I terrazzamenti della vite, le case a picco sul mare. Borghi d’altri tempi, dove è perfetta la fusione tra arte e natura. Un Golfo per i poeti, in cerca di un’oasi della tranquillità Un paradiso per chi pretende l’acqua cristallina e fugge dall’omogeneizzazione turistica. L’anima più chiusa della Liguria. Ma anche un ambiente ideale per esercitare le discipline sportive più varie, nel verde dei parchi naturali.
Piccola e tranquilla località spezzina, Deiva Marina gode di uno strepitoso spettacolo offerto dalla natura incontaminata e a volte selvaggia del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Alberghi qualificati, acque a dir poco meravigliose e un entroterra ricco di testimonianze fanno della cittadina una meta apprezzata e ambita sia dal turismo balneare sia dagli amanti dell’escursionismo. L’originario borgo conserva ancora due storiche torri e l’antica chiesa di Sant’Antonio Abate, sicuramente da visitare per lo splendido sagrato. Non meno interessanti la cappella dell’Assunta, nota per il rustico bassorilievo risalente al ‘400, e la Parrocchiale, dove si può ammirare la particolare decorazione del campanile. Entrambi gli edifici si trovano a Piazza, allegra frazione della famosa Deiva.
Proseguendo lungo il percorso che porta a Bonassola, infine, una visita la merita anche la vicina Castagnola, che offre una pregevolissima Deposizione, opere di Luca Cambiaso, ancora oggi custodita all’interno della maestosa chiesa di San Lorenzo.
La caduta di Costantinopoli (1453) segnò per tutta la riviera ligure il ritorno di un incubo: le scorribande dei pirati. In particolare, nella zona del Levante una delle incursioni più devastanti fu proprio quella che colpì Mortaretto nel 1560. Memori di quei terribili giorni, gli abitanti della zona ottennero, non senza contrasti interni, dal Senato di Genova il permesso di costruire un castello a protezione da futuri attacchi. Il luogo prescelto su “un piccolo colle che resta nel mezzo” tra Montaretto, Reggimonti e Bonassola. Eccettuate le scorribande piratesche, l’edificio godette di buona fortuna, fino a quando, nel corso dell’Ottocento, venne adibito a cimitero. Un ulteriore colpo lo subì nel 1963, quando fu in parte demolito per permettere lo spostamento a monte della linea ferroviaria. La parte visibile oggi, di tipica forma quadrilatera, si fa ammirare per le due torri circolari situate sugli spigoli d’angolo e per l’orologio pubblico, seppur di epoca relativamente recente.
Proseguendo alla volta di Levanto, si giunge a Bonassola, località di mare elitaria, punteggiata dalle ville dei vacanzieri. Sul toponimo di Bonassola rimangono ancora oggi molte incertezze. Alcuni storici ne trovano le radici in “Bulnetiam” o “Bodetia”, termini che spesso compaiono in documenti altomedievali. Ma la versione più accreditata farebbe discendere il nome della cittadina da “Vallis Bonazola”, con il quale veniva anticamente indicata la zona compresa tra Framura e Levanto. Oltre che per le eleganti dimore, il paese merita senz’altro una visita per la sua chiesa parrocchiale dedicata a Santa Caterina. Davvero originale, al suo interno, il dipinto “Le pie donne ai piedi della Croce“, opera di Antonio Discovolo, nonché il “San Francesco” prodotto dal genio di Bernardo Strozzi. La cittadina è nota anche per il bizzarro Premio “L’Ucca”, una manifestazione ferragostana che vede la consegna di un riconoscimento particolare al personaggio più originale dell’anno. Assolutamente da non perdere, per lo strepitoso panorama, è la piccolissima Cappella della Madonna della Punta, che si incontra percorrendo per circa un km un incantevole sentiero lungo la costa. Da questa scogliera i tramonti sono uno spettacolo mozzafiato.
Situata a metà strada tra Genova e la “nemica” Pisa, Levanto è nell’estremo lembo della Riviera di Levante, all’ingresso delle Cinque Terre. Il piccolo golfo in cui si trova è racchiuso da un anfiteatro di colline ricoperte di pini, castagni, ulivi e vigneti. Fin dagli anni Cinquanta meta privilegiata del turismo chic, Levanto è un centro attrezzatissimo, luogo di vacanze balneari e paradiso per gli escursionisti. E’ anche una meta ambita per il surf, attività esercitata da marzo a ottobre, quando il libeccio e lo scirocco favoriscono la formazione di onde che superano i tre metri.
Tra ottobre e novembre cade un evento straordinario: la “gara di grandi onde“, alla quale partecipano i migliori surfisti italiani. Ma, nonostante la moderna vocazione al turismo, non si sono perse suggestioni e tracce dell’antico borgo marinaro e contadino. L’itinerario artistico può snodarsi a partire dal castello dei Malaspina del XII secolo, oggi adibito ad abitazione privata, che ancora oggi conserva una splendida sovrapporta in ardesia raffigurante l’Annunciazione.
Proseguendo lungo le mura difensive, la cui struttura originaria risale al lontano 1265, risaltano la Torre dell’Orologio, baluardo orientale della città, la loggia medievale in piazza del Popolo, il cinquecentesco oratorio della Confraternita di San Giacomo e la chiesa di Sant’Andrea in stile gotico-ligure. Iniziata nel 1222, venne ulteriormente ampliata intorno alla metà del ‘400. Oggi, a termine dei lavori di restauro di inizio ‘900, si fa ammirare per la facciata a fasce alterne di marmo bianco di Carrara e serpentino verde locale. Al suo interno si trova un crocifisso trecentesco e una lastra sepolcrale di fine 400. Nella piazzetta sottostante è allestita una “Mostra permanente della Cultura materiale”, con documenti e testimonianze della cultura locale. Interessante anche una visita alla duecentesca casa Restani, nella vicina via E. Toso.
Dal punto di vista enogastronomico, infine, basta ricordare che Levanto aderisce alla rete internazionale delle Città del Buon Vivere: pesce del Golfo, olio e vino doc sono una squisita garanzia!
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