Piccola isola del Mediterraneo posta a circa 52 km a nord di Capo Gallo, facilmente raggiungibile in traghetto da Palermo, Ustica affonda le sue radici in un lontano passato.
Affiorata in un periodo addirittura precedente a quello che vide nascere l’arcipelago delle Eolie (pleistocene), questo lembo di terra non è altro che la parte emersa di un grande vulcano sottomarino spento.
Originariamente abitata dai Fenici e dai Romani, Ustica divenne in seguito dominio saraceno. Nel XVIII sec. vi si stabilirono i Borboni che popolarono la zona con famiglie provenienti da Lipari.
Attraversata da una dorsale montagnosa che trova il suo punto più alto nei 240 metri del monte Guardia dei Turchi, l’isola è tutto un susseguirsi di coste frastagliate che celano suggestive grotte e incantevoli insenature. Il caratteristico colore scuro conferito al terreno dalla lava, da cui il toponimo latino “ustum“, cioè bruciato, crea suggestivi contrasti con il mare cristallino.
Vero paradiso per tutti gli appassionati di sport subacquei, la zona nel 1987 è stata dichiarata riserva marina e oggi ospita il primo parco marino della Sicilia.
Ustica si può facilmente visitare in motorino o con uno dei numerosi pulmini che ogni giorno percorrono il periplo dell’isola.
Il paese, addossato alla collina tufacea della Falconara, si sviluppa attorno al caratteristico porto.
Per arrivare al centro dell’abitato basta percorrere le suggestive scalinate ornate da ibiscus. Tutto il tragitto è caratterizzato dalle pittoresche case del luogo, trasformate in singolari “tele” da numerosi artisti che qui si sono cimentati con colorati murales, classiche nature morte ed eleganti trompe-l’oeil.
Uscendo dalla piazza centrale si prende, sulla destra, un sentiero a gradoni che porta su fino a Capo Falconiera, dove si trovano i resti dell’antica fortezza borbonica posta a difesa di Cala Santa Maria, unico approdo all’isola e oggi sede del porto. Dal Capo si gode una splendida vista sull’interno dell’isola.
Tutto il paese è dominato dalla Torre di Santa Maria, sede del Museo Archeologico dove sono custoditi svariati reperti provenienti sia da Capo Falconiera che dal villaggio preistorico situato presso i Faraglioni. Quest’ultimo, visitabile recandosi in località Colombaia, risale all’età del bronzo e presenta numerose analogie con il villaggio preistorico rinvenuto a Panarea. Le caratteristiche capanne si sviluppano attorno a una strada principale, seguendo un non comune, per l’epoca, piano urbanistico.
Ma Ustica non è solo reperti archeologici. Lo spettacolo migliore di tutta l’isola è offerto dalle splendide coste. Per chi non volesse avventurarsi in barca, si segnalano Cala Sidoti, Punta dello Spalmatore e il Faro, incantevoli spiagge raggiungibili anche da terra.
Vivamente consigliata è l’escursione che da Torre Santa Maria porta alla Grotta delle barche, dove l’ambiente è ideale per i subacquei. Qui pinne, maschera e boccaglio aprono la porta d’accesso al paradiso!
La posizione di Ustica, in mezzo alla corrente proveniente dall’Atlantico, rende le acque particolarmente pulite e praticamente immuni dall’inquinamento. Queste favorevoli condizioni naturali contribuiscono al proliferare di una rigogliosa vita sottomarina. Saraghi, castagnole, occhiate, cefali, coloratissime spugne, cernie: ecco alcuni degli abitanti di questi luoghi. A profondità maggiori si possono trovare anche aragoste, gamberetti (nelle grotte), coralli e, se si ha fortuna, tonni, tartarughe e barracuda. La nutritissima flora presenta anche vaste distese di posidonia oceanica, o “polmone del Mediterraneo” per la sua capacità di scambiare ossigeno con l’acqua.
Dal 1987 tutte queste acque sono diventate riserva marina. Oggi la zona è divisa in tre settori: la zona A di riserva integrale si sviluppa da Cala Sidoti a Caletta e fino a 350 metri dalla costa. Qui è ammessa la balneazione, ma è vietato sia accostarsi con le barche che pescare. Vivamente consigliata è la visita guidata, in immersione, alla Grotta Segreta o Grotta Rosata. Per chi non gradisce l’attività subacquea, la riserva organizza anche itinerari di seawatching.
La zona B di riserva generale circonda tutta la zona A per tre miglia dalla costa. Vi è consentita la balneazione, la fotografia subacquea e la pesca con lenza e traino o, con autorizzazione del comune, professionale. Al largo del faro di Punta Gavazzi gli appassionati delle immersioni potranno seguire il suggestivo itinerario archeologico (tra i 9 e i 17 metri di profondità) per ammirare le numerose anfore di epica romana.
L’ultimo settore, zona C di riserva parziale, occupa il restante tratto di mare ed è regolato dalle vigenti leggi nazionali.