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Maratea, la perla della Basilicata affacciata sul Tirreno

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alessia

Unico centro abitato della Basilicata ad affacciarsi sul Mar Tirreno, Maratea è un’opera d’arte naturale incastonata nelle propaggini degli Appennini e lambita da un mare cristallino con cale e spiagge, baie e isolotti e pochi selezionati Hotel.

E poi ancora grotte, sentieri, torri e castelli, il porto turistico di Maratea, la montagna che arriva a 1505 metri, fiumi e torrenti e tanto verde che contrasta con il profondo azzurro del mare.

I suoi pittoreschi paesaggi e il notevole patrimonio artistico e storico gli hanno fatto guadagnare il soprannome di “Perla del Tirreno” e nel 2015 il comune di Maratea ha formalizzato la propria candidatura per entrare a far parte della lista dei patrimoni dell’Umanità UNESCO.

Il territorio di Maratea si estende per 32 chilometri di costa con una galassia di piccoli borghi che gravitano sul capoluogo medievale, con le sue atmosfere ricche di storia, a sua volta sovrastato dai ruderi del Castello e dalla statua del Cristo Redentore con la Basilica Santuario di San Biagio.

Maratea è detta anche “la città delle 44 chiese per le numerose chiese, cappelle e monasteri, costruite in epoche e stili diversi, alcune delle quali rappresentano episodi notevoli della storia artistica e religiosa della regione.

Essendo compresa nell’unico lembo di terra della Basilicata affacciato sul mare, ha il vantaggio di essere molto vicina sia alla Campania che alla Calabria, entrambe raggiungibili con poche fermate di treno.

COSA VEDERE

Il territorio di Maratea è piuttosto esteso e si suddivide in ben nove frazioni: Acquafredda, Brefaro, Castrocucco, Cersuta, Fiumicello-Santavenere, Marina, Massa, Porto, Santa Caterina.

Una giornata non è certo sufficiente per quest’itinerario, soprattutto se ci si vuole spostare sfruttando i mezzi pubblici, dagli orari piuttosto limitati.

La visita non può prescindere dal bellissimo borgo, arroccato a 310 m. sul livello del mare, alle pendici del monte San Biagio. Si può lasciare la macchina (o scendere dalla navetta) in piazza Europa e da lì salire lungo la scalinata che attraversa i tortuosi e caratteristici vicoli del paesino.

Il centro storico di Maratea presenta il tipico impianto medioevale, con antiche case ornate di logge e portalini, ammassate tra loro e divise solo da stretti vicoli e angiporti. Caratteristiche le viuzze che si snodano nell’architettura del Centro Storico, che sfociano in piccole piazze lastricate di antiche pietre, con sorprese dietro ogni angolo.

Piazza Buraglia, cuore del borgo, è una vera oasi di pace per riprendere fiato e fare sosta nei vari caffè che vi si affacciano. Da qui si può percorrere via S. Francesco dei Poverelli per giungere al bellissimo belvedere dove vista spazia a 360 gradi dalle montagne al mare.

Il vicino Palazzo De Lieto, fu costruito, per volontà di Giovanni De Lieto, nel 1734 per ospitare il primo ospedale di Maratea. Quando, durante il XIX secolo, l’ospedale di Maratea fu dichiarato distrettuale, e nel secolo successivo il nosocomio si spostò nell’ex convento dei Paolotti, Palazzo De Lieto fu abbandonato. Si sviluppa su due piani, ed è munito di grandi saloni, di cui alcuni ancora oggi conservano gli originali caminetti. Il piano alto presenta delle lunghe logge, intervallate da archi con piedritti lavorati. Negli anni ’90 del XX secolo è stato magnificamente restaurato per ospitare mostre. Il palazzo ospita una mostra perenne di archeologia subacquea: si possono ammirare le ancore e le anfore di epoca romana ritrovate nei fondali di Maratea, ed in particolare nei pressi dell’isolotto di Santo Janni.

