L’isola di Gorgona è un’autentica perla della natura quasi sconosciuta al turismo.
Si trova nel Mar Ligure di fronte a Livorno, a 37 km dalla costa. Lunga 3 km e larga 2, con i suoi 220 ettari è la più piccola dell’Arcipelago Toscano.
E’ prevalentemente montuosa ed essendo particolarmente ricca di acqua presenta una vegetazione tipica della macchia mediterranea, ma vi si trovano anche alcuni esemplari di castagno e ontano nero; il suo rilievo più alto è di circa 300 metri.
Gorgona è attualmente sede di una colonia penale, realizzata come succursale di quella di Pianosa nel 1869, ma il suo centro civile è il paese degli antichi pescatori, oggi composto da 64 residenti. Verso ponente la costa cade a picco nel mare, mentre a levante degrada formando tre valli terminanti con piccole cale (Cala Maestra, Cala Marcona, Cala Scirocco).
L’isola, assieme a quella di Capraia, è citata da Dante Alighieri nel celeberrimo Canto XXXIII dell’Inferno, dove il poeta narra le vicende di Ugolino della Gherardesca, uno degli episodi più crudeli e tristi dell’intera opera, in cui è narrata la vicenda dell’incarceramento del Conte Ugolino e dei suoi tre figli, condannati a morire di fame.
Questo piccolo gioiello, vero e proprio patrimonio di natura incontaminata del Parco nazionale Arcipelago Toscano, è accessibile ai turisti soltanto dal 2016, e solo tramite visite ed escursioni guidate. Poiché l’isola è interamente compresa all’interno di un carcere non è possibile muoversi individualmente sul territorio né allontanarsi dal gruppo nel corso della visita; non è possibile sbarcare apparecchi fotografici e videocamere né cellulari, che saranno raccolti prima dello sbarco. Inoltre ricordiamo che, per preservare la bellezza del mare, vige il divieto assoluto di balneazione.
Conosciuta nell’antichità anche come Urgon e poi Gorgon, dai greci Egilora Gorgona fu abitata sporadicamente da Etruschi, testimonianti da qualche reperto. Già nel 416 era sede di eremiti, come attesta Rutilio Namaziano nel De reditu suo. Nel 591, l’abate Orosio vi fondò un monastero, nella cui chiesa si veneravano le reliquie di San Gorgonio. Il monastero fu visitato da Santa Caterina da Siena. Con il beato Bartolomeo Serafini, nel 1374 venne abitata dai certosini.
Il granduca Cosimo I de’ Medici nel 1567 fece rafforzare l’antica torre pisana, dopo che nel 1564 aveva donato l’isola ai Basiliani. Nel 1704 fu restituita da Cosimo III alla Certosa di Calci, che vi costruì una nuova torre a difesa della Cala Maestra.
Nonostante i vari tentativi di coltivazione delle terre, i religiosi, scoraggiati, nel 1777 la restituirono al granduca Pietro Leopoldo che tentò allora di ripopolarla con agricoltori provenienti dalla Lucchesia. Vanificata la possibilità di renderla agricola, l’unica industria locale presente fu quella della produzione di acciughe salate che venivano scambiate dai mercanti inglesi con i merluzzi secchi di Terranova.
Nel 1869 una parte fu destinata a colonia penale all’aperto.
La chiesa di San Gorgonio fu ricostruita e consacrata dal priore della Certosa di Calci nel 1723 e divenne parrocchia.
Il centro principale dell’isola è un piccolo villaggio che corona il porticciolo.
Sull’isola si trovano due fortificazioni: la Torre Vecchia, edificata quando l’isola era sotto il controllo dei pisani, con lo scopo di svolgere funzioni di avvistamento e all’occorrenza difensive, e la Torre Nuova, medicea, posta lungo la costa orientale dell’isola.
Interessante è la chiesa di San Gorgonio, fortificata. Più in alto è situata Villa Margherita, costruita sui resti di antichissimi insediamenti etruschi e romani, dove è allestita una colonia agricola.
Lungo le coste dell’isola si può ammirare un paesaggio vario e incontaminato. Numerose le baie e le insenature come la Costa dei Gabbiani e Cala Scirocco con la Grotta del Bue Marino, un tempo rifugio della foca monaca (chiamata appunto bue marino).
Le colline che occupano la parte est dell’isola, raggiungono il mare attraverso tre valli che formano tre Cale: Maestra, Marcona e Scirocco. I fondali, poi, sono qualcosa di meraviglioso, tra i migliori del Mediterraneo. Gli amanti di sub e apnea rimarranno estasiati, l’acqua infatti è talmente limpida e pulita che non di rado, infilando la testa a pelo d’acqua, si può scorgere il fondale a 35-40 metri di profondità, con la sua ricca flora e fauna: posidonie, aragoste, lupicanti, nacchere e un’infinità di pesci. Raro, ma non impossibile, incontrare delfini e tartarughe marine.
Il vero spettacolo dei fondali di Gorgona, sono però le incredibili pareti rocciose con foreste di gorgonie.
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