Bisogna dire basta alla violenza sugli animali: anche gli elefanti che disegnano sono vittime di abusi da parte degli esseri umani.
Ad ognuno di noi sarà capitato almeno una volta, mentre scorrevamo le pagine del nostro social preferito, di imbattersi in video o immagini ritraenti i cosiddetti elefanti artisti. Una pratica niente affatto meritevole di lodi visto che a spingere questi adorabili animali a certi comportamenti è ancora una volta l’egoismo umano. Non esiste in natura nessun animale capace di usare il pennello per dipingere una tela. Si tratta di una pratica che va combattuta.
Se vedete qualche specie in grado di farlo, potete star certi che è stato l’essere umano a piegare l’animale a quello che è il suo volere. Quasi sempre con lo scopo per ottenere un certo tornaconto economico, questi aguzzini sarebbero capaci di tutto. Per questo quella degli elefanti che disegnano è senza dubbio una pratica barbara che va contrastata con ogni mezzo. L’abuso dell’uomo sugli animali e sulla natura deve finire.
Passato come un fenomeno virale che ha suscitato una buona parte dell’ilarità e della simpatia degli utenti, si tratta in realtà di una pratica atroce che viene portata avanti soprattutto verso i cuccioli di elefanti. Prendere questi pachidermi ancora piccoli rende tutto più facile. Soprattutto se si tratta di tenere queste povere creature sotto scacco. Quest’abominio merita di essere fermato.
Per fare in modo che questi animali imparino a disegnare, o per meglio dire ad eseguire i compiti imposti dall’uomo, vengono costretti a sopportare mesi di abusi fisici. Insegnare loro come muovere il pennello sulla tela al fine di ritrarre i loro simili non è facile. Per questo i cuccioli di elefante vengono picchiati mentre rimangono incatenati e senza cibo. Questo porta l’animale a sviluppare un istinto di sopravvivenza che gli permette di sottostare alla volontà dell’uomo e di imparare i comandi richiesti.
Quando gli elefanti iniziano ad imparare è lì il momento che vengono ricompensati, per così dire, con del cibo. Una specie di meccanismo automatico che gli permette di preservare la loro esistenza. Un comportamento che giudicare crudele è poco. Il pennello viene infilato a forza nella proboscide dell’elefante che essendo ricca di terminazioni nervose rischia anche di subire gravi danni. Una volta compiuto il primo passaggio, ai pachidermi viene insegnato come muoversi attraverso altre torture fatte sulle orecchie.
Uno dei centri più importanti impegnati in questa squallida pratica è quello del Maesa Elephant Camp. Situato a pochi passi dalla città di Chiang Mai, in Thailandia. Lì è dal 1976 che viene portata avanti questa surreale pratica. Se volete dare il vostro piccolo contributo nel fermare quest’atrocità, il consiglio è quello di boicottare tutto ciò che incentiva l’abuso su qualsiasi tipo di animale. Gli elefanti non nascono per fare gli artisti sotto comando dell’uomo.
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