Prendendo la direzione opposta lungo viale Unità d’Italia, dove si trova la colonna votiva a San Biagio, si raggiunge la Chiesa dell’Annunziata una delle tre chiese presenti lungo il corso principale del centro storico. Risalente al Cinquecento, è la chiesa vicaria della parrocchia del Borgo, e, in modo particolare nei mesi invernale, sostituisce in gran parte delle funzioni la chiesa madre.

A poca distanza si trovano la Chiesa di San Pietro e la Chiesa dell’Immacolata.

Via Unità d’Italia sfocia in piazza Biagio Vitolo, dove si trova il palazzo comunale e la Fontana della Sirena.

Continuando a salire si giunge sul punto più alto del borgo, dove domina la Chiesa di Santa Maria Maggiore altrimenti detta dell’Assunta. Il fatto che sia la chiesa parrocchiale e l’importanza della chiesa nel panorama cittadino, portano la popolazione a chiamarla semplicemente chiesa madre. Il caratteristico aspetto della chiesa, che si staglia tra le case nella parte alta del Borgo marateota, unito al valore artistico delle sue opere, hanno portato la sopraintendenza della regione Basilicata a porla sotto tutela come bene architettonico con decreto ministeriale datato 7 luglio 1984. Risalente al Cinquecento, è stata realizzata sui resti di una preesistente chiesa datata XII-XIV sec., alcuni resti della quale sono tornati alla luce in seguito ai restauri condotti negli anni ’80 del Novecento.

Alcune delle 44 chiese di Maratea sono raggiungili attraverso percorsi sentieristici che attraversano il Monte San Biagio. Tra queste, la Chiesa della Madonn delle Grazie, databile al medioevo. Dai verbali delle Visite pastorali della metà del ‘600, si apprende che la chiesa fosse impreziosita da un affresco raffigurante la Beata Vergine Maria. L’ubicazione della chiesa, nel bosco dei Carpini sulla via degli eremi della “Eparchia del Mercurion” induce a pensare che ne abbia fatto perte visto anche il collegamento con la chiesa di San Vito e la Madonna degli Ulivi che si collocano sulla via basiliana. Il culto della Madonna delle Grazie risale al Concilio di Nicea del 325, ma si diffonde in Italia meridionale e, quindi, a Maratea nel VI sec. con i monaci basiliani.  

Sulla cima del Monte San Biagio si trova il monumento simbolo di Maratea: la statua del Cristo Redentore. Situata nell’antica Maratea Superior , anche detta Castello, opera dello scultore fiorentino Bruno Innocenzi  (Firenze 1906-1986) e voluta dal Conte Stefano Rivetti di Valcervo, la statua del Cristo Redentore di Maratea fu innalzata nel 1965 sulla sommità del Monte San Biagio nel luogo in cui si ergeva una croce commemorativa in pietra. Seconda come dimensioni solo al Cristo del Corcovado di Rio de Janeiro, la statua di Maratea è alta 21 metri, con una apertura di braccia di 19 metri e un viso che ne misura 3 di metri.
La statua è stata realizzata in cemento armato rivestito da un impasto di cemento bianco e marmo di Carrara. In virtù della particolare configurazione del volto, la statua, inconfondibile punto di riferimento per la gente di mare, dà l’impressione ad un osservatore lontano che lo sguardo sia rivolto, contrariamente alla realtà, verso il mare.

Il belvedere ai piedi della statua è il punto più panoramico di tutto il territorio di Maratea con una eccezionale del magico profilo della costa e delle montagne interne.

La strada rotabile per raggiungere la sommità del monte è altamente spettacolare con tornanti finali che poggiano su piloni ad alcuni metri di altezza.

In estate , per il forte afflusso turistico l’accesso delle auto è limitato ad un parcheggio a poche centinaia di metri dalla vetta , detto della Madonna della Pietà, da dove un servizio navetta porta i visitatori alla Basilica di San Biagio e al Cristo.

