Copertino sorge nella zona centrale del Salento, a 15 km da Lecce. Fondata verso la metà del X sec., fu occupata da Normanni, Svevi e Angioini, divenendo capoluogo di contea sotto Carlo d’Angiò e feudo della potente famiglia albanese Scanderberg alla fine del 1600.
Il castello normanno-svevo, ampliato dagli Angioini nel 1540, domina il borgo medievale salentino con il suo bel balcone rinascimentale, i cannoni raggruppati nel grande lunettone, gli imponenti bastioni lanceolati e lo sfarzoso portale decorato per immortalare i nomi delle dinasti che si sono succedute. Al suo interno si possono ammirare la cappella gentilizia di S. Maria di Maddalena (XV sec.) e la cappella di S. Marco.
Non troppo distante è la chiesa Madre, la cui costruzione fu iniziata da Goffredo il Normanno (1088) e terminata da Manfredi di Svevia (1235) che la volle dedicare alla Vergine delle Nevi. L’edificio, che ha subito diversi rimaneggiamenti di stile barocco, è affiancato da una torre campanaria di 35 metri d’altezza con quattro colonne disposte sulla facciata che hanno capitelli in pietra leccese e un architrave con ornamenti floreali. Al suo interno ci sono diverse tele dello Strabella d’artisti di scuola napoletana del ‘700.
Tra gli altri monumenti si segnalano la cripta di San Michele Arcangelo (1314) con affreschi di stile bizantino, la chiesa e il convento della Grottella (1577), il monastero di Santa Chiara (XVI sec.) e il santuario di San Giuseppe da Copertino (1754).
Prendendo la strada provinciale che collega Copertino a Nardò, dopo 11 km incontriamo questo piccolo centro salentino (fondato forse dai Messapi), che fu Municipium sotto l’imperatore Traiano, un’importante area culturale sotto gli Svevi e contesa a lungo da Turchi, Veneziani e Aragonesi (XV sec).
Inoltrandosi nella parte più antica di Nardò, racchiusa dalle maestose mura medievali, si incontrano strade piccole e tortuose, che confluiscono in piazza Calandra. Qui si possono apprezzare monumenti civili e religiosi sorti tra il XVI e il XVIII secolo, tra cui la guglia barocca dell’Immacolata a pianta ottagonale, il Palazzo Comunale e, nelle immediate vicinanze, la chiesa rinascimentale di S. Domenico che, dopo il terremoto del 1743, fu ricostruita nelle forme odierne del barocco leccese. Il Duomo romanico-gotico (XIII-XIV sec.) in piazza Pio XI conserva diversi affreschi e il venerato crocefisso ligneo del Cristo nero (XII-XIII sec.).
Nel quartiere ebraico (la cosiddetta Giudecca) sorge la chiesa di S. Antonio, costruita nel 1499 sui resti di una sinagoga) con il cenotafio degli Acquaviva in pietra leccese (1545); in corso Vittorio Emanuele si incontrano la chiesa del Carmelo, con tele di D’Orlando e Strafella, e il Teatro Comunale, copia in miniatura del San Carlo di Napoli.
Da segnalare le incisioni rupestri di epoca preistorica rinvenute in alcune grotte dei dintorni, le numerose masserie fortificate dell’entroterra e le ville neritine nel territorio delle Cenate, dove si distingue la neoclassica Villa del Vescovo (XVIII sec.).
Lungo la costa, sono interessanti le escursioni nelle località di S. Maria al Bagno, antica residenza termale romana dominata dai resti della fortezza delle Quattro Colonne; S. Caterina con una Torre dell’Alto che sorveglia il Parco di Portoselvaggio; e S. Isidoro con una Torre costiera che si affaccia su una lunga distesa sabbiosa.
Il borgo antico di Gallipoli, fondato da Taranto nel V sec. a.C., sorge su un isolotto che si affaccia sul mar Ionio ed è collegato alla terra ferma con un ponte seicentesco a dodici archi.
All’ingresso della città vecchia si staglia una magnifica fortezza quadrilatera dalle torri angolari, fatta ampliare da Carlo I d’Angiò nel XVI sec. sui resti di un precedente mastio bizantino, di cui sono ancora visibili i sotterranei e le andature strutturali dei tre bastioni angolari. Per aumentarne la capacità difensiva verso la terraferma, il castello fu successivamente dotato di un rivellino.
Sulla sponda opposta si trovala Fontana greca, ricostruita nel tardo Cinquecento utilizzando bassorilievi greci ed epigrafi romane.
Tra i maggiori centri del barocco pugliese, Gallipoli vanta alcune delle chiese più significative di questo stile: la Cattedrale del XVII sec., con la splendida facciata in carparo locale, il coro ligneo in noce e le tele seicentesche di Catalano e Coppola; la chiesa di S. Maria della Purità con l’effigie della Vergine dipinta da Luca Giordano e un variopinto pavimento maiolicato; la chiesa di S. Teresa con il monumentale retablo barocco dell’altare maggiore e il santuario di S. Maria del Canneto con il settecentesco controsoffitto a lacunari e la statua lapidea di S. Nicola.
Tuttavia Gallipoli è anche un’ambita e affollata meta turistica, ricca di tradizioni: il Carnevale che, con la rituale sfilata dei carri, è il più importante del Salento; e la Festa di Santa Cristina a luglio, con la gara di barche a remi.
L’ampia e pulita distesa marina che bagna le coste gallipoline è coronata da una serie di isolotti tra cui l’isola di S. Andrea con un paesaggio dominato da una laguna di acqua salmastra.
Con la statale 274 si arriva direttamente a Ugento, la piccola località di origine messapica che è circondata dai resti di un’imponente rete muraria del IV sec. a.C. Una breve sosta ci permetterà di visitare il trecentesco Castello, la Cattedrale dell’Assunta (distrutta dai saraceni nel 1537 e ricostruita nel 1700), con una balaustra in marmo policromatico, e il Palazzo Vescovile (XVIII sec.), impreziosito dall’atrio con una ricca fonte battesimale.
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