Nella seconda metà dell’Ottocento, Castiglioncello divenne il rifugio preferito dei Macchiaioli, gli artisti che si incontravano al Caffè Michelangiolo di Firenze e che qui erano ospitati nell’ampia tenuta del critico Diego Martelli. A quei tempi, la moda di trascorrere dei giorni al mare non era ancora diffusa, e la costa livornese non si chiamava Costa degli Etruschi, ma la luce del Tirreno era irrinunciabile per dipingere a contatto con la natura quegli scorci e quei colori celebrati nei quadri di Telemaco Signorini, Silvestro Lega e Giovanni Fattori.
Per Castiglioncello seguì poi un periodo di mondanità fra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso, quando Marcello Mastroianni, Liz Taylor e Vittorio Gassman la scelsero come meta delle loro vacanze. Molte scende del film Il Sorpasso (1962) si sono svolte sui tornanti dell’Aurelia.
Dopo un periodo di declino lungo qualche decennio, la Costa degli Etruschi vive una nuova stagione d’oro, ripetutamente premiata con la Bandiera Blu dell’Unione Europea e le vele di Legambiente, ed è di nuovo meta di un élite che alla mondanità preferisce una vacanza all’insegna della tranquillità, tra spiagge placide, stabilimenti gourmet e antichi borghi.
La costa è molto frammentata e alcune tra le baie più belle si raggiungono dal mare e solo con difficoltà via terra. E’ il caso della sabbiosa cala di Santa Lucia e della Buca dei Corvi, una delle più piccole ed esclusive, che i pescatori chiamano “scogli neri” per il colore delle rocce. Tra la Buca dei Corvi e la spiaggia successiva si staglia la bella villa liberty appartenuta a Marcello Mastroianni. Subito dopo si apre la baia del Quercetano, a cui si accede con una scalinata dalla litoranea e sulla quale affacciano ville di personaggi noti.
Altro balcone a mare gettonatissimo è punta Righini, la zona rocciosa del promontorio, da dove i giovani del posto si lanciano in acrobatici tuffi. Sul promontorio non ci sono spiagge, soltanto villa Godilonda, appartenuta a Bulgari, l’ex residenza di Alberto Sordi e la torre medicea.
Da punta Righini inizia una passeggiata a mare di tre km che arriva al porticciolo di Rosignano Marittimo. Si cammina accanto alla pineta Marradi, attrezzata con minigolf, cinema all’aperto e campi da tennis. Segue Portovecchio, una delle spiagge più rinomate di Castiglioncello, punteggiata da stabilimenti balneari e alcuni tratti di spiaggia libera. Tra i giovani la più amata è la Caletta, di sabbia e scogli di tufo, dove è di moda sorseggiare l’aperitivo al Belle Epoque, vecchio magazzino trasformato in bar. Le famiglie invece frequentano la spiaggetta di Cala de’ Medici, appena prima del porticciolo turistico, detto anche “porto del gusto” per l’alta qualità dei piatti locali.
Da qui in pochi km, di fronte alle ciminiera della fabbrica Solvay, si apre l’arenile caraibico del Tirreno, noto anche come Spiagge Bianche: un lungo litorale di sabbia fine e bianca, tutta libera, che arriva fino al pontile di Vada, poco prima dell’antica torre. L’ultimo lembo della spiaggia, chiamato Lillatro, è considerato un must dai surfer.
Passate le Gorrette, inizia l’arenile di Marina di Cecina, di riporto fluviale. L’aspetto del litorale qui comincia a cambiare, e si entra nella costa dei “tomboli”, lunghi cordoni di dune sabbiose protetti alle spalle da un’ampia fascia di pinete. Per una digressione nel verde si può passeggiare nell’area protetta della Macchia della Magona, a ridosso del borgo di Bibbona. All’interno dei 1.600 ettari di bosco mediterraneo, con cipressi, pini comuni e lecci, si sviluppa una rete di 40 km di sentieri che si possono percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike. Nel sottobosco spuntano qua e là belle orchidee mediterranee.
Da Marina di Bibbona comincia un’interminabile e ampia spiaggia, sia attrezzata che libera per lunghi tratti. Dopo il settecentesco forte di Bibbona, ecco l’oasi dunale del Gineprino, istituita in memoria di Raimondo Stiassi, storico volontario del WWF Toscana che dedicò gli ultimi vent’anni della sua vita alla conservazione dell’arenile naturale e alla diffusione delle piante spontanee erbacee che crescono sulla sabbia. Grazie a lui, sull’arenile ancora oggi crescono piante resistenti alla salsedine, al vento e all’abrasione della sabbia: il giglio di mare e la ruchetta di mare, l’eringio marittimo e la soldanella delle sabbie.
Sul mare la natura rimane sovrana fino agli stabilimenti di Marina di Castagneto, che sfoggia un forte del Settecento.
Tra le ultime tappe c’è Castagneto Carducci, antica proprietà dei conti della Gherardesca: la testimonianza più illustre è il castello, più volte ristrutturato fino alle odierne forme di residenza signorile. Questo borgo ha legato il suo nome al grande poeta, che qui visse da ragazzo nel 1848-49. Si trova a circa 8 km dalla costa, e i luoghi carducciani da vedere sono la sua casa e il Museo Archivio Carducci-Parco Letterario, che raccoglie materiale sulla vita e le opere, che comprende anche un Piccolo Museo dell’Olio.
Altra puntata tra i boschi carducciani, puntando su Bolgheri, che si individua da lontano non appena lasciata l’Aurelia per i 5 km del viale di cipressi “alti e schietti” della celebre ode Davanti San Guido. Il primo incontro è proprio con la piccola cappella che ispirò il poeta; da qui la strada prosegue diritta seguendo l’andamento ondulato del terreno. Le cime degli alberi svettano nette sui campi circostanti, e lungo tutto il viale si sta con il fiato sospeso, tanto è forte la sensazione che si prova. Infine si raggiunte il minuscolo borgo, cinto da mura medievale e attraversato da due vie: una per entrare e una per uscire. La casa di Carducci (non visitabile), dove il poeta visse dal 1838 al 1848, è nella piccola piazza alberata, che accoglie anche la statua dedicata alla famosa nonna Lucia. Sulle due vie si affacciano locali e botteghe.