La statua è situata infatti proprio di fronte al Santuario di San Biagio, martire armeno patrono di Maratea le cui reliquie vengono conservate nella Basilica dal 732 d.C. Riferimento centrale della fede marateota, ospita la Regia Cappella, sacello in marmi pregiati costruito nel 1619 e che custodisce  le reliquie di San Biagio, vescovo e martire armeno, patrono di Maratea, insieme al busto del Santo in argento, copia dell’originale settecentesco di scuola napoletana recentemente rubato. La tradizione vuole che l’attuale Chiesa sia sovrapposta ad un antico tempio pagano dedicato alla dea Minerva del quale però non è stato mai trovato alcuna evidenza archeologica. Presumibilmente la Basilica di San Biagio è databile intorno al VI-VII sec. d.C., epoca nella quale si suppone sia stata fondata, da una comunità di monaci basiliani, Maratea Superiore. Diversi rimaneggiamenti, avvenuti soprattutto dal 1700 sino a pochi anni fa, ne hanno cambiato l’aspetto, restituendoci oggi un interno sobrio, che dovrebbe richiamare l’originale stile architettonico. Il 10 agosto del 1940 Papa Pio XII elevò la Chiesa a Basilica Pontificia. Ogni anno si narra si verifichi il prodigio della Sacra Manna, che sotto forma di un liquido, gocciola dalle colonne e dall’urna del Santo, e alla quale si attribuiscono miracolose proprietà di guarigione. Maratea festeggia San Biagio, suo protettore, con una festa di quattro giorni che termina la seconda domenica di maggio di ogni anno.

Lungo il percorso pedonale leggermente in salita che dalla Basilica porta alla Statua, si attraversano le rovine dell’antico Castello di Maratea, raso al suolo dai francesi dopo essere capitolato a seguito di un lungo assedio, nel dicembre del 1806. Risalente probabilmente al IX sec., il Castello di Castrocucco fu costruito per difendersi dalle incursioni saracene che arrivavano dal mare, quindi la sua posizione è arroccata, pronta a rispondere ad esigenze di difesa degli abitanti, su una delle migliori zone di controllo che rispondevano all’esigenza di difesa degli agglomerati retrostanti, e quindi della stessa Maratea. Il sito è dal 2005 sotto la tutela del Ministero dei Beni Culturali ma nonostante ciò ancora oggi non è sufficientemente conosciuto né valorizzato. Peccato perché è notevole quello che possiamo ancora trovare dell’antico sistema urbano: restano visibili i relitti delle mura di cinta e di una ventina di edifici tra cui una torre di guardia e la chiesa di San Pietro al cui interno sono presenti cripte con le originarie pitture ancora in parte visibili nonostante la millenaria azione erosiva degli agenti atmosferici e della salsedine. Negli ultimi anni un comitato spontaneo di cittadini di Castrocucco sta cercando di sensibilizzare politici e concittadini sull’importanza del borgo fortificato per una sua valorizzazione anche in chiave di attrazione turistica e culturale.

Prima di raggiungere la cima del Monte San Biagio, si trova solitaria la Chiesa della Madonna della Neve chiamata anche Madonna degli Ulivi, a navata unica, che conserva al suo interno interessanti affreschi venuti alla luce durante recenti lavori di restauro.

Una volta terminata la visita nella parte alta di Maratea, si può scendere verso l’antico scalo marinaro. Il porto allo sbocco della valle, nella parte orientale del golfo di Policastro ed è protetto da due moli frangiflutti. Al porto si possono ammirare la Chiesa della Madonna del Porto Salvo, la Cappella della Madonna del Carmine, e la Torre di Filocaio, o Torre del Porto, che è una delle più antiche torri costiere del Regno di Napoli. La sua costruzione fu ordinata nel 1566, e portata a termine pochi anni dopo, ma oggi è diventata un’abitazione privata.

In onore della Madonna del Porto Salvo si tiene ogni anno una caratteristica processione sul mare: la barchetta che ospita la Madonna gira nella costa di Maratea fino ad arrivare all’isola di Santo Janni, seguita dalla flotta delle barchette dei pescatori.

