Di solito quando si parte alla volta di un luogo mai visto, ci si attrezza con una guida turistica alla mano. Ma per coglierne l’aspetto più profondo, per coglierne quasi l’anima, è fondamentale fare ricorso alla (buona) letteratura. E’ un po’ il caso di Lanzarote, da più parti definita come la perla nera dell’arcipelago delle Canarie.
Di questo magnifico posto infatti, prima di ogni altro tour operator, di ogni altra guida o libro, ne parlò Jose Saramago nei suoi Quaderni di Lanzarote: in quest’opera, lo scrittore gettò su carta tutte quelle che furono le sue impressioni su quest’isola. Su un’isola che lo catturò talmente tanto da spingerlo a non andarsene più (quando si dice il “biglietto di sola andata”!). “Lanzarote – scrisse Saramago – nel cui paesaggio si può riconoscere qualcosa di teatrale, un apparato di fondali e cieli finti che distrae lo sguardo e permette allo spirito di viaggiare, ci fa sentire come se ci trovassimo davanti a un ciclorama in movimento”.
Nei Quaderni, si legge poi: “Il piacere profondo, ineffabile, è camminare in questi campi deserti e spazzati dal vento, risalire un pendio ostico e guardare il paesaggio nero, scorticato, togliersi la camicia per sentire sulla pelle l’agitarsi dell’aria, e poi capire che non si può fare null’altro. L’erba secca freme, le nuvole sfiorano le cime dei monti per poi allontanarsi verso il mare, e lo spirito entra in una sorta di trance, in cui cresce, si dilata e manca poco che scoppi di felicità. Che altro ci rimane, allora, se non liberarci in un pianto?”.
Insomma, tra una capatina alla spiaggia di Papagayo (una delle 10 più belle al mondo, tra l’altro), e un salto ai vigneti vulcanici de La Geria, di certo Lanzarote non annoia i suoi visitatori. Per di più se si considera che, a portata di mano, v’è anche la dimora di Saramago a Tias, una piccola località sita nei pressi di Arrecife che sa tutto di questo letterato. In questo modo un viaggio a Lanzarote permetterebbe, oltre che di appagare la propria sete di natura mozzafiato e di relax, anche di rispondere a un lato più culturale di sé.
Ecco appunto, che non si sottovaluti la portata culturale di Lanzarote! Perché Saramago è stato il suo scrittore di punta, certo, ma quest’isola ha dato gli annali anche a un altro big della letteratura: Michel Houellebecq, che ha subito anch’egli il fascino del luogo tanto da dedicare a Lanzarote un intero romanzo. Un romanzo che in alcuni suoi pezzi si intreccia con i canoni tipici di una guida turistica. Nel libro infatti si fa riferimento a spiagge (naturiste e non), mercatini e parchi naturali, come quello mitologico di Timanfaya, col tentativo di guidare il lettore verso quello che è un posto suggestivo e magico, dove lo splendore, che sa di esserlo, è in grado di combinarsi alla semplicità. E’ un luogo, Lanzarote, che cattura l’anima.
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