Il santuario di S. Angelo si trova a circa 900 metri di altitudine sul livello del mare, a monte di Balsorano, alla sommità di un monte chiamato appunto S. Angelo.
Siamo (per poco) in Abruzzo, in quel lembo di terra che collega L’Aquila a Frosinone e si adagia sui monti Ernici.
E’ faticoso salire per il vallone che porta alla grotta di S. Angelo, ma nello stesso tempo quell’ascensione fa tanto bene allo spirito che si solleva a dimentica per qualche ora le pene e l’angoscia della vita.
Dal crocifisso di gesso, piantato là sullo scoglio poco dopo l’inizio della difficile ascesa, è tutto un susseguirsi di bellezze rupestri. Dopo aver attraversato il paese si prende una stradina che sale dritta, fra i muri a secco che recingono campi ed orti, verso un ampio vallone: in alto si scorge la parete dove è situata la grotta.
Da un piccolo parcheggio in località “Ricciriglio” inizia un sentiero lastricato. In alto, nella tavoletta di bronzo centrale, si legge “Sali Michel ti guida t’attende mistica oliva di gratia (sic) feconda Maria“. Le parole sono l’annunzio della Grotta che prende il nome dall’Arcangelo Michele e nella quale si venera con tanto amore Maria, la Madonna dello Spirito Santo.
- Perché si chiama così la grotta di Sant’Angelo?
La grotta di Balsorano si chiama grotta S. Angelo perché vi fu sempre venerato S. Michele Arcangelo. Anticamente, all’interno della grotta, vi erano tre dipinti dell’Arcangelo. In tutto il Medioevo S. Michele Arcangelo viene quasi sempre chiamato S. Angelo. La città del Gargano, dove si apre la famosa grotta e dove apparve, secondo la tradizione, l’Arcangelo S. Michele, si chiama monte S. Angelo.
- La devozione a S. Michele Arcangelo
Nel Medioevo fiorì e si estese a quasi tutta l’Europa la devozione a S. Michele Arcangelo, cioè S. Angelo. Il suo culto si propagò dappertutto. Esso probabilmente risale al V secolo, certamente al VI. A Venezia lo troviamo nel tesoro di S. Marco, nel secolo X. Antichissimo è il suo culto in Normandia.L’immagine dell’Arcangelo sulla porta del celebre Santuario del Gargano, fu fusa nel 1076 a Costantinopoli e attorno a questo periodo troviamo S. Michele a Verona, ad Assisi, a Pisa, a Parigi, a Tolosa ed in tantissime altre città. In una parola, era diventata universale la devozione all’Arcangelo Michele.
Nei secolo XI, XII, XIII e XIV, si moltiplicarono ovunque le immagini a S.Michele. Fin dalle epoche più remote, fu il Monte Gargano ad ispirare fedeli ed altri paesi a dedicare a S. Michele Arcangelo sono caratterizzati dalle alture e dalle caverne. Nessuna meraviglia, quindi che anche a Balsorano, nell’ampia grotta della montagna, si iniziasse la devozione a S. Michele Arcangelo.
Quando ha inizio il culto dell’Arcangelo nella grotta di Balsorano non lo sappiamo. Una data importante la possediamo però: 16 febbraio 1296. In quest’anno ci viene assicurato che il Santuario della grotta di S. Angelo era legato ad un monastero di Benedettini. Così si esprime la Bolla di Papa Bonifacio VIII (1294-1303) rivolgendosi al Vescovo di Sora Nicola, imponendogli di recuperare e difendere i beni, gli averi e i diritti perduti della Chiesa di S. Angelo.
- Gli esercizi spirituali a S. Angelo
A quando risale a S. Angelo la pratica degli esercizi spirituali?
Non abbiamo una risposta sicura da dare. Tuttavia, la tradizione, che spesso è degna di essere ritenuta come un documento, ci potrebbe portare molto lontani nel tempo, dal momento che piatti e stoviglie di data non troppo recente ancora si conservano nell’ospizio di S. Angelo.
Ma che cosa sono gli esercizi spiriturali che da due secoli sono la bellezza caratteristica di S. Angelo?
Gli esercizi spirituali hanno luogo ogni anno nella seconda settimana di maggio. I pellegrini che partecipano a quei giorni di ritiro e di preghiera sono chiamati sempre fratelli e obbedivano una volta all’Arciprete di Balsorano, mentre oggi obbediscono agli ordini del Rettore del Santuario o di chi, per lui, dirige quelle giornate spirituali.
Gli esercizi consistono in molte preghiere che vengono recitate in comune dai fratelli nella giornata. Centinaia di uomini, si trasformano nei cinque giorni di preghiera e danno prove continue della loro fede e di sentimenti profondamente cristiani.
Chi va a S. Angelo va solo con lo scopo di meditare, di pregare, di diventare migliore, di riaffermare i suoi principi di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa.