PORTONOVO, TRA SPIAGGE E COLLINE
Questo graziosissimo paesino, parte integrante del territorio del monte Conero, ha visto il susseguirsi nella storia delle genti che hanno abitato la zona dai Piceni fino al Regno d’Italia.
La sua perla medievale è l’incantevole chiesetta di Santa Maria, capolavoro romanico risalente al secolo XI. Attorno a questo eremo si riunivano monaci ed eremiti per trovare silenzio e tranquillità.
Portonovo ha anche vissuto le sue stagioni di paura: lungo la sua spiaggia si sono spesso fermate le navi dei predoni turchi nel corso del Rinascimento. Le scorribande dei pirati islamici hanno fatto crescere, come d’altronde accadde in svariati paesini della costiera, l’architettura di difesa: a Portonovo sorgono la torre di Guardia eretta nel 1700 e, di epoca successiva, il Fortino napoleonico. Realizzato per impedire agli inglesi il rifornimento di acqua potabile, è oggi uno dei ristoranti e alberghi più importanti e noti della zona. I suoi interni sono tutti arredati in stile Impero e il ristorante è curato nei minimi dettagli.
Portonovo si distende nella splendida cornice naturale del Parco del Conero ancora intatto, che nasce nella macchia mediterranea dell’entroterra e arriva a toccare l’acqua cristallina del mare.
L’arenile, formatosi grazie a una frana staccatasi da pian Grande nella notte dei tempi, risplende dei bianchi ciottoli di pietra del Conero. Sul litorale, due laghetti salmastri, intorno ai quali sono nate numerose leggende, che arricchiscono un ambiente naturale affascinante divenuto riserva naturale.
LE PERLE SUL MARE: SIROLO E NUMANA
Scendendo verso il mare si raggiunge Sirolo, paesino abitato si presume sin dalla preistoria, nel quale dal IX al III sec. a.C. si è sviluppata la civiltà picena (interessanti i resti presso l’area archeologica I Pini), cui succede la dominazione romana. Il nome della cittadina deriva da Sirio, condottiero al seguito di Beliseraio, cui venne attribuito questo territorio dopo la vittoria sui Goti. Nel Medioevo, per difendersi dalle scorrerie di barbari e pirati, Sirolo acquista la propria identità di rocca fortificata, con le sue vie, i suoi vicoli e le torri. Feudo dei conti Cortesi, nobili di origine franco-germanica, nel 1225 Sirolo passa sotto Ancona.
Questo castello inespugnabile diviene in seguito proprietà del Papato: vengono erette le chiese di San Nicolò e della Madonna del Rosario. I giorni del presente di questo particolarissimo borgo che conta 3.200 abitanti vengono animati da molte iniziative artistiche e culturali tra le quali spiccano le stagioni teatrali del Cortesi e del teatro all’aperto Alle Cave.
Spiagge selvagge, piene di rupi e grotte che si aprono davanti ad acque trasparenti e profonde: questo è lo scenario marino di Sirolo il cui litorale evoca emozioni forti se lo si guarda dalla terrazza della piazzetta del paese.
Famosa la spiaggia nera: anche se scomodissima da raggiungere, è sempre piena di turisti.
Scendendo di pochi km verso sud sempre lungo la SP1 si raggiunge Numana. Antico insediamento piceno poi rifondato dai Siracurani, Numana ha una storia antichissima che la vede inclusa, già prima di Cristo, nelle rotte degli Ateniesi. Nel medioevo decade in seguito a terremoti e saccheggi. Nel 1532 è sotto il governo dei Vescovi di Ancona. Di recente si è trasformata in una modernissima città turistica, pur mantenendo un buon equilibrio con il centro storico. Il porticciolo turistico è attrezzato per la fonda e il rimessaggio delle barche da diporto.
Le tracce della storia di Numana sono conservate nell’Antiquarium. I simboli della città sono la Torre del Pincio, con un arco dalle origini ancora sconosciute, e la Costarella, vicolo popolare che d’estate si trasforma in un palcoscenico naturale per mostre pittoriche.
Situata all’interno del Parco del Conero si divide in una parte Alta, sulla collina, e una Bassa, con il porto e l’arenile. Il litorale ha una duplice conformazione: a nord del porticciolo presenta una costa frastagliata; a sud, fino a Marcelli, una larga spiaggia di ghiaia fine, considerata una delle più belle d’Italia.
NEL PARCO DEL CONERO, DA CAMERANO AD ASPIO TERME
Una visita a Camerano, verso l’interno nel parco del Conero, patria del celebre pittore Carlo Maratta, cui è dedicato un busto nella piazza centrale, è d’obbligo. Sulla stessa si affacciano il Teatro tardo ottocentesco e il palazzo Manciforte, con lo splendido parco annesso.
Lungo la via Maratta, invece, si incontrano, invece, la chiesa di S Faustina, e poco oltre la Parrocchiale, con opere moderne.
Un particolare: nel sottosuolo del centro storico di Camerano si dipana una intricata rete di grotte, scavate nel ‘600 e ‘700 come rifugi.
Se ci si allontana un po’ da Camerano in direzione Ancona, si raggiunge invece la cosiddetta gradina con la sua ragnatela di cunicoli. Si tratta di una spianata che forse è stata sito di un antico villaggio. Anche qui nel sottosuolo ci sono vari rifugi, il più famoso dei quali è il Buco del Diavolo, sul quale si narrano numerose leggende. Si tratta di quel che rimane di un antichissimo e complesso sistema idraulico.
A pochi km da Camerano, in una posizione panoramica nel cuore della valle del fiume da cui prende il nome, c’è il bellissimo centro termale di Aspio. E’ sulla statale 16 al cui chilometro 308 troviamo lo stabilimento termale la cui acqua sgorga da quattro fonti: la Forte, la Nuova, la Santa Maria e la Regina Coeli. Lo stabilimento accoglie con un bellissimo vialetto erboso rialzato definito da una teoria di stupendi esemplari di pino marittimo. All’interno dello stabilimento, la preponderanza dell’ambiente campagnolo rimane anche quando si parano davanti le quattro fonti termali di queste acque salso-bromo-iodiche. La loro applicazione terapeutica è ideale per lo stomaco, il fegato, l’intestino, le vie biliari. Le terme sono aperte da maggio a ottobre.
Alle spalle dello stabilimento è possibile ammirare l’alveo del fiume Aspio con in bella evidenza tigli, antichi cipressi e canneti di bambù. Le rive del fiume sono meta ideale per scampagnate e pic-nic estivi.