Il Porto di Maratea è uno dei centri della vita turistica del paese: è qui che si tengono molte delle manifestazioni culturali e degli spettacoli durante l’estate. Inoltre il molo antico del Porto è diventato una bellissima passeggiata, lungo la quale si incontrano ristorantini dove gustare l’ottimo pescato del giorno, bar e localini dove sorseggiare aperitivi e drink nei pomeriggi e sere d’estate, e ovviamente botteghe e tabacchi dove poter acquistare piccoli souvenirs.

Scrutando il mare verso l’orizzonte è possibile scorgere l‘isola di Santojanni, un piccolo isolotto al largo della costa sud di Maratea che presenta resti archeologici di un impianto di produzione e conservazione del “garum” o secondo altri studiosi per la conservazione dl tonno. Più evidenti i ruderi di un  edificio religioso di età tardo-medievale, verosimilmente dedicato al culto di San Giovanni (Santo Janni). La leggenda vuole che qui siano approdati i fedeli armeni con le reliquie di San Biagio. E sempre qui che ci sono dei segni delle antiche attività marinare e commerciali.

A Maratea sono presenti diverse grotte marine, spesso scavate nella roccia dal mare, nate da fenomeni naturali particolarmente attraenti. Molte di esse presentano un interessante scenario di stalattiti e stalagmiti, visitabili senza difficoltà a piedi o in barca. La più nota è la Grotta delle Meraviglie, unica grotta turistica della Basilicata, che si apre nella frazione Marina di Maratea. La Grotta delle Meraviglie è la grotta turistica più piccola d’ Italia (circa 90 metri) scendendo fino a 8 metri di profondità dal livello dell’entrata, da cui parte una comoda scala che porta all’interno della cavità. La grotta è un’unica sala di circa 70 metri di lunghezza per 20 metri di larghezza con una altezza media di  7 metri, da cui si diramano alcuni piccoli e brevi cunicoli. Fu scoperta nel 1929 durante i lavori per la costruzione della S.S. 18 delle Calabrie; proprio perché l’ingresso è posizionato al lato della strada S.S. 18 è estremamente facile raggiungerla in auto, con possibilità di parcheggio.

Per quanto riguarda l’esplorazione della grotta del Dragone ad Acquafredda, o delle altre grotte presenti sul territorio di Maratea (ben 131) bisogna obbligatoriamente essere accompagnati da speleologi perché la cavità presenta delle difficoltà tali da richiedere l’intervento degli specialisti. La Grotta del Dragone è la maggiore grotta della Basilicata ed una delle più belle. L’ingresso è ad 8 metri sul livello del mare a pochi passi dalla costa di Acquafredda. Articolata in 2000 metri di cunicoli, gallerie sifoni, laghetti e sale, la cavità è esplorabile solo nei mesi in cui non è invasa da acqua e unicamente se si è speleologi esperti.

Lungo tutta la costa di Maratea è possibile vedere i resti di sei torri di avvistamento: Crini, Acquafredda, Apprezzami l’Asino, Caina, Filocaio, Santa Venere. Le torri erano poste a difesa dell’abitato, per segnalare il pericolo di pirati. A base quadrata, furono costruite dagli spagnoli del VI sec. per difendersi dagli attacchi dei Saraceni.

LE SPIAGGE

Le spiagge di Maratea rappresentano uno dei tanti tesori paesaggistici che è possibile ammirare sulla riva tirrenica della Basilicata. Un alternarsi di opere d’arte naturali che rende la Costa di Maratea uno scenario unico e selvaggiamente affascinante.

La Costa di Maratea si estende per più di 30 km , dal Canale di Mezzanotte a Nord (confine con la Campania) alla foce del fiume Noce o  Castrocucco a Sud (confine con la Calabria) ed è caratterizzata da spettacolari alti costoni rocciosi inframmezzati da cale, anfratti e spiagge.

