Posta a 7km a ovest di Agrigento, Porto Empedocle, la Marina di Girgenti del 1300, è un noto centro portuale, da cui salpano i traghetti per Linosa e Lampedusa. Il centro già nel XV secolo era uno scalo marittimo di rilievo e, nel XVI secolo, Carlo V fece edificare una torre difensiva. La costruzione del primo molo, nella seconda metà del 1700, diede un ulteriore impulso economico alla città. Dal punto di vista monumentale, la città si ricorda soprattutto per la Chiesa madre intitolata al Santissimo Salvatore edificata agli inizi del 1900.
Lasciato Porto Empedocle si prosegue lungo la Statale 115, per giungere, dopo una decina di km, al bivio per Realmonte. Posta su un altopiano a 144 metri sul livello del mare, la cittadina, nata nel 1681 per volere di Don Domenico Monreale, sta oggi vivendo un periodo di grande sviluppo turistico. Meta ambita per la vicinanza a uno dei tratti costieri più belli della Sicilia, quello tra Capo Rossello e Scala dei Turchi, Realmonte si è fatta recentemente conoscere per gli spettacoli teatrali e musicali della manifestazione estiva “Costabianca”.
Riprendendo la Statale 155, poco dopo Montallegro, si svolta a sinistra per imboccare la strada provinciale in direzione Eraclea Minoa (a circa 3 km dalla svolta). Qui, di fronte a un panorama incantevole, si trovano i resti dell’antica città greca. La leggenda collega la nascita di Eraclea Minoa al re Minosse che, adirato per la fuga di Teseo e Arianna dal labirinto, giunse fin qui per vendicarsi di Dedalo, reo di aver aiutato i due giovani. Ma le cose non andarono come previsto e su questo splendido tratto di costa Minosse trovò la morte per mano del re sicano Cocalo, presso cui Dedalo aveva trovato rifugio. Oggi gli scavi, intrapresi in modo sistematico solo nel 1950, rivelano i resti della città e di un teatro del III sec. a.C., spettacolarmente aperto verso il mare.
Per chi volesse raggiungere la bianchissima spiaggia di Capo Bianco si consiglia di riprendere la 115, direzione Agrigento e, alla prima uscita, seguire le indicazioni per Montallegro-Bovo Marina e Montallegro Marina. Sulla destra si trova una piccola stradina che conduce al mare.
Rimettendosi in viaggio, questa volta verso l’entroterra, si imbocca la strada panoramica che passa da Sant’Anna per arrivare a Caltabellotta. Situata a circa 20 km a nord di Agrigento, la città, posta su una roccia dolomitica a circa 1.000 metri di altitudine, è considerata uno dei centri più caratteristici di tutta la regione. Il suo nome deriva da Kal at Balut, che in arabo significa “Rocca delle querce”. Sul picco, da cui si gode un panorama davvero invidiabile, si possono visitare la Chiesa Madre, col suo bel portale gotico, la Chiesa di Santa Maria della Pietà, caratteristica perché scavata nella roccia, e i resti dell’antico castello normanno.
Dall’aspetto tipicamente arabeggiante, Sciacca sorge su una piana affacciata sulla costa del Canale di Sicilia. Grazie alle acque calde e ai vapori che sgorgano dal vicino monte Cronio e al caratteristico porto, la città è una delle stazioni balneari più rinomate. Il Nuovo Stabilimento Termale, in stile neoliberty, risale al 1938. Immerse in un parco suggestivo proprio di fronte al mare, le terme di Sciacca offrono efficaci trattamenti, dalla fangoterapia a svariate terapie inalatorie. Sule leggendario monte Cronio si trovano le famose Stufe di San Calogero, nate, secondo la leggenda, dalla sapiente opera di Dedalo che, in un tempo lontano, convogliò le benefiche acque in una serie di canali. Da visitare l’Antiquarium che raccoglie reperti risalenti all’età neolitica e all’epoca greca, oltre che pannelli esplicativi sull’origine delle terre e sulle grotte.
Prima di lasciare la città si consiglia una visita alle numerose botteghe artigiane, dove si possono ammirare e acquistare le splendide maioliche tipiche del luogo. Sciacca, inoltre, è un appuntamento da non perdere soprattutto nel periodo di Carnevale, quando dà vita a un corte tra i più ricchi e festosi di tutta la Sicilia.
Riprendendo la via per la costa, a pochi km da Menfi, si incontra Porto Palo, che si fa apprezzare per le spiagge attrezzate con camping e per la ben conservata torre costiera di avvistamento, costruita nel 1583.
La vasta zona archeologica di Selinunte si trova nei pressi della foce del fiume Modione (comune di Castelvetrano). Fondata dai coloni di Megara Iblea nel corso del VII secolo a.C., deve il suo nome alla parola greca Sélinon, termine con cui veniva chiamato l’appio, una specie di profumatissimo prezzemolo selvatico, tipico di questi luoghi.
Oggi, nella piana disabitata, si possono visitare i resti degli imponenti templi. La zona si divide in tre parti. Sulla collina orientale, si trovano tre grandi templi, uno dei quali (il tempio E, dedicato a Hera) è stato ricostruito nel 1957. Su tutti domina il tempio G., uno dei più grandi dell’architettura greca in assoluto. Sulla collina occidentale si trova l’antica acropoli che ospita cinque templi, la Torre di Polluce e i resti di un villaggio bizantino. A pochi km dalla zona archeologica, la Riserva Naturale del Belice dove, sul litorale sabbioso, è possibile incontrare tartarughe marine che depongono le uova. A ovest, oltre il fiume Modione, un’altra area sacra dove sorge il Santuario della Malophoros, così chiamato per le statue muliebri qui ritrovate.