Hai mai sentito parlare del Krampus? Oggi è la sua giornata ed è il momento di scoprire quali sono le sue origini!
Il 5 dicembre è una data speciale nell’arco alpino. È la vigilia dell’arrivo di San Nicolò, il santo buono che premia i bambini che si sono comportati bene durante l’anno. San Nicolò attraversa le strade su un carro, con la lunga barba bianca e il suo abito elegante, portando doni e sorrisi. Sembra un momento perfetto per le feste, vero? Ma attenzione, perché dietro a questa figura rassicurante si nasconde qualcosa di molto più inquietante. Qualcosa che farà battere il cuore non solo ai più piccoli, ma anche agli adulti. Ecco entrare in scena i Krampus.
Dietro la gioia e la serenità di San Nicolò si nasconde una festa diversa, fatta di caos, spavento e risate nervose. A precedere l’arrivo del santo, infatti, sono i Krampus, demoni dall’aspetto terrificante che scorrazzano per le vie, inseguendo grandi e piccoli, brandendo fruste e forconi. È una tradizione antica, un po’ carnevale e un po’ rito di passaggio, che mescola paura e curiosità.
Ma chi sono davvero i Krampus? Queste figure non sono nate per caso: le loro radici affondano in tradizioni precristiane delle regioni alpine, dove si celebrava il passaggio dall’autunno all’inverno con riti dedicati al ciclo della natura e alla lotta tra luce e oscurità. Con l’arrivo del cristianesimo, le tradizioni locali si sono fuse con il culto di San Nicolò – o San Nicola – creando questa celebrazione che mescola sacro e profano.
Si narra che, molto tempo fa, in periodi di carestia, i giovani dei villaggi di montagna si travestissero con pellicce, piume e corna, creando un aspetto spaventoso per rimanere irriconoscibili. Con questo stratagemma, si avventuravano nei paesi vicini, terrorizzando gli abitanti e sottraendo loro le provviste necessarie per affrontare il rigido inverno. Si racconta che, in uno di questi gruppi mascherati, si infiltrò un demone vero, riconoscibile solo dalle sue zampe caprine.
La storia prende una svolta quando il vescovo Nicola fu chiamato a scacciare questa oscura presenza. Dopo un confronto, il demone fu sconfitto e bandito, ma il ricordo del suo passaggio rimase impresso. Da quel momento, ogni vigilia di San Nicolò, i giovani dei villaggi iniziarono a travestirsi da demoni non più per rubare, ma per spaventare simbolicamente i “cattivi” e celebrare il trionfo del bene. In questa tradizione, San Nicolò stesso accompagnava la processione, simbolo della luce che domina l’oscurità.
Il nome Krampus deriva probabilmente dal termine tedesco krampen, che significa “artiglio”, e ben si adatta al loro aspetto terrificante. Le loro maschere, spesso intagliate a mano, mostrano volti mostruosi con corna appuntite, denti aguzzi e occhi minacciosi. La pelliccia sporca e i campanacci completano un’immagine che sembra uscita da un incubo. Ma dietro questa facciata spaventosa si nasconde una funzione simbolica: i Krampus rappresentano il caos, il lato oscuro dell’animo umano, che può essere esorcizzato proprio grazie al loro arrivo.
Se volete vivere di persona questa festa, ci sono molte località dove i Krampus fanno la loro comparsa. In Alto Adige, ad esempio, città come Bolzano o Brunico si trasformano in teatri diabolici, dove i Krampus sfilano tra il pubblico terrorizzando i presenti con il suono dei loro campanacci. In Austria, le celebrazioni a Salisburgo e nei piccoli villaggi alpini come Heiligenblut attirano curiosi da tutto il mondo.
Anche in Friuli-Venezia Giulia, Slovenia e persino Croazia, i Krampus portano il loro caos, inseguendo malcapitati e mettendo in scena una festa che oscilla tra il sacro e il pagano. Il bello è proprio l’atmosfera che si crea: il buio della sera, il fuoco dei bracieri, il rumore assordante e la tensione palpabile. È un’esperienza che non si dimentica facilmente.
Ma perché ci piacciono tanto i Krampus e vogliamo vederli ancora oggi? Forse perché ci ricordano che, anche nelle festività più dolci, c’è spazio per un po’ di brivido. Attenti a non farvi prendere, ma se succede, potreste scoprire che un po’ di paura ogni tanto non fa male!
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