MARINA DI MARATEA

Le spiagge di Marina di Maratea sono 11: la Spiaggia Nera, la Spiaggetta di Illicini, la Spiaggetta di Cala Vecchia, la Spiaggia del Macarro, le tre Spiaggette chiamate l’Abisso, Setteponti e Piedi del Cedro, la Spiaggia d’a Scala, la Spiaggia di Calaficarra, la spiaggia di Santa Teresa, la Spiaggia del Porticeddu e la Spiaggia di Valle dell’Acqua.

La spiaggia di Santa Teresa è la più frequentata spiaggia della frazione Marina. È in realtà l’unione di tre piccole spiagge, collegatesi grazie all’avanzamento della linea di costa. Questa incantevole spiaggia è l’ideale anche per romantiche passeggiate invernali, fermandosi ad esplorare le piccole grotte terrestri che si aprono sotto il costone che copre il suo lato settentrionale, da cui si può osservare il mare attraverso suggestive fessure nella roccia. Al centro di questa spiaggia si trova il caratteristico scoglio del Falchetto, dove sono soliti nidificare i falchi pellegrini che volano nel cielo di Maratea.

La spiaggia di Cala Jannita è detta anche Spiaggia Nera per la caratteristica colorazione della sua sabbia. Si apre di fronte all’isola di Santo Janni, avvolta in una fitta vegetazione. Su questa spiaggia si apre la grotta della Sciabella, intorno a cui ruotano storie leggendarie raccontante dalle donne anziane di Marina di Maratea. Si racconta che una donna fedifraga, di nome Isabella, che usava questa grotta per consumare gli incontri amorosi con i suoi amanti, fu scoperta dal marito, che la uccise facendola precipitare dall’apertura che si trova sulla volta della grotta.

La spiaggia di Cala Grande chiamata anche Cala ‘i don Nicola e oggi detta spiaggia del Macarro dal nome dell’incantevole zona retrostante, è una dei più celebri lidi della costa di Maratea, aperta di fronte alla cosiddetta Secca della Giumenta, circondata dalla verde macchia mediterranea. Sabbia scura, verosimilmente di origine vulcanica, mista a ciottoli , in un baia naturale con sfondo una magnifica pineta, con grotte e secche lungo le ali per gli appassionati di snorkeling. È una dei più celebri lidi della costa di Maratea, aperta di fronte alla cosiddetta Secca della Giumenta, circondata dalla verde macchia mediterranea.
La spiaggia di Illicini è un piccolo anfratto roccioso posto tra una serie di scogli, da cui si scorge l’isola della Matrella e l’isola di Santo Janni. Si trova in mezzo al bosco omonimo, popolato da lecci nani resi tali dall’azione della salsedine che sprigiona dalle onde che si infrangono contro le rocce.
La spiaggia di Valle dell’Acqua è una piccola insenatura nella baia tra la punta del Citrosello e la punta di Caino, dove sorge la cinquecentesca torre Caina, così detta, si racconta, a causa di un fratricidio lì perpetrato. La spiaggetta altro non è che un punto pianeggiante nella catena rocciosa che lega i due promontori.

La spiaggia del Porticeddu è una piccola insenatura tra gli scogli. È chiamata così perché i pescatori di Maratea solevano penetrare in quest’insenatura per pescare i polpi e altri pesci di scoglio, oltre che raccogliere dagli scogli patelle e sale. Nei pressi di questa spiaggia si trova la suggestiva grotta d’a Judia.

La spiaggia d’a Scala è una graziosa spiaggia posta in mezzo a splendide formazioni di roccia calcareo-dolomitica bianca. Si racconta che un tempo si accedesse a questa spiaggia attraverso una scalinata scavata nella roccia, da cui ha preso il nome, poi spazzata via dalla furia delle onde di una violenta mareggiata. Sul fianco settentrionale della spiaggia si apre una piccola grotta, in cui è piacevole immergersi per osservare i riflessi di luce che l’acqua crea sulla sua volta.

