Rio nell’Elba, uno dei più antichi borghi dell’isola con origini risalenti all’età del bronzo, è un piccolo centro abitato, caratterizzato da vicoli stretti, minuscole piazzette e balconi fioriti. Il paesino medievale sorge sopra un colle, a 170 metri sul livello del mare.
La presenza umana è antichissima e la ragione è da ritrovarsi nel fatto che Rio nell’Elba, come dice il nome stesso, offriva acqua in abbondanza.
Fondato nel X secolo e fortificato dai Pisani in quello successivo, fu completamente distrutto nel 1534 dal pirata Barbarossa e successivamente ricostruito dagli Appiani. In grande considerazione era tenuto Rio nel medioevo e in età rinascimentale per la sua ricchezza ferrifera. I pisani lo consideravano alla stregua di una capitale economica della repubblica, tanto da rifornirlo di grano dal continente in caso di crisi. A proteggerlo venne eretta la fortezza del Giogo; anche Rio, come molti altri centri collinari, doveva fare delle sue case delle mini fortezze che proteggessero la zona.
Le spiagge si trovano al di là della zona collinare: Bagnaia, Nisporto e Nisportino sono esempi di località turistiche molto tranquille, lontane dalle aree caotiche, tipiche di altri versanti. Con una canoa si possono raggiungere calette ancora più isolate, caratterizzate da scenari e paesaggi meravigliosi come, per esempio, la cala dei Mangani o dell’Inferno e quella di Zupignano; si tratta di piccoli gioielli ambientali incavati in solide e scoscese scogliere, in uno dei tratti di costa più selvaggi dell’isola.
A pochi passi dal nucleo del centro storico del paese si trova la Terrazza del Barcocaio, luogo di visioni privilegiate: a sinistra il Monte Giove, sulla cui sommità si possono ancora scorgere i resti dell’antico castello, a destra lo scorcio dell’orizzonte che si apre sul mare. La Terrazza per la sua posizione privilegiata si presta anche come spazio accogliente per serate all’aperto durante la stagione estiva; qui di solito vengono organizzate iniziative, presentazioni di libri, conferenze e altre attività culturali e di intrattenimento.
La Fortezza del Giogo si trova sulla vetta di una collina alta 352 metri. Il paesaggio circostante è ancora molto selvaggio, ricco di lecceti e piante di ogni genere, ad eccezione del versante meridionale, completamente distrutto dagli scavi minerari. La vista che si può godere dalla fortezza è meravigliosa e si spinge fino all’isola del Giglio.
Il castello, fondato dagli appiani nel 1459, in origine era rettangolare e completamente circondato da mura e da un fossato secco. L’attuale forte venne ricostruito per opera di Jacopo III Appiani. La principale funzione della Torre era, oltre che a controllare gli eventuali assalti nemici, a offrire un rifugio per gli abitanti di Grassera.
Furono comunque frequenti le invasioni, tra cui quella organizzata da Barbarossa nel 1534: il borgo di Grassera fu assalito nella notte, devastato e saccheggiato. Nel 1708 ci fu un nuovo assedio della torre durante il quale la sua struttura fu quasi completamente demolita.
D’altra parte, sempre a proposito di fortificazioni, anche Rio, come molti altri centri collinari, doveva trasformare le sue case in una sorta di mini fortezze. Così aggirandosi per il centro non è difficile scorgere barbacani a protezione delle facciate più esposte di alcuni palazzi, e la chiesa stessa mantiene parte del perimetro bastionato esterno: in caso di necessità anch’essa doveva diventare un luogo di assedio.
Il Museo Archeologico “Alfeo Ricci” ospita la raccolta di ritrovamenti dall’epoca protostorica al Medio Evo, riguardanti soprattutto l’attività estrattiva del ferro: più di 700 pezzi di minerali provenienti da diverse zone dell’isola. La fascia occidentale, sede del Monte Capanne, è costituita prevalentemente di graniti, tormaline, berilli, serpentine e porfidi; quella mediana è formata, ad Est, di diabasi e serpentine, mentre a Ovest, di porfido quarzifero, alberese, granito. Nella fascia orientale, infine, si trovano micascisti paleozoici, feldspato, quarzo, tormalina, marmi e dolomie. L’ultima miniera a ferro dell’isola è stata chiusa nell’ottobre 1981.
