Per gli appassionati di esoterismo c’è un altro modo di fare vacanza. Alla ricerca di pozzi sacri, templi sotterranei, colonne magnetiche e numeri magici.
15 mete italiane per immergersi in un mondo a metà tra storia e leggenda, religione e occultismo. Perfette per chi ha voglia di emozioni senza tempo.
La Collegiata di Sant’Orso, costruita attorno all’anno Mille sulle fondamenta di una chiesa più antica, è un luogo di spiritualità tutto particolare. E’ dedicato al primo santo valdostano che, secondo la leggenda, giunse dall’Irlanda portando con sé suggestive tradizioni celtiche. Tra queste, il culto delle pietre “magiche” capaci di dare la fertilità. Una di queste, attraversata da un cunicolo, si trova dietro l’altare della cripta. E, una volta l’anno, le donne che desiderano un figlio percorrono carponi questo stretto passaggio. E’ il rito del Musset, che si tiene il primo di febbraio, alla festa di Sant’Orso. Ma si dice che la pietra, grazie alle sue vibrazioni, faccia bene anche a chi ha mal di schiena. Altre figure simboliche si trovano sulle colonne del chiostro, decorato con affreschi e un mosaico che raffigura un quadrato magico.
Torino è considerata una delle capitali della magia bianca (insieme a Lione e Praga) e della magia nera (con Londra e San Francisco). Secondo la leggenda, fu fondata dal principe egizio Eridano, fratello di Osiride. Che importo il culto del dio Api, raffigurato da un toro. Da qui il nome della città e la presenza del Museo egizio. A Torino soggiornò anche Nostradamus, che predisse il trasferimento della Sindone (per gli esoterici un simbolo magico). A lato della scalinata che conduce alla chiesa della Gran Madre, poi, c’è la statua della Fede, che tiene in mano un calice e con lo sguardo indica il luogo dove il santo Graal dovrebbe essere custodito. Un altro mistero, invece, è fuori dalla città, all’inizio della Val di Susa. Sulle rocce del monte Musiné sono scavate della cavità che riproducono una mappa celeste riferita all’emisfero boreale.
Questa piccola valle nei pressi del lago di Garda prende il nome dal monte Vesta, chiamato così perché, in età romana, vi sorgeva un tempio dedicato alla dea protettrice del focolare e della famiglia. La forma della Valvestina, del resto, evoca quella ancestrale di un utero, come il recinto della Kaaba a La Mecca, il portico di San Pietro a Roma o la pianta della mitica Atlantide. E gli studiosi dell’Istituto di ricerche esoteriche Cosmos, hanno scoperto che qui si condensano energie particolarmente forti. E che le acque della valle sono cariche di vibrazioni benefiche. Come la fontana “della febbre”, vicino al paese di Magasa che, secondo la tradizione, fa passare le malattie. Da non perdere una visita al baricentro energetico e spirituale della valle, dove sorge la grande roccia avvolta da un gigantesco salice, proprio nel mezzo del torrente Magasino.
Anche Milano, con i suoi uffici, le banche e le industrie, per gli studiosi di esoterismo nasconde dei misteri. Già il nome, che in celtico significata “terra sacra del mezzo”, dice che anticamente Milano era un santuario al centro di coordinate terrestri e astrali scelte dai druidi per riunirsi. Nel Duomo poi, una meridiana di ottone percorre tutto il pavimento parallela alla facciata, affiancata dai simboli zodiacali che evocano le origini celesti del culto. A mezzogiorno un raggio di sole colpisce la meridiana indicando il segno del mese. Nel portico davanti all’ingresso della basilica di Sant’Ambrogio, invece, c’è una colonna che emana una particolare energia: toccandola si sente una piccola scarica elettrica. Mentre nella cripta della chiesa di San Calimero c’è un pozzo dove un tempo sgorgava un’acqua ritenuta miracolosa, come quella di Santa Maria della Fontana nell’omonima piazza.
La provincia di Pavia è legata ai mitici cavalieri del santo Graal. A Torricella Verzate si trovano i resti del castello dei Templari. Mentre a Pavia c’è la Basilica di San Michele, del IX secolo, ricca di simboli solari e zodiacali. Per gli antichi, infatti, i luoghi di culto dovevano rispecchiare il cielo, da dove provengono le energie spirituali. L’edificio, che sulla facciata presenta misteriose sculture di mostri e sirene, è orientato come una meridiana, in modo che al tramonto dell’8 maggio, giorno di San Michele, il sole illumini il centro dell’abside. L’invito a guardare le stelle arriva dal labirinto, che si trova sul pavimento del presbiterio. Questo bellissimo mosaico, in parte danneggiato, è ricco di simboli e riporta al centro la vittoria di Teseo sul Minotauro, circondato da immagini dell’anno rappresentato da un re con i 12 mesi.
