Colline, filari di vigna e belle strade sinuose per scorrevoli andature turistiche: nelle Langhe piemontesi si va per guidare, per degustare il Barolo e per assaporare il tartufo bianco d’Alba. Ma anche per la piacevolezza di campagne, borghi senza periferie e panorami vasti all’ombra di tanti castelli.
Il viaggio verso il mar Ligure regala una ventata di energia su itinerari battuti da tanti motociclisti intono al punto di aggregazione del passo di Montezemolo.
Durata: 3-4 giorni.
Periodo: Primavera, estate e primo autunno, poi è freddo e nebbioso.
Lunghezza: Circa 260 km.
Si parte da Savona, dopo un breve giro in centro, dove il palazzo della Rovere e la fortezza Priamar sono i due edifici più rappresentativi.
Seguendo i cartelli blu (non autostradali) per Torino si inizia a guidare sulla SS29 del colle di Cadibona: le curve stese tra gli alberi scorrono veloci verso Carcare e Altare, con il Museo del Vetro, che ricorda la tradizione locale.
Si incrociano raccordi aerei verso l’autostrada, un tunnel, un po’ di capannoni, insomma non è proprio una campagna integra, ma si resiste per visitare il medioevo, tra palazzo Comunale e castello di Millesimo, porta della val Bormida, in attesa dei divertenti, anche se pochi, km che sulla vecchia SS28 salgono al Passo di Montezemolo. Al bar 4 Venti si ritrovano motociclisti provenienti da ogni dove.
La SP661 delle Langhe segnala nel nome il cambio di regione e verso Murazzano dà vita a un bel percorso di crinale, tra campi e pascoli, morbida, ideale per scorrere in moto, e infatti nella zona si possono inventare diversi anelli dedicati alla guida, ma noi teniamo la direzione per Belvedere Laghe, confine ideale tra Alta e Bassa Langa, che dai ruderi del castello offre un balcone naturale sulle colline e la pianura con le Alpi per fondale.
Le moto sportive testimoniano la sciolta scorrevolezza della strada che inizia la sua planata verso Dogliani, patria del vino Dolcetto, divisa in Borgo e Castello, in alto con la torre medievale.
Il paesaggio è ormai inequivocabile, vigne, insegne, cantine, è territorio di grandi Docg come Barolo e Barbaresco, e un numero finito di Doc, Dolcetto d’Alba, Dolcetto di Dogliani, Dolcetto delle Langhe, Monregalesi, Nebbiolo d’Alba, Barbera d’Alba.
Si frena per degustare i vini e visitare le cantine, molte delle quali aprono le porte semplicemente bussando e quasi tutte invece facendosi prevedere da una telefonata: sarà interessante fare paragoni tra i produttori storici affezionati alla tipicità del Barolo e i più innovatori, che preferiscono lavorare su un vino più morbido e ingentilito.
Anche la gastronomia è argomento forte di queste colline, dove è quasi impossibile entrare in un ristorante e uscirne scontenti.
La guida ora si fa decisamente più piacevole, grazie al buon fondo e alla visibilità. C’è da temere solo un trattore dietro le curve, soprattutto in stagione di vendemmia, per il resto sul brioso misto ogni tipo di moto si trova a proprio agio, anche nel giocare con qualche piega.
La direzione è Monforte d’Alba, sulla SP9, tra saliscendi in mezzo alle vigne fino al borgo, dove si sale alla piazza alta della parrocchiale per dominare i tetti antichi delle case e le colline circostanti.
10 km ancora più piacevoli e si nota da lontano Castiglione Falletto, sovrastata dai tre torrioni circolari del castello, importante caposaldo difensivo, che occupa la cima di una collina disegnata dai filari e dalle vigne.
Breve discesa più pepata e con un paio di marce lunghe si entra in Gallo d’Alba, dove a destra si svolta per la SP 157.
Ai curvoni in salita compare improvvisamente la mole medievale del castello di Grinzane Cavour: è sosta classica per le foto. Camillo Benso conte di Cavour vi fu sindaco per 17 anni e proprio a lui si deve l’arrivo in zona di vitigni selezionati dalla Francia e la selezione dei terreni più adatti: nel castello ha sede l’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e del Vino di Alba, che con le sue caratteristiche tabelle garantisce diverse cantine e ristoranti.
Poi dietrofront e da Gallo d’Alba si scorre in valle per conquistare Barolo, che col castello caratterizza una conca coltivata a vigna. Una stradina stretta entra in paese e oltre la porta raggiunge il castello, dove è nato il grande vino, ai primi dell’800, quando la marchesa Giulia Faletti e il conte di Cavour invitarono un enologo francese perché mettesse a punto un rosso secco e capace di conservarsi a lungo. Oggi è sede dell’Enoteca regionale del Barolo e nelle sale antiche si seleziona la produzione più pregiata dei vini locali. Si va per degustare (a pagamento, su prenotazione) e per visitare il Museo etnografico-enologico del Barolo e gli interni con arredi d’epoca.
Il tempo di qualche tornante e di allungare in salita, senza fare a meno di notare la Cappella del Barolo decorata in colori vivaci dagli artisti David Tremlett e Sol Lewitt, e si entra nel piccolo borgo La Morra, ancora nell’area dei vini più apprezzati; ogni frazione (Annunziata, Pozzo, Santa Maria) nasconde una fattoria e un’etichetta di pregio e Abbazia dell’Annunziata offre anche il Museo Ratti dei Vini di Alva. In cima a tutto domina La Morra, poche deliziose strade di cotto e un panorama a perdita d’occhio verso la pianura del fiume Tanaro: la fornitissima cantina comunale è una delle tappe fisse del viaggio nelle Langhe.
Ancora curve sulla SP58 per un finale pimpante prima della noiosa pianura, si taglia da Verduno e Roddi, dove il castello domina con le sue torri un centro storico di viuzze circolari.
Alba è ormai vicinissima e la si raggiunge sul raccordo veloce. Gli appuntamenti che la rendono famosa sono in ottobre, la prima domenica si corre il palio dei Ciuchi, le due successive sono monopolizzate, da più di 70 anni, dalla Fiera del Tartufo, bianco naturalmente, vanto della gastronomia locale. In tutti gli altri mesi ci si accontenta, si fa per dire, del piacevole passeggiare nel centro storico, a partire dalla piazza centrale con duomo gotico e il palazzo comunale.
Nei dintorni si visita anche Barbaresco, con l’Enoteca regionale tempio del vino di uve nebbiolo e Neive dove nel borgo antico, tra vie lastricate, emergono le chiese barocche e il grande castello.
Per rientrare in Liguria si scorre sulle strade più severe, ma sempre divertenti, dell’Alta Langa, lungo i tortuosi saliscendi nel panoramico e verdissimo ambiente di Cerreto Langhe o per la più scorrevole SS29, in ogni caso puntando su Cortemilia, che conquista per il suo centro storico medievale e porticato, sotto la torre del ‘200. A fine agosto si fa festa per celebrare la rinomata nocciola tonda.
Ancora SS29 e poi SP52 (in Liguria diventa SP9) per tornare di nuovo a Carcare.
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