L’itinerario sulla Costiera Amalfitana parte da Atrani, un caratteristico centro di pescatori che conserva ancor oggi le caratteristiche di borgo medievale. Subito si incontrano stupende case affacciate sulla spiaggia, che si infittiscono, man mano che ci si addentra verso la piazzetta principale.
Qui si erge maestosa la Chiesa di San Salvatore de’ Bireto, costruita nel 940 e, successivamente, ristilizzata secondo i canoni dell’epoca neoclassica. Ma il monumento più rappresentativo di Atrani è la chiesa di Santa Maria Maddalena. La sua torre campanaria a pianta quadrata è infatti il simbolo di questo centro. All’interno di questa chiesa si trovano un pregiatissimo altare marmoreo e dipinti quattrocenteschi. Dalla piazzetta principale, infine, si possono risalire i vicoli che conducono a luoghi da cui si godono stupende panoramiche sul mare.
Da Atrani, proseguendo per meno di un km sulla strada costiera, si giunge ad Amalfi, una suggestiva località incastonata fra mare e montagna, alla quale è stato ispirato il nome dell’intero tratto di costa, che dalla provincia di Salerno conduce fino a Sorrento.
Le case bianche, abbarbicate sul pendio dove finisce la valle dei mulini, rappresentano una delle caratteristiche principali di Amalfi. La loro disposizione dà vita a un dedalo di strade, viuzze e vicoli.
Da visitare, poi, è senz’altro il Duomo, che si raggiunge salendo una ripida scalinata. Dedicata a S. Andrea, la cattedrale risale al IX se., ma fu più volte ritoccata nello stile. Oggi presenta una facciata decorata con sottili lamine d’oro, e un’imponente portone in bronzo, realizzato a Costantinopoli intorno al 1066, ornato di rilievi sbalzati in argento con immagini di Cristo, della Madonna e dei Santi Andrea e Pietro. Dall’atrio del Duomo si può accedere al Chiostro del Paradiso, fra i più interessanti edifici della cittadina, che risale al 1268. La sua architettura si riconduce allo stile arabo e fu costruito per ospitare le tombe dei cittadini più illustri. Le sue gallerie ospitano elementi e reperti di epoca romana e medievale.
Fra le escursioni marittime non deve mancare una visita alla Grotta dello Smeraldo, situata nei pressi di Conca dei Marini e considerata a pieno diritto la “Gemma della Costa d’Amalfi”. Scoperta nel 1932, all’origine era una cavità asciutta. Nel tempo, il mare si è impossessato di questa grotta, dando vita ad uno scenario davvero incantevole. Il suo nome deriva dal colore che assume l’acqua, grazie ai riflessi della luce solare che penetra attraverso le aperture nelle rocce.
A rendere ancor più suggestivo il suo interno sono le formazioni di stalattiti e di stalagmiti, alcune delle quali si ergono dal mare superando i dieci metri di altezza. Ultimo particolare, ma non per importanza, è il presepe realizzato in ceramica, appoggiato sul fondale a una profondità di circa quattro metri.Usciti dalla Grotta dello Smeraldo merita una sosta Conca dei Marini. I colori di questo centro marinaro si alternano dall’azzurro del mare al verde dell’immensa vegetazione, che cresce sui monti a ridosso del paese. Fare un giro in questo paese significa addentrarsi in un mondo di piccole case imbiancate a calce, disseminate in mezzo a una vegetazione ravvivata dai riflessi argentei degli ulivi.
Tornando sulla strada costiera si prosegue fino a Praiano, altro borgo di pescatori, che si estende lungo la dorsale del monte Sant’Angelo. Ad attirare l’attenzione dei turisti in questa località è la Chiesa Parrocchiale di San Luca dove, oltre a una reliquia del santo, sono custoditi alcuni dipinti del 1572. Praiano offre anche uno splendido panorama sull’arcipelago delle Sirenuse, dietro le quali si può scorgere l’isola di Capri.
