L’itinerario muove da Messina per attraversare la costa ionica fino a Ragusa. Lungo un litorale scoglioso e ricoperto di agrumeti si raggiunge il Golfo di Catania, dominato dall’Etna. A pochi km, Siracusa, con il parco archeologico della Magna Grecia. Più a sud, il golfo di Noto, punteggiato da spiagge di sabbia finissima e piccoli borghi di pescatori e la Riserva naturale di Vendicari: oasi di pace per gli uccelli migratori.
IL LITORALE IONICO E TAORMINA
Scendendo verso sud si segue la costa ionica a picco sul mare, costellata da caratteristiche località balneari, come Nizza di Sicilia, centro che nasce attorno al Castello nella seconda metà del 1600, con la famiglia dei Rocca e Marchese, principi di Alcontres.
Continuando l’itinerario si arriva alla cittadina di Roccalumera, nota per la quattrocentesca Torre merlata di Sollima. La Torre Saracena risale al XII secolo e si conserva in ottime condizioni. Nella vicina frazione Allume sono tuttora visibili le particolari grotte scavate nel costone collinare per estrarre l’allume che ha dato il nome al centro. Nelle vicinanze si può visitare la Chiesa della Madonna del Rosario, esempio di Barocco siciliano. In cima alla collina si possono ancora vedere i ruderi della Chiesa di S. Michele. Ma Roccalumera è anche il paese dove Salvatore Quasimodo visse e lavorò per buona parte della sua vita. Le principali attività del posto sono la pesca del tonno e delle costardelle e la coltivazione del “verdello” (un particolare tipo di limone), tanto che ogni anno in agosto si svolge la Sagra del Verdello, durante la quale vengono offerti dolci, granite e gelati preparati con il succo del frutto.
Si prosegue attraversando altre località marine come Furci Siculo e Santa Teresa di Riva a due passi da Taormina, tappa obbligata sul percorso verso Catania. L’attuale Taormina, vera perla turistica dell’isola, sorge su un terrazzo del crinale del Monte Tauro, alto sullo Ionio. Abitata dai Siculi, ospitò in seguito i coloni greci di Naxos. Più tardi nel 212 a.C. la città diviene dominio dei Romani col nome di Tauromenium.
La posizione strategica di Taormina è intuita anche dai Saraceni che la espugnano nel 902. In tempi recenti Taormina diventa meta di un turismo elitario.
La passeggiata parte dal Teatro greco adagiato sul declivio, sullo sfondo il cratere dell’Etna. Di periodo ellenistico, ha la cavea divisa in nove cunei di 28 gradini ciascuno ed è sede di importanti manifestazioni culturali tra cui il noto festival cinematografico.
Al centro si arriva lungo corso Umberto I passando davanti ciò che rimane del sistema di raccolta di acqua in cisterne che prende il nome latino di Naumachie.
Dall’altro lato si scorge Palazzo Corvaja che domina in piazza Vittorio Emanuele II. Costituito da una parte centrale del periodo arabo e da una facciata rimaneggiata nel XIV secolo, è sede del Museo delle arti figurative popolari della Sicilia e raccoglie i prodotti di artigianato come pupi, presepi, carretti, costumi. Intorno, il centro storico che si snoda in un groviglio di viuzze, archi, cortiletti e scalinate che s’inerpicano tra le abitazioni.
DAL MARE DI NAXOS A GIARRE
Poco distante, solo qualche km, si arriva a Giardini Naxos, accogliente baia con un mare splendido, sede di manifestazioni artistiche a carattere internazionale. Posta sotto Taormina, la cittadina è zona archeologica rilevante grazie al fascino delle rovine dell’antica Naxos.
Il viaggio prosegue fino a Giarre, centro marino circondato da limoneti e aranceti che scendono fino al mare. Il borgo di Giarre poggia su una terrazza lavica, dove un tempo si sviluppò l’antica città greca di Kallipolis, ed è famoso anche per l’artigianato del ferro battuto, del legno lavorato e della terracotta. Continuando a percorrere il litorale verso meridione si approda in una zona ricca d’acqua e di bellezza naturali.
TERRE D’ACQUA TRA I FARAGLIONI DEI CICLOPI
Si tratta di Acireale, già stazione termale romana, che stupisce per la magnificenza dei suoi monumenti e palazzi. Da visitare la piazza del Duomo, punto d’incontro cittadino, con il barocco Palazzo Comunale, la Chiesa di San Domenico, risalente al XVIII secolo.
Poco distante Aci Trezza, resa famosa dal fatto che il romanziere Giovanni Verga vi ambienta la tragica vicenda de I Malavoglia, ma anche per il piccolo porto che apre alle isole dei Ciclopi e più a sud ai faraglioni che il mito vuole lanciati da Polifemo contro il fuggitivo Ulisse.
La più grande, l’isola Lachea, è sede della Stazione di studi biofisici del mare.
Poco più a sud si incontra il borgo di Aci Castello, dominato da una rupe a strapiombo sul mare per tre lati. Al di sopra si erge il Castello di pietra lavica che dona il nome al paese.
Di epoca bizantina, controllato dagli Arabi per circa due secoli, sarà poi espugnato da Federico II d’Aragona. Attualmente alcuni locali del castello ospitano il Museo Civico che conserva reperti archeologici marini. In piazza la Chiesa Madre, anch’essa costruita in scura pietra lavica.