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I luoghi del sacro

L’eremo di San Colombano: la chiesa rocciosa più bella del Trentino

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alessia

E’ uno delle chiese rocciose più belle d’Italia, nonché uno dei luoghi più affascinanti e particolari del Trentino Alto Adige, poiché si trova in una posizione talmente panoramica da risultare curiosa e quasi surreale.

Situato nel comune di Trambileno, poco distante da Rovereto, in provincia di Trento, l’eremo di San Colombano si trova infatti incastonato all’interno di una parete di roccia e si affaccia su uno strapiombo di circa 120 metri.

Il complesso è dedicato al Santo che, secondo la leggenda, in veste di giovane cavaliere uccise il drago che provocava la morte di bambini battezzati nelle acque del sottostante torrente Leno.

Più probabilmente la leggenda nacque dall’utilizzo come luogo eremitico dai primi monaci provenienti da Bobbio o dal vicino monastero di San Colombano del Priorato di Bardolino o comunque di regola colombaniana e dalla loro dedicazione al santo irlandese. La regola colombaniana prescriveva nel tempo di quaresima il romitaggio, ossia il completo isolamento del monaco in meditazione in luoghi naturali quasi inaccessibili.

Una data certa, ovvero il 753, ci viene fornita dall’iscrizione sulla roccia di un monaco eremita che aveva trovato rifugio in questa grotta naturale, poi ribattezzata “Grotta degli Eremiti“. A questo periodo si fa risalire comunque la pratica continua del romitaggio monastico.

Solo al X-XI secolo risalirebbe la costruzione della chiesetta e del romitorio, realizzate sotto un tetto naturale di roccia. I primi documenti che attestano la presenza dell’eremo e della chiesetta sono uno del 1319, riguardante un lascito fatto alla «chiesa di San Colombano» da parte del conte Guglielmo Castelbarco della dinastia dei signori di Lizzana e Rovereto, e l’altro del 1470, tuttora conservato nell’archivio parrocchiale di Lizzana, attesta la fede degli abitanti del luogo con celebrazioni e processioni al santo irlandese per scongiurare le lunghe siccità.

L’eremo della Grotta dell’Eremita venne utilizzato dai monaci eremiti, che ne furono i custodi, fino al 1782 quando durante il giuseppinismo venne abolita la pratica del romitaggio. Da allora il luogo di culto fu in seguito curato dagli abitanti della valle e divenne ben presto un interessante polo di attrazione turistica della zona.

La provincia di Trento ne ha effettuato il restauro nel 1996 e la manutenzione ordinaria e l’apertura al pubblico sono garantite da un gruppo di volontari riuniti nel Comitato amici di san Colombano.

All’eremo si può arrivare percorrendo una scalinata di più di cento gradini, tutti scavati nella roccia, e una volta arrivati si può godere non solo di un incredibile panorama ma anche di un notevole patrimonio artistico e culturale conservato al suo interno. Tra questi ricordiamo gli affreschi con la lotta tra san Colombano e un drago (allegoria della lotta tra bene e male) e con la raffigurazione del Paradiso, si trovano nella grotta, mentre un altro con “Madonna e santi” del XV secolo si trova sull’altar maggiore della chiesa e conserva incisioni con invocazioni ed ex voto datate tra il 1505 e il 1782, testimoni del pellegrinaggio al santuario.

L’apertura al pubblico è gestita dal gruppo di volontari del Comitato Amici di San Colombano. La visita guidata parte dalla cappella, dove troverai un affascinante affresco di un pittore ignoto, poi si prosegue fino alla Grotta dell’Eremita. Sopra, accanto al campanile in una saletta sono custodite fotografie e documenti originali.

L’eremo di San Colombano è punto di partenza dell’itinerario I tesori di Trambileno.

alessia

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