Poco più avanti sorge Vettica Maggiore, una frazione di Praiano. Per giungere alla sua spiaggia, bisogna percorrere una stradina immersa in una piantagione di ulivi. Il paese offre ai suoi visitatori una bellissima piazza-terrazza, impreziosita dal pavimento in maiolica, che si affaccia sullo splendido panorama di Positano. Fra gli edifici storici, spiccano la Chiesa Parrocchiale di San Gennaro e la Torre di Praia.
La prima risale al 1400 e custodisce opere come l’Annunziata del 1696. La seconda è un’antica fortificazione, eretta per difendere il borgo dall’invasione dei Saraceni.
Immediatamente nei pressi di Vettica Maggiore c’è un altro pittoresco paesino: Furore, situato a 300 metri sul livello del mare. L’imponente massa rocciosa che scende a piombo sul mare è tagliata da numerose gole, fra le quale la più caratteristica è denominata “lo schiato”, orrido profondo scavalcato dalla strada litoranea.
Per giungere al paese dalla strada costiera, bisogna percorrere un sentiero, composto anche da gradini. Ad accogliere i turisti sono tre chiese interessanti: quella di S. Michele Arcangelo, quella di S. Giacomo e quella di S. Elica.
Questa prima parte dell’itinerario termina a Positano, fondata forse da abitanti di Paestum per sfuggire ai saraceni, fu rivale di Amalfi.
Dalla costa si raggiunge l’arcipelago delle Sirenuse, detto anche Li Galli, che è composto da tre isolette solitarie e rocciose: il Gallo Lungo, la Rotonda e il Castelluccio. Fra le sue molteplici caratteristiche, Positano è un punto di riferimento anche per il mondo della moda internazionale, sin dalla fine degli anni Cinquanta, e le eleganti boutique disseminate in ogni angolo della cittadina sono solo una testimonianza del protagonismo di Positano in questo settore.
Positano è una località tutta da vedere, anche senza sapere a priori quello che c’è da vedere. Non si rimarrà certo delusi. Qui si respira l’atmosfera dell’antica città di mare, ma anche gli strascichi dei ruggenti anni Sessanta, quando Positano era il centro incontrastato del jet-set. Assolutamente da non perdere.
A pochi km da Positano, lungo la statale 163, si incontra il piccolo centro di San Pietro. Arroccato sulla roccia, con terrazze a sbalzo, offre dalla sua insenatura la panoramica di Positano.
Uno scenario davvero unico si gode da Sant’Agata sui due Golfi, a 7 km circa da Sorrento, lungo la statale 145. Il suo nome deriva infatti dalla particolare posizione geografica, su una collina a 400 metri sul livello del mare, tra i golfi di Napoli e Salerno. Da qui, si scorge anche l’isola di Capri e più in lontananza Ischia e Procida. All’orizzonte, il profilo del Vesuvio. In epoca romana il luogo fu crocevia di traffici tra i due golfi, come rivelano le antiche strade Augustea, Istmica e Lamia, che realizzavano i collegamenti tra la sottostante Crapolla, l’estrema Punta Campanella e la città di Sorrento. Da vedere, la chiesa di Sant’Agata, dedicata a S. Maria delle Grazie, nel centro del paese, che custodisce un prezioso altare di scuola fiorentina del XVI sec. in tarsia marmorea e madreperla.
Le boscose pendici di Sant’Agata, autentica oasi di pace fra i boschi, furono abitate per secoli da Etruschi, Greci e Romani. A testimoniarlo sono le necropoli lungo il versante nord della collina denominata “Il Deserto“, perché alcuni secoli fa si presentava priva di vegetazione ed isolata dal centro abitato. Ora è l’eremo di preghiera e meditazione di un convento.
Il “Deserto”, oltre a offrire uno spettacolare panorama su Capri e sui due golfi, è anche un luogo di storia e leggenda. Quest’ultima narra che i golfi di Napoli e di Salerno sono stati teatro delle gesta di Ulisse nel suo peregrinare per far ritorno alla natia Itaca e che in quei mari abbiano dimorato le mitiche Sirene.
