattro camini, i dipinti e i graffiti, i pavimenti lignei e la sala delle mensole al primo piano. La costruzione innalzata da Bonifacio d’Avise nel 1492, tutt’oggi in buono stato di conservazione, è fiancheggiata da una torre quadrata ornata in alto da eleganti caditoie che ripropongono il motivo gotico detto a “goccia rovesciata”. Sulla porta d’entrata sono scolpite le armi della famiglia con il motto “Qui tost Avise tart se repent”.
Al piano terreno la grande sala con il camino e i due grandi mobili destinati ad esporre la collezione di peltri e la “camera della cassaforte” al piano superiore, possono offrire uno spaccato eloquente delle abitudini e del tenore di vita della borghesia medio-alta di un villaggio della Valle d’Aosta nella seconda metà del XIX secolo. A sua volta la “sala delle mensole” al primo piano composta da 14 mensole di legno scolpite con figure di animali, mostri e personaggi in vesti quattrocentesche, testimonia scelte decorative che allineano la committenza degli Avise in un preciso filone di gusto “ufficiale”. Le tracce di diverse fasi architettoniche nella struttura del castello (porte murate, inserimenti di finestre e murature), nonché la presenza di elementi lapidei antichi (architravi, cornici di finestra), frammenti di dipinti, decorazioni, graffiti… sono tutti elementi che testimoniano la reale complessità di sovrapposizioni della sua storia.
La prima dimora della famiglia d’Avise fu però il castello di Blonay, che si impone nel centro del paese nei pressi della chiesa di San Brizio. La parte più antica è la torre quadrata merlata, risalente al XII secolo, mentre il corpo di fabbrica è più recente (sec. XV). Nel 1645 passò ai fratelli de Blonay, cambiando il nome. La torre servì a lungo da prigione, tanto da assumere l’appellativo di torre delle prigioni (tour des Prisons). E’ disabitato dal 1980 e purtroppo non è visitabile.
Più decentrato, in località Cré, si trova il castello di Cré, detto anche casaforte Ducrest, risalente al X secolo. A differenza di quelli che abbiamo appena visto, che sono ben conservati, il castello di Cré è ridotto ad un rudere: scoperchiato e invaso dai rovi, ha i piani crollati e si presenta in stato di estremo degrado. Porte e finestre presentano ancora cornici in pietra lavorata, probabilmente risalenti al XVI secolo.
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