Questa tragica cima ha conquistato una fama sinistra in seguito alla tragedia della frana che nell’ottobre del 1963 ha fatto tracimare le acque dall’invaso del Vajont. L’enorme massa rocciosa causò la disastrosa ondata, che travolse in pochi attimi gli abitati sulle sponde del lago e balzò, oltre la diga, sulla vallata del Piave a distruggere il paese di Longarone e le vicine borgate. Ancora oggi le ferite sul territorio non si sono rimarginate, come il dolore per la perdita di oltre 2.000 persone e la disperazione dei superstiti.
La vetta del Monte Toc è una plaga di grande interesse panoramico, insospettabile osservandolo dal basso, dove si presenta fittamente boscoso e dalle forme tozze. Questa è la ragione che ci spinge a salirlo, con una celata emozione per la storia dolorosa che racchiude.
La solitaria specola sommitale è sostenuta da straripanti boschi e concede, a chi avrà la determinazione di raggiungerla, un bellissimo panorama circolare, in particolar modo sulla gigantesca mole del vicino Col Nudo e sulle Dolomiti Orientali.
La montagna è caratterizzata da due cime, il Monte Toc (1921 m.) e la più alta Cima Mora (1938 m.), parimenti interessanti, che si consiglia di raggiungere in sequenza per i vasti e mutevoli panorami a giro d’orizzonte.
Dal parcheggio presso la frana del Vajont si segue la stradina che in lieve discesa conduce ad uno spiazzo. Qui si trovano ulteriori indicazioni per il Monte Toc e la Casera Vasei e si imbocca un buon sentiero, che attraversa quasi in quota le pendici del Monte Ranz (1213 m.), un poderoso costone a est della frana.
Senza lasciarsi sviare da numerose tracce nel bel bosco di faggi e frassini, si prosegue fino a guadagnare una sella affacciata verso la Valle del Piave e Longarone; qui il sentiero scarta decisamente a sinistra e risale ripidissimo il suddetto costone, nel tratto più faticoso del percorso. Più in alto si rasenta la frana (visitabile con attenzione, seguendo qualche labile traccia non segnalata) e si procede meno ripidamente e con qualche tornante fino alla base di una parete con grandi landri sottostante la Croda Vasei.
Poco oltre questo punto il sentiero diviene più incerto, ma è sufficiente risalire la valletta, per ritrovare subito il percorso che porta in breve alla Casera Vasei. Dalla casera si continua a nord per un lieve avvallamento tra rado bosco e mughi, che con andamento tortuoso conduce in una conca sottostante le due cime principali della montagna.
Inizialmente conviene tenere la destra, a risalire un pendio erboso, per uscire sulla cresta del Monte Toc, raggiungibile in breve per una panoramica dorsale. Ridiscesi alla conca, si può velocemente guadagnare anche la Cima Mora, destreggiandosi tra i fitti mughi con divertente ginnastica. Il rientro avviene per la stessa via della risalita.
TEMPO COMPLESSIVO: 7 ore
DISLIVELLO: in salita 1150 m.
DIFFICOLTA’: E’ una lunga escursione, con notevole dislivello e abbastanza faticosa. Non ci sono difficoltà tecniche, ma è necessaria una buona autonomia escursionistica vista la segnaletica abbastanza ridotta.
ACCESSO STRADALE: Dai pressi della diga del Vajont si segue la strada asfaltata che stacca verso la frana del Monte Toc e si snoda tortuosa verso le frazioni in sinistra orografica della Val Vajont. Dopo poco si parcheggia (indicazioni per Casera Vasei e Monte Toc).
PERCORSO: Parcheggio 820 m, Casera Vasei 1610 m., Monte Toc 1921 m., Cima Mora 1938 m.
SEGNALETICA: Il sentiero è segnalato con discrezione e richiede un po’ di attenzione nell’individuare i passaggi, visto che i segnavia sono piuttosto radi e poco visibili.
PUNTO D’APPOGGIO: Casera Vasei
CARTOGRAFIA: Tabacco, 1:25.000 Fogli 021
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