Sono in molti a chiedersi cosa possa succedere al corpo umano se si raggiungono i 4000 metri di quota. Una ricerca ha svelato tutto.
Gli esseri umani hanno sempre avuto la voglia e il desiderio di superare i propri limiti. Per questo motivo la montagna è sempre stata presente nella mente umana, poiché è il posto perfetto per testare i limiti e per sfidare se stessi. L’uomo che più di tutti ha superato se stesso e i propri limiti è Reinhold Messener. Quest’ultimo il 16 ottobre 1986 è diventato il primo uomo ad aver scalato le 14 vette superiori agli 8.000 metri sul livello del mare.
Oggi, la montagna è anche un luogo perfetto per una vacanza ricca di relax, di natura e di aria pulita. Tuttavia, molte persone sognano di seguire il percorso intrapreso dai grandi scalatori della storia. Perciò, si cerca di capire cosa potrebbe succedere al proprio corpo qualora si superassero i 4.000 metri di quota.
Chiaramente arrivare alla cima di una montagna alta 4.000 metri è un’esperienza emozionante. Tuttavia, per riuscirci occorre tanta esperienza e molta conoscenza tecnica, come ad esempio il modo in cui si utilizzano picozza e ramponi. Ma come ci si prepara fisicamente ad un’impresa del genere? Innanzitutto bisogna incominciare ad allenare il fiato, poiché a quelle altezze l’aria scarseggia e i polmoni non riescono a lavorare come dovrebbero. Tutto questo si verifica perché più in alto si va e più la pressione atmosferica diminuisce. Quindi, il segreto è riuscire a respirare in modo profondo e lento, con l’obiettivo di abbassare anche la frequenza cardiaca e di distribuire meglio l’ossigeno di cui l’organismo necessita. Inoltre, un altro consiglio molto importante è cercare l’acclimatamento, cioè adattarsi al nuovo ambiente.
Molte persone pensano che sui 4000 metri l’ossigeno diminuisca, ma non è così. In realtà, ciò che diminuisce è la pressione non le molecole di ossigeno, perciò occorre adattarsi all’ambiente per cercare di acchiappare quelle molecole di ossigeno, che per la bassa pressione si trovano più lontane tra di loro. Chiaramente il corpo umano riesce ad adattarsi, ma bisogna avere pazienza, soprattutto perché ogni individuo ha dei tempi diversi rispetto ad un altro essere umano. Per la precisione, quando una persona arriva ai 4000 metri incomincia a respirare molto più velocemente e in modo più profondo, per colmare la mancanza di ossigeno (come scritto in precedenza, l’organismo ha l’illusione che l’ossigeno sia poco, ma in realtà è la bassa pressione che allontana le molecole di ossigeno). E non solo: in quel contesto incominciano ad aumentare anche i globuli rossi del sangue, per cercare di trasportare più ossigeno possibile dai polmoni al resto dell’organismo.
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