Da Sant’Agata sui due Golfi si prosegue in direzione Punta Campanella, dove si incontrano la costiera sorrentina e quella amalfitana, separando le acque dei due golfi.
Merita una sosta Marciano, con la settecentesca chiesa di S. Andrea, da cui si può scorgere l’isola di Tiberio. Scendendo verso il mare fino alla punta di San Lorenzo, si incontrano i resti di un tempio romano.
Da Marciano si raggiunge Massa Lubrense. L’abitato che si estende a macchia di leopardo su tutta la punta della penisola sorrentina, include da secoli 18 borghi, corrispondenti agli antichi casali. Questi borghi sono collegati tra loro da una fitta rete di sentieri, mulattiere e stradine che scompaiono fra limoneti e uliveti, raggiungono casali isolati in zone disabitate e attraversano una fitta macchia mediterranea delimitata da pareti calcaree a picco sul mare.
Il cuore di Massa Lubrense è largo Vescovado, suggestiva terrazza a picco sul mare, con la cinquecentesca chiesa di Santa Maria delle Grazie. Suggestive le escursioni effettuabili seguendo la segnatura al suolo di oltre venti percorsi evidenziati con strisce bicolore. Da non tralasciare, il tracciato che porta all’incontaminata Baia di Ieranto, presso Punta Campanella: lasciata l’auto nei parcheggi pubblici, si prosegue a piedi per un tragitto di circa un’ora.
Chi preferisce le escursioni via mare, può arrivare in barca alla Grotta delle Sirene, caratterizzata dalla particolare colorazione celeste dell’acqua e dalle rocce erose dal mare. Da alcuni anni la maggior parte di questo patrimonio naturale, che include falesie, grotte sottomarine, scogliere, flora e fauna dei fondali, è stata inserita nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.
Da Massa Lubrense, a 6 km, si raggiunge Sorrento. Circondata da agrumeti, aranceti, parchi e giardini, Sorrento appare distesa su un alto blocco tufaceo a pareti ripide, nei monti Lattari.
Le vie del centro sono animate da negozi che espongono merci di ogni genere e conducono a interessanti itinerari. Partendo da piazza S. Antonio, sono da visitare l’omonima Basilica dell’XI sec., che custodisce un settecentesco presepe, la vicina chiesa di Santa Maria delle Grazie, con il pavimento maiolicato ricco di motivi floreali, e la Cattedrale in stile romanico, risalente al XV secolo, con il battistero dove fu battezzato Torquato Tasso.
Un’interessante e rara testimonianza del sistema amministrativo meridionale vigente fino alle riforme napoleoniche è rappresentata da Sedile Dominova, una loggia quadrata del XV sec. coronata da una cupola seicentesca in maiolica. Le città del Regno di Sicilia erano governate infatti dai “Sedili”, parlamenti dei quartieri in cui erano suddivise le città.
Interessante la visita al Museo Coreale di Terranova che custodisce dipinti e porcellane, mobili intarsiati e sculture, maioliche e merletti dei secoli XVII e XVIII, nonché edizioni antiche delle opere del Tasso, che nacque a Sorrento nel 1544.
In piazza Tasso sorge il monumento al poeta, la cui casa natale oggi è parte dell’Imperial Hotel Tramontano.
Nella vicina via Fuorimura, i resti del Vallone dei Mulini, facente parte di quel sistema di valloni che solcavano la penisola sorrentina fino agli inizi del secolo, disegnandone i confini naturali.
Il litorale di Sorrento si articola in due borghi, Marina Piccola, approdo di traghetti e di aliscafi, e Marina Grande, dove colorati stabilimenti balneari costruiti su palafitte si protendono sul mare. Qui si apre l’antica Porta della Marina Grande, fino al sec. XV unico accesso al paese del mare.