A Marina di Maratea le spiaggette di Riciulillu, detta anche dei Setteponti o dei Ricci, l’Abissu, l’abisso, e ‘mpedi ‘u Citru, ai piedi del cedro, sono le tre piccole calette poste tra la punta del Dentice e il promontorio del Timpa Tenaglia. La prima è un piccolissimo accenno di sabbia, accessibile via terra attraverso una scalinata recentemente installata sulla roccia, ricca di scogli e anfratti rocciosi. La seconda è per lo più un’insenatura nel mezzo di alcuni scogli. Infine la terza, leggermente distanziata dalle altre, è solita ospitare grandi alghe sul bagnasciuga.

ACQUAFREDDA

All’estremo nord della costa di Maratea il territorio di Acquafredda, collocato a circa 87 mt. s.l.m., è senza soluzione di continuità una pineta che dalle cime delle montagne va a bagnarsi nel mare. Il suo nome deriva dalla sorgente di acqua dolce che sgorga nel mare , davanti alla spiaggia di Marizza, fenomeno quasi unico in Italia e visibile anche dalla Strada Statale 18. Una costa mozzafiato, con ripide pareti scoscese, grotte, baiette e spiagge, alcune non raggiungibili se non via mare.

Le spiagge ad Acquafredda sono: la Spiaggia Anginarra, la Spiaggia Luppa, la Spiaggetta di Grotta della Scala, la Spiaggetta del Porticello, la Spiaggetta delle Pietre cadenti e la Spiaggetta di Marizza.

La spiaggia di Marizza, detta anche spiaggia della Monaca, è un altro piccolo arenile, in vicinanza di una sorgente di acqua dolce situata nella zona denominata Marizzi. E’ il naturale sbocco del Canale della Monaca e rappresenta l’ultima spiaggia di Acquafredda prima di arrivare a Cersuta. Come le adiacenti spiagge non è di facile accesso da terra ed è poco spaziosa.

La spiaggia Portacquafridda è denominata dagli abitanti di Acquafredda “il Porticello”, poiché si affaccia come una darsena su una baia ben riparata dalle correnti marine. Posta in uno splendido scenario naturale, sopra la spiaggia si affaccia la bocca della bellissima Grotta del Dragone, la più grande cavità naturale mai esplorata in Basilicata. Nei pressi della grotta ci sono i caratteristici cespugli di crìtano, l’ «insalata di mare» di cui  gli anziani di Acquafredda parlano spesso, ricordando di quando la si usava come spezia. Tra le rocce di questa spiaggia si trova una sorgente di acqua dolce, pura e molto fredda, che ha dato il nome all’intera frazione.

La spiaggia Grotta della Scala ad Acquafredda si trova appena al di sotto di Villa Nitti, residenza di Francesco Saverio Nitti, presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia. La spiaggia, un piccolo accenno di sabbia e ciottoli, si è formata nel 1894 con i lavori di risulta della costruzione della linea ferroviaria. Facilmente raggiungibile con l’automobile è situata nei pressi della Stazione ferroviaria di Acquafredda ed è dotata di ampio parcheggio gratuito. La spiaggia è piccola, intima e poco affollata, anche nelle giornate di picco dell’estate. L’unico stabilimento balneare presente fornisce tutti i servizi, con servizio Bar e la possibilità di mangiare direttamente sulla spiaggia.

La spiaggia Luppa di Acquafredda si trova sotto una catena di scogli che la separa dalla spiaggia Anginarra. Si distende specularmente alla gemella fino alle rocce della punta San Pietro, dove si trova Villa Nitti, residenza dello statista lucano Francesco Saverio Nitti, presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia.

La spiaggia Anginarra ad Acquafredda è una delle spiagge più grandi della costa di Maratea. Con i suoi oltre duecento metri di bagnasciuga sabbioso si incunea in uno dei tratti più belli del litorale, affiancato a sud da un costone di roccia, e a nord da una grande falesia dalla quale si apre la grotta omonima. Il suo nome è greco e significa “piena di ricci di mare”.