La Chiesa dei Santi Giacomo e Quirico, fondata nel XIV sec. dai pisani, fu più volta distrutta dai pirati e restaurata in molti punti, soprattutto nel Cinquecento. Gli interni, in particolare gli altari sono in stile barocco, mentre la struttura esterna è rinascimentale. Nell’edificio vi sono diverse tele, tra cui il quadro dedicato a Giovanni di San Giovanni Valdarno, rappresentante le nozze mistiche di Santa Caterina di Alessandria.
Nella valle dei mulini è molto interessante visitare i vecchi Lavatoi con le bocche in ottone del ‘500. Si tratta di una singolare struttura con soffitto a capriate e finestroni, alimentata dalla sorgente dei Canali e l’Eremo di Santa Caterina, punto di riferimento della cultura internazionale. Il lavatoio pubblico di Rio Elba è stato completamente restaurato e utilizzabile durante le visite grazie anche ad una approfondita ricostruzione storica accompagnata da immagini e didascalie.
La Chiesa del Padreterno e della Santissima Trinità è stata eretta nel Quattrocento e conserva il dipinto del Crocifisso con Dio Padre e lo Spirito Santo, risalente probabilmente al XVIII secolo. Nel coro è visibile la tela della Madonna del Carmine. Il piccolo santuario della Santissima Trinità, del XVI secolo, si trova invece nei pressi dell’antica Grassera. Il lunedì di Pasqua, giorno in cui si celebra l’apparizione della santa, la tradizione vuole che si mangino fichi secchi in segno di devozione.
L’Eremo di Santa Caterina d’Alessandria è un luogo di meditazione e di preghiera, che fonda le sue radici in epoca romanica, anche se restaurato nel 1634. A navata unica con soffitto a capriate, ha una facciata molto semplice, con un timpano spezzato sopra il portale e due finestrelle; il basso campanile ha la cuspide a forma di piramide. Secondo la tradizione la sua origine sarebbe legata ad una serie di apparizione della santa ad un ragazzo del luogo, in ricordo delle quali, ogni anno, il lunedì dopo Pasqua, si celebra una festa. All’Eremo è annesso l‘Orto dei Semplici Elbano, nato nel 1990 con l’intento di promuovere e diffondere la conoscenza delle piante spontanee e coltivate dell’Arcipelago Toscano e di conservare le tradizioni etnobotaniche a esse legate. L’Orto si è assunto, quindi, il ruolo di conservare e valorizzare le specie di interesse naturalistico, farmaceutico, agrario e forestale dell’Arcipelago Toscano, inserendosi perfettamente nelle molteplici attività istituzionali del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano quali la tutela delle risorse naturali, espressione più significativa della biodiversità insulare.
Le coste di questa parte dell’Elba conservano tratti fra i più selvaggi dell’isola. Le spiagge sono piccoli tesori ambientali incavati in dirupate scogliere fuori mano ma che conservano intatta la loro bellezza originaria. Rio nell’Elba non offre la più vasta scelta di spiagge dell’isola, ma le spiagge del posto sono molto suggestive e selvagge, con pareti a picco sul mare e piccole calette raggiungibili spesso solo via mare. Rio nell’Elba è segnalata con tre vele nella Guida Blu di Legambiente e fa parte del Parco dell’Arcipelago Toscano.
La spiaggia di Zupignano è formata da diaspri rossicci disposti a sottili strati orizzontali. Vi si accede solo dal mare perché tutti i sentieri esistenti sono privati. Esposta la mare aperto e prevalentemente ai venti occidentali e scarsamente frequentata e non offre alcun servizio.
Le Secche è una spiaggia piccola esposta prevalentemente ai venti occidentali. Caratterizzata da un mare trasparente, da rocce grigio-bluastre solcate da sottili linee di quarzo. Molto selvaggia, poco frequentata e di difficile accesso, che è possibile sola dal mare in barca.
