Abbattimento del pesce: ecco le temperature da rispettare per non incorrere nell’Anisakis

Ti piace il pesce crudo? Fai attenzione a non rischiare di prendere un’infezione da Anisakis. Impara le regole per un consumo sicuro.

Il batterio terribile che colpisce le vie intestinali viene trasmesso dai pesci all’uomo causando febbre alta, vomito e altri disturbi gravi.

Se ami mangiare il pesce crudo, sappi che esistono delle precise regole che stabiliscono con esattezza a che temperatura va congelato, così da abbatterlo, per poter essere poi consumato. Ecco di che cosa si tratta.

Pesce, come fare a non incorrere in infezioni batteriche se si consuma crudo

L’Anisakis è un batterio filiforme di circa 2 cm, e di colore biancastro, che si può annidare nei muscoli e nella cavità dei pesci, tra cui soprattutto sgombro, aringa, merluzzo, tonno, salmone e acciuga e, purtroppo, chi consuma pesce crudo o sushi, sashimi, chevice o i pesci marinati, oppure del pesce affumicato a freddo, corre sempre il rischio di venirne contagiato.

batteri nel pesce
Rischi del consumo di pesce crudo Itinerari.it

La contaminazione avviene se il pesce non viene eviscerato subito dopo essere stato pescato, o conservato, perché i vermi possono passare dalle viscere alla carni. Quindi per un consumo sicuro e consapevole del pesce, prima cosa questo si deve eviscerare, lavare e riporre in frigo a bassa temperatura, ma per essere mangiato crudo va sottoposto all’abbattimento, una procedura professionale, che prevede rigide regole di congelato a determinate temperature.

Il pesce fresco infatti, può essere mangiato crudo soltanto se è stato abbattuto con cura. L’abbattimento è per l’appunto un processo industriale, impossibile da praticare in casa con i congelatori domestici, che va a bloccare la carica batterica. Per far sì che ciò avvenga in modo sicuro ci deve essere un attento congelamento a una temperatura di -20° per almeno 24 ore, o di almeno 19° per 96 ore, o di almeno 35° per circa 15 ore.

Nel momento in cui il pesce crudo deve essere mangiato, dopo l’abbattimento, il trattamento più sicuro per uccidere il parassita resta sempre la cottura. Esso dovrà raggiungere una temperatura interna di almeno 63-65°C.

Il rischio altrimenti è quello di prendere un’infezione da Anikasis o altre terribili infezioni batteriche, tra cui la difillobotriasi dovuta alla presenza della cosiddetta “tenia” del pesce, cioè il Diphillobothrium Latu.

Ci si accorge subito di aver preso l’Anikasis quando si ha la nausea, febbre alta dolori all’addome. Purtroppo in questi casi bisogna aspettare che l’organismo che è stato contagiato dai batteri faccia il suo corso, in quanto cercherà di espellere l’infezione attraverso le feci e il vomito, quindi l’assunzione di farmaci che inibiscono la nausea e la diarrea sono assolutamente sconsigliati.

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