CERSUTA

Tre sono le spiagge in località Cersuta: la Spiaggia d’u Nastru, la Spiaggetta di Rena d’a Carruba e la Spiaggetta di Capo la Nave.

La spiaggia nota come Rena d’u Nastru è una bellissima spiaggia, posta tra l’abitato di Cersuta e la roccia dove sorge la Torre Apprezzami l’Asino. Anche questa spiaggia si è formata nel 1894, quando i materiali di risulta della ferrovia venivano scaricati, tramite un nastro trasportatore, sulla costa, da qui anche il nome. Molto bella è la passeggiata su questa spiaggia durante l’inverno, che consente di ammirare la luce del tramonto infilarsi nella Grotta dei Palombi, posta nella sua estremità meridionale.

La spiaggia nota come Rena d’a Carrubba è più che altro un piccolo arenile di ciottoli posto a nord di Cersuta, in uno dei tratti più caratteristici della costa di Maratea.

La spiaggia della Renicedda, è una minuscola spiaggetta posta proprio sotto le case di Cersuta. Si racconta che, in un tempo remoto, una nave passasse presso la costa di Cersuta. La navigazione tranquilla fu però bloccata da un’improvvisa tempesta, che spingeva pericolosamente la nave verso le rocce della costa. Il capitano della nave, temendo per la vita sua e del suo equipaggio, tra cui anche suo figlio ancora bimbo, cercò in ogni modo di evitare l’urto, ma nulla poté la mano dell’uomo contro la furia del vento e delle onde: il legno della nave si infranse contro gli scogli della punta, e il capitano, unico superstite, dovette piangere la perdita dei suoi uomini e di suo figlio.

FIUMICELLO SANTAVENERE

La spiaggia di Fiumicello, è una delle più rinomate e frequentate della costa di Maratea. Si apre sotto la punta dell’Ogliastro, su cui si aprono le grotte di Fiumicello, dove negli anni ’60 lo speleologo Vincenzo Fusco ritrovò resti di insediamenti paleolitici, i più antichi della costa tirrenica lucana. Questa spiaggia è divisa in due tronchi dal torrente Fiumicello, che scorre lungo la valle di Maratea. Lungo la parte sud si affacciano alcuni suggestivi scogli, oltre cui si affaccia la torre Santavenere.

PORTO

Le spiagge del Porto sono: la Spiaggetta di Mare Morto e la Spiaggia del Crivo.

Inizialmente la Spiaggia del Crivo era una delle spiagge più belle e sabbiose di Maratea Porto dopo quella principale, attualmente scomparsa per far posto alla banchina principale del porto turistico. Si raggiunge passando accanto alla rotonda e poi alla grotta detta  “Vuttaru” e quindi per una scalinata che porta al livello del mare. Oggi fa parte del bacino del Porto e non è più balneabile.

La spiaggia di Mare Morto, è una caratteristica formazione della zona detta Darsena, prospiciente il Porto. Si trova in quello che probabilmente è il punto più bello della costa marateota, in uno scenario naturale di bellezza barocca, su cui si affaccia la cinquecentesca torre Santavenere, posta sul promontorio omonimo dove, nei secoli magno greci, si praticava il culto della dea della bellezza.

CASTROCUCCO

Le spiagge di Castrocucco sono: la Spiaggetta Sotto l’Orto, la Secca di Castrocucco e la Spiaggia d’a Gnola.