A dispetto del nome terrificante, Cala dell’Inferno, detta anche Cala dei Mangani, è una delle spiagge più belle e selvagge dell’isola. La spiaggia è costituita di ghiaia ed è parzialmente protetta da una baia esposta prevalentemente ai venti occidentali. Scarsamente frequentata per la difficoltà d’accesso. Un tempo esisteva un sentiero che la raggiungeva oggi totalmente invaso dalla vegetazione ma oggi vi si accede solo dal mare.
Altra cala completamente selvaggia, dalle ghiaie multicolori e dal mare trasparente, è quella di Rivercina. Scarsamente frequentata per la difficoltà d’accesso, che è possibile solo dal mare, in barca. Di fronte alla spiaggia si apre un panorama su buona parte della costa settentrionale dell’isola, dominata dal massiccio granitico del monte Capanne.
Le spiagge più frequentate sono invece quelle di Nisporto e Nisportino. La prima è una bella spiaggia lunga circa 220 metri, in alcuni tratti anche 20 metri di larghezza, composta da ciottoli multicolore, mista sassolini e sabbia. La spiaggia è al centro di una baia a forma di ferro di cavallo, con una bella scogliera che fa da contorno e grazie a questa conformazione, è esposta principalmente solo ai venti del quadrante nord, nord-ovest. La parte sinistra della spiaggia ha un fondale più sassoso, mentre la parte centrale degrada abbastanza dolcemente, rendendola quindi una spiaggia adatta anche ai più piccoli. Spiaggia ideale per coloro che vogliono passare una vacanza molto tranquilla, lontano dalla folla. In spiaggia vi sono bar, ristoranti e noleggi ombrelloni e sdraio, oltre che noleggio pedalò e possibilità di noleggio piccole imbarcazioni. È presente anche una corsia per l’approdo di natanti di piccole dimensioni. Nella parte sinistra, guardando il mare, ci sono i resti di una vecchia fornace in pietra a mattoncini rossi detta “della Ballerina”. Dichiarata manufatto di interesse storico-artistico dalla Soprintendenza, era di proprietà della signora Lucia Galli, prima ballerina del Teatro della Scala di Milano nei primi del Novecento. All’interno di questa fornace e delle altre disseminate sul territorio elbano, si producevano calce e mattoni che venivano portati con le barche a remi a Portoferraio.
La spiaggia di Nisportino è una spiaggia libera di circa 120 metri per 15-20 metri di larghezza composta da sassolini multicolore di varie dimensioni e sabbia grossa. Spiaggia “naturale” in quanto viene ripulita frequentemente, ma anche mantenuta così come la natura ce l’ha data. Vi sono infatti presenze di posidonie (quelle che erroneamente vengono chiamate alghe) e tronchi di alberi portati dal mare. Assolutamente da ammirare la trasparenza del mare, specialmente in una giornata di scirocco: dal promontorio che rimane sulla destra della spiaggia ciottoli bianchi di media grandezza e sassolini multicolore, offrono un bellissimo scenario. Da qui parte anche un piccolo stradello che oltre a condurre sul promontorio arriva ai “sassi rossi” ed alla spiaggia dei Mangani. Sconsigliato nelle ore calde della giornata. A ridosso della spiaggia un canneto isola la spiaggia dalle abitazioni (non molte) che vi sono a Nisportino. Sulla sinistra della spiaggia un Bar / Pizzeria, con possibilità di noleggio ombrelloni e sdraio. Presente sulla spiaggia anche una corsia per le imbarcazioni. La spiaggia sicuramente consigliata per chi desidera isolarsi dalla città e passare una vacanza in tutta tranquillità.
Rio nell’Elba è punto di partenza per bellissime escursioni. Di particolare interesse il percorso della Valle dei Mulini. Una valle con ventidue mulini semplici, a pale orizzontali e una coppia di macine di granito. Tutti collegati ad un’unica sorgente attraverso una rete di vasche e di canali. Strutture essenziali con un unico palmento. Arredi rigorosi: un caminetto, qualche mensola per poggiare gli strumenti, una bilancia, i ferri e gli attrezzi per le riparazioni. Ponti, colombaie, una chiesa e un mattatoio. Tutt’intorno orti, vigneti e alberi da frutta.
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