In provincia di Cosenza, al confine tra Calabria e Lucania, si trova la graziosa cittadina di Praia a Mare, sospesa in una sorta di gioco di colori e profumi che si aggrappano alla montagna prima di tuffarsi nel blu del mare.
Approdo marittimo e scalo situato lungo le principali rotte commerciali del Mediterraneo occidentale, Praia a Mare si segnala fin dall’antichità per la sua importanza strategica ed economica. Popoloso villaggio di contadini e di pescatori sorto sulle spiagge strette tra il corso del fiume Noce, che a nord segna il confine con la Basilicata, ed il contrafforte roccioso oltre la campagna e la pianura alluvionale del fiume Lao, per secoli Praia ha mantenuto integri e vivi usi, costumi e tradizioni della vicina rocca natia.
L’etimologia del nome è incerta, anche se ricorda i traffici di merci e di uomini che nell’antichità avvenivano sulla costa Tirrenica: deriverebbe da “Plaga Sclavorum“, spiaggia degli Sclavoni o degli Schiavoni, o da “Plaga Slavorum“, spiaggia degli Slavoni.
L’economia è stata sostenuta per secoli dalla particolare vocazione agricola delle comunità locali. Risale alla metà degli anni ’50. Artigianato, commercio, industria (la cittadina è stata il fulcro produttivo di un importante polo tessile che ha dato lavoro a tremila persone) e turismo hanno riconvertito in termini di modernità le aspettative e le propensione generazionali delle famiglie praiesi.
È divenuta realtà amministrativa a se stante nel 1928 quando, a seguito della prima urbanizzazione dell’area costiera, fenomeno favorito dalla realizzazione delle prime strade rotabili e dall’intensificarsi del traffico ferroviario, da contrada marittima di Aieta divenne comune autonomo.
Oggi, Praia a Mare è uno tra i più importanti e frequentati centri balneari della parte tirrenica superiore della Calabria e la prima, in ordine di tempo, a essersi data un’ impostazione turistica. Spiagge di sabbia scura finissima e di ciottolato, coste frastagliate, fondali popolati da gorgonie, stelle marine e numerose specie di pesci sono alcune delle caratteristiche che hanno reso Praia a Mare una delle località turistiche più rinomate della Calabria.
A sud del paese, di fronte Capo dell’Arena, si trova l’Isola di Dino. Il nome forse deriva dal fatto che sull’isola sorgeva un tempio (aedina) dedicato a Venere, oppure, ipotesi più accreditata, è quella che farebbe derivare il nome dall’etimo greco dina, ovvero vortice, tempesta. Infatti erano un tempo pericolose per i naviganti, in giornate di mare mosso, le acque prossime alla punta sud dell’Isola, detta Frontone.
Si estende per 50 ettari circa con un’altitudine massima di 100 metri. Nel versante settentrionale, di fronte a Capo dell’Arena, c’è un piccolo molo di attracco da cui parte una strada rotabile che con uno sviluppo di 1700 metri conduce nei cottages situati nella zona alta dell’isola. Ha fianchi con strapiombi alti oltre 80 metri ed altri piuttosto scoscesi, alla base dei quali, sia al di sotto che al di sopra del livello del mare, l’erosione sulle rocce calcaree ha dato vita a molte grotte tra le quali quella del “Monaco”, delle “Sardine” dove sono presenti stalagmiti, delle “Cascate”, del “Leone” ed infine la “Grotta Azzurra” che è la più grande. Ma la grotta più interessante dell’isola, sebbene accessibile solo ai subacquei esperti, è la Grotta Gargiulo, che si apre a 18 metri sotto la superficie del mare e si estende nelle profondità dell’isola per alcune decine di metri, completamente sommersa, fatta eccezione per due bolle d’aria. L’accesso ad una parte della Grotta è sconsigliabile anche ai subacquei, tranne che a speleosub esperti.
Affacciata sul mare, a poca distanza dall’Isola di Dino, si trova la Torre di Fiuzzi, una delle più grandi della zona. Costruita su un faraglione della scogliera di Fiuzzi alto 15 metri, su cui era già presente una torre angioina, era posta a presidio della costa dalle incursioni Saracene, che ne XVI secolo rappresentavano un serio problema per la serenità dei cittadini di Praia a Mare. La torre di Fiuzzi fa parte di una rete di torri d’avvistamento che si occupavano di mettere in sicurezza il territorio calabrese, come la Torre Crawford a San Nicola Arcella e la Torre di Castrocucco a Maratea.
Lungo la costa si incontrano le casematte: strutture in cemento con feritoie costruite negli anni della Seconda Guerra Mondiale per difendere la costa da eventuali sbarchi.
Anche la Rocca di Praia aveva uno scopo difensivo. Realizzata in epoca normanna con l’obiettivo di svolgere una funzione militare per contrastare le incursioni aragonesi e saracene, il Castello poi assunse funzione feudale. Si trova arroccata su una collina nelle vicinanze di Praia a Mare, sporgente sul mare da cui si può ammirare un panorama mozzafiato. Ad oggi il castello è stato rilevato da privati che l’hanno adibito a bed&breakfast di elevata categoria.
Presso il Museo Comunale il paese ospita una raccolta permanente d’arte moderna e contemporanea realizzata con il contributo di numerosi artisti italiani e stranieri che hanno donato all’istituzione complessivamente oltre duecento opere.
L’edificio religioso che merita assolutamente una visita è il Santuario della Madonna della Grotta, così chiamato perché posizionato all’interno di una grotta naturale all’interno di una collina. In esso è venerata la Madonna della Grotta la cui leggenda narra che il comandante di un bastimento turco fu costretto dall’equipaggio a riporre all’interno dell’omonima grotta una statua lignea (rubata) del XV secolo raffigurante la madonna.
Il comune di Praia a Mare è inserito nel Parco nazionale del Pollino, dove gli appassionati di sport estremi possono cimentarsi nel rafting e nella discesa in gommone o in canoa lungo il vicino fiume Lao, uno dei più importanti a carattere torrentizio della Calabria.
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