La spiaggia della Secca a Castrocucco è uno dei più suggestivi angoli della costa di Maratea.
Il panorama della spiaggetta è dominato dagli scogli e da u Tuppu, un singolare isolotto ricoperto di macchia verde. Nei pressi della spiaggia si trova il Palazzo Baronale dei nobili Labanchi, con annessa cappella (oggi sconsacrata). Sulla vetta retrostante la spiaggia si vede il Castello di Castrocucco, antico baluardo medioevale.
La spiaggia d’a Gnola è la più grande spiaggia della costa di Maratea. È una lunga distesa di sabbia, che si infila sotto le falde della Serra di Castrocucco, creando una piccola baia che serve da porticciolo. La spiaggia è sovrastata dal Castello di Castrocucco, uno dei nuclei storici abbandonati più interessanti da visitare. Il fiume Noce, detto anche Castrocucco, che scorre lungo il suo versante meridionale, divide la Basilicata dalla Calabria.
La spiaggia Sotto l’Orto è una striscia sabbiosa posta a sud della torre Caina. Si trova nel mezzo di una selvaggia macchia boschiva, un tempo utilizzata come terreno coltivato. Collocata appena a nord della secca di Castrocucco offre scorci di natura selvaggia di straordinaria bellezza.

FILOCAIO

Le spiagge di Filocaio sono: la Spiaggia Funnicu Reggiu e la Spiaggia d’i Vranne.

La spiaggia d’I Vranne è una grande lingua di ciottoli posta sotto una falesia della costa a nord della frazione Marina. Alla punta meridionale di questa spiaggia si apre verso il mare la grotta di Giorgio.

La spiaggia di Funnicu Reggiu è una piccolissima spiaggia che si apre quasi perpendicolarmente sotto la vetta del monte San Biagio. Il suo nome, che significa “deposito reale”, richiama a una particolare prerogativa dello status giuridico del passato di Maratea: qui si trovava la dogana dove venivano scaricate le merci che Maratea importava ed esportava in tutto l’antico Regno di Napoli.

COSA FARE

Sono davvero tante le cose da fare e i modi per divertirsi e trascorrere le proprie giornate a Maratea.

La città e i dintorni offrono tante attrazioni e occasioni di svago per tutte le età e le esigenze, basate soprattutto sul contatto con la natura, molto generosa con Maratea .Si possono svolgere tante attività all’aria aperta, agevolati dal clima piuttosto clemente, in qualsiasi modo e mezzo, dalla bici, al cavallo, alle passeggiate in montagna, al volo libero.

E il mare, naturalmente, non è da meno: immersioni e snorkeling, sci acquatico, gite in barca, pesca subacquea e pesca turistica notturna.

Inoltre, a poca distanza da Maratea, la possibilità di provare le ebbrezze del rafting e del torrentismo.
Due però sono le attività imperdibili per i più avventurosi: il Ponte Tibetano e il Volo dell’Angelo, unico in Italia. Con poco più di un’ora di auto si raggiunge Sasso di Castalda e il suo duplice Ponte tibetano, il primo di 95 mt di lunghezza a 70 mt d’altezza, il secondo , dopo una breve passeggiata, di 300 mt. a 120 mt di altezza , fino a raggiungere i ruderi del castello su una sky-walk in vetro sospesa sul ponte, con belvedere per ammirare il panorama delle montagne circostanti.
Nel comprensorio delle Dolomiti Lucane, tra i due borghi di Pietrapertosa e Castelmezzano, un cavo d’acciaio di circa 1,5 km, sospeso tra due vette all’altezza rispettivamente di 1000 ca. e 820 ca., con un dislivello di circa 120 metri. Un volo adrenalico da soli o in coppia e poi, all’arrivo , un salutare giro nelle viuzze caratteristiche dei due borghi , con le case incastonate tra le rocce, e infine la possibilità di degustare i prodotti locali.

ESCURSIONI E PASSEGGIATE

Per chi ama immergersi nella natura e godere di spettacolari scorci panoramici, il territorio di Maratea è il luogo ideale, con i suoi diversi itinerari possibili, offre la possibilità, anche ai meno esperti, di vivere indimenticabili escursioni naturalistiche.
Maratea si trova infatti al centro del sistema dei Parchi della Lucania possiamo e affermare che ci troviamo nella più vasta area protetta forse dell’intera Europa occidentale, che diventa quindi il punto di partenza per interessantissime e innumerevoli escursioni naturalistiche.
Molti anche gli itinerari sacri che ripercorrono i luoghi del culto e della devozione cristiana.

 

alessia

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