Lo spiazzo erboso davanti Campo dei Miracoli, destinato al culto sin dagli Etruschi, ospita tre monumenti religiosi costruiti verso il 1100 rappresentanti le tappe fondamentali della vita: la nascita (il Battistero), la vita (il Duomo di Santa Maria Assunta) e la morte (il Camposanto). Come un enorme orologio cosmico, la disposizione di questi edifici ha un allineamento simile a quello delle prime tre stelle della costellazione dell’Ariete. E infatti il Duomo è stato fondato il 25 marzo 1064, quando il sole entrava in Ariete. I ricercatori di esoterismo dicono che i rosoni (nel Medioevo detti “occhi”) servissero da grandi oculi per scrutare le mappe astrali che i pisani, da navigatori, conoscevano bene. Sul Campanile, la Torre pendente ha simboli che segnano il tempo: come il bassorilievo delle navi raggiunto dal sole nel mezzogiorno di Ognissanti.
Secondo la leggenda, il cavaliere Galgano, vissuto nel 1200, diventò eremita dopo aver avuto una visione di San Michele. Così conficcò nella roccia la sua spada, che si trova ancora nell’Eremo di Montesiepi. Attorno a questa spada è stata costruita una Rotonda: un curioso edificio con una cupola a 24 cerchi concentrici. Quarant’anni dopo la morte di San Galgano, i monaci cistercensi eressero vicino un’abbazia in stile gotico, oggi priva di tetto dopo un brutto incendio. Un luogo suggestivo, in aperta campagna, costruito secondo le regole della geometria sacra: i rapporti perfetti tra i vari elementi architettonici dovevano favorire l’armonia, così che la chiesa diventasse una “cassa armonica” tra il Cielo e la Terra, avvicinando l’uomo a Dio. Secondo gli studi, questa cassa ha anche delle corrispondenza precise con la musica. Se desiderate passare una giornata a Chiusdino sulle orme di San Galgano, prendete spunto dal nostro itinerario!
La storia della Rocca di San Leo, a picco sul suggestivo roccione che domina la piana di Montefeltro, è legata alle vicende di Cagliostro (al secolo, il palermitano Giuseppe Balsamo). Nella Rocca, che nel Settecento era un carcere di massima sicurezza dello Stato Pontificio, il celebre alchimista venne imprigionato per eresia e morì dopo quattro anni di indicibili sofferenze. Cagliostro, mago, esoterista e avventuriero, era anche un guaritore, e aveva fondato la Massoneria di Rito Egizio per promuovere la rigenerazione fisica e spirituale dell’uomo. Ancora oggi la Fortezza di San Leo è sede di cerimonie e punto di riferimento della massoneria italiana. Da non perdere, dal 23 al 26 agosto, in occasione dell’anniversario della morte di Cagliostro, la manifestazione Alchimia alchimie, con conferenze, mostre e mercatino.
A Bomarzo, un paesino di origine etrusca vicino a Viterbo, si trova uno dei siti esoterici più affascinanti del nostro Paese. Qui, alla metà del Cinquecento, il Principe Vicinio Orsini fece realizzare dall’architetto Pirro Ligorio un giardino unico e bizzarro. Il percorso in questo bosco sacro sul fianco della collina si snoda fra una trentina di sculture fantastiche: sfingi, sirene, personaggi delle fiabe e figure mitologiche. Costruzioni inquietanti: draghi che lottano, orchi, una tartaruga gigante, un elefante che sostiene una torre. Un mondo incantato, il cui scopo era quello di liberare la mente dalle preoccupazioni terrene, formando così un percorso che, come avverte anche un’iscrizione all’ingresso, rappresenta un viaggio iniziatico tra le insidie della vita. Alla fine si raggiunge un tempietto sul punto più alto del Parco, simbolo dell’armonia interiore.
Per un tour esoterico nella “città eterna” si può iniziare dal Pantheon, l’imponente monumento di epoca romana dedicato alle sette divinità planetarie. La sua cupola, dalle proporzioni perfetta, simboleggia il cielo: dal foro alla sommità della volta, largo nove metri proviene l’unica fonte luminosa dell’edificio. I simboli delle costellazioni, invece, si trovano nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli e, ogni giorni, vengono illuminati dai raggi di sole che attraversano un foro nella facciata. Ma la più misteriosa di tutti è la basilica sotterranea di Porta maggiore, il luogo di culto di una setta neopitagorica, che credeva nel valore dei numeri e dell’armonia. Da vedere anche la Porta magica in piazza Vittorio Emanuele: sulla cornice sono scolpiti simboli alchemici perché era considerata l’accesso ad una dimensione occulta.
