L’Italia ha una cultura di rituali scaramantici per allontanare il ‘male’ e attirare la fortuna: dal nord al sud li conosciamo tutti.
Il nostro Paese è conosciuto all’estero non solo per le bellezze artistiche, paesaggistiche e culinarie ma anche per la cultura fatta di riti scaramantici. Presente un po’ in tutti i paesi, la sfortuna ha influenzato da sempre le culture, e nel tempo ha creato un impasto, un mix di credenze, che fondono e confondono culto e credenze, religione e paganesimo. L’Italia in particolare è riconosciuta da questo punto di vista, anche un po’ presa in giro per via dei nostri gesti così ‘folkloristici’ che spesso cadono nel volgare, che ci salvano da questa maledetta sfortuna.
Sfortuna che per la religione è legata al concetto di ‘peccato’ e al ‘male’, al ‘diavolo’, per il paganesimo invece dovuta semplicemente agli occhi delle persone, come si dice in gergo ‘hai troppi occhi addosso’, questo sguardo invidioso del vicino che ci catapulta addosso una serie di sfortunati eventi dai quali vorremmo stare lontani.
Cosa sono i rituali scaramantici e quali sono i più diffusi nella penisola italiana
I gesti scaramantici cambiano da zona a zona, alcuni differiscono da nord e sud, ma altri invece sono universali per tutta la Nazione. Tra i primi e anche tra i più volgari, c’è il toccarsi i genitali maschili in segno di buona sorte: quando si ha paura che accada qualcosa, il toccare i genitali viene inteso come allontanamento delle sfortune. Ancora, sempre in questo senso il toccare ferro. L’idea di toccare ferro è legata al buon auspicio. C’è chi ancora quando passa un’autoambulanza corre a toccare la prima cosa metallica che incontra. Oppure il portare al collo il corniciello napoletano che ha la stessa funzione.
Seguendo con i gesti scaramantici ci sono le corna. Fare le corna con le dita di solito è un gesto nascosto che si fa quando l’interlocutore sta dicendo qualche cattiveria oppure si sentono notizie negative. Fare le corna è legato al concetto di male, appunto al diavolo, farle allontanerebbe le cattive influenze. Andando ancora avanti passiamo all’incrociare le dita, questo è un bel gesto di buon augurio, quando si spera in qualcosa si dice ‘incrociamo le dita’ come espressione positiva, per sperare che quel qualcosa avvenga e si riferisce alla croce, quindi allontanamento dal peccato e dal male.
Il numero 13 anche ha una storia legata alla fortuna. È scelto come numero fortunato perché associato a Sant’Antonio che è stato nominato il santo della fortuna. Altri gesti basici che legano la scaramanzia alla religione è il semplice segno della croce oppure il portare con sé i santini con le immagini dei santi che dovrebbero ‘proteggerci’ da lassù durante le prove più dure, anche baciare il santino è un gesto fatto dai più anziani per cercare fortuna. Infine c’è il concetto di malocchio che è più legato ad una cultura del sud, campana, ma comunque conosciuto a livello nazionale.
Il ‘togliere il malocchio’ è una pratica che viene fatta ancora dalle donne anziane al sud, un rito attraverso il quale con un olio si fa una lettura della mano per togliere i malocchi che consisterebbero negli sguardi invidiosi delle persone che ti si ‘attaccano’ addosso portandoti sfortuna. C’è poi chi sparge il sale, non solo per sciogliere la neve, ma tutto l’anno, di fronte agli ingressi delle abitazioni, in una stanza specifica oppure sull’automobile nuova. Spargere il sale è un gesto di purificazione di quelle zone o quegli oggetti.