Da sempre la città partenopea è famosa per il mistero. Una delle mete più affascinanti è la cappella Sansevero. Ospita le “macchine anatomiche”, due scheletri umani rivestiti della rete di arterie e vene creati dal principe di Sansevero, famoso alchimista e inventore. Il palazzo Sanseverino, o chiesa di Gesù Nuovo, è ricoperto di un misterioso bugnato con simboli alchemici, opera di maestri della pietra. Si credeva fossero in grado di caricare positivamente gli edifici per tenere lontane le energie negative. Il più grande mistero, però, è legato alla Sibilla Cumana, la vergine che, ispirata da Apollo, rilasciava i suoi oracoli e compilava i famosi Libri Sibillini. Nel 1932 nel parco archeologico di Cuma, una frazione di Pozzuoli, è stata scoperta la galleria a sezione trapezoidale lunga 131 metri che portava ad un antro scavato sotto il tempio di Apollo. Tra i santuari più venerati dell’antichità, era considerato l’ingresso del Regno dei morti.
Monte Sant’Angelo è il principale punto di riferimento per il culto di San Michele. Qui l’Arcangelo sarebbe apparso in una grotta nel V sec. d.C. e altre volte in quelli successivi. Prima di diventare un santuario cristiano, era un luogo consacrato alle antiche divinità greche guaritrici. Dall’atrio, una lunga scala porta fino alla grotta sacra dove c’è la statua dell’Arcangelo che uccide il drago. Dalle pareti della grotta stilla un’acqua dai poteri miracolosi, si dice. Nel Medioevo era meta di pellegrini che partivano da Mont Saint Michel in Normandia e, percorrendo la via Sacra Longobardorum, passavano dal grande santuario della Sacra di San Michele in Piemonte. Secondo gli esoteristi questi tre luoghi sono collegati energeticamente e rappresentano la vittoria di San Michele sulle forze del male.
Un castello non castello, senza ponte levatoio né fortificazioni, e tra i più straordinari monumenti esoterici italiani, ancora carico di misteri. Castel del Monte, costruito nel 1250 e perfettamente conservato (è Patrimonio mondiale dell’umanità), è stato voluto da Federico II di Svevia, re colto e raffinato, seguace della filosofia dei Templari. Sembra che qui fosse custodito il Santo Graal, la coppa con il sangue di Cristo ricevuta a Gerusalemme. La forma è quella di una stella di pietra ottagonale, con otto torri ottagonali agli spigoli e un cortile altrettanto ottagonale. Non a caso, il numero otto nel Medioevo era il simbolo della resurrezione e della vita eterna, e molti edifici sacri (in particolare i battisteri) erano ottagonali. Sembra che questo maestoso edificio fosse anche un orologio astronomico: agli equinozi l’ombra delle mura copre esattamente l’ampiezza del cortile.
Tra Locorotondo e Martina Franca, nella Valle d’Itria, ci sono più di 15.000 trulli, le antiche costruzioni in pietra a secco, dal tipico tetto conico. I più belli si trovano ad Alberobello e, nella struttura e nella tecnica, sono molto simili a costruzioni realizzate in zona lontanissime sia nel tempo che nello spazio, come le antichissime capanne messicane o le case di Harran, la biblioteca città della Mesopotamia. Per gli studiosi di esoterismo i trulli avevano una funzione sacra, come dimostrano i simboli che, ancora oggi, vengono dipinti a calce sul tetto: croci, candelieri, pianeti, stelle di David, svastiche. Anche il pinnacolo che svetta sulla cupola sembra avesse una funzione magica, come un’antenna per captare le energie del cosmo. E per alcuni, oggi la valle è un centro di spiritualità: a Cisternino, vicino ad Alberobello, c’è l’ashram Bhole Baba, dove meditano i seguaci del guru Babaji.
Nuraghe, domus de janas (le antichissime necropoli scavate nella roccia, il cui nome significa: casa delle fate), tombe dei giganti, dolmen, menhir, pozzi sacri. La Sardegna, sede dell’antichissima e misteriosa civiltà nuragica (forse erede di Atlantide), è la meta prediletta per gli appassionati di esoterismo. Da non perdere il complesso nuragico di Santa Cristina, vero e proprio santuario preistorico. Al centro del sito archeologico, infatti, si trova un tempio a pozzo del 1300 a.c. in cui si celebrava il culto delle acque. E’ il più evoluto e meglio conservato fra i 40 circa che ci sono in Sardegna. Nelle notti di plenilunio, le donne scendevano la scalinata in basalto per raggiungere l’omphalos, il foro centrale dove sgorga la sorgente. Qui si celebravano riti di purificazione collegati al culto della Dea madre e all’energia femminile. Se avete ulteriori giorni a disposizione, Paulilatino è un buon punto di partenza alla scoperta della costa dei fenicotteri.
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