Il Parco del Monte Subasio è situato nel centro dell’Umbria fra i Comuni di Assisi, Spello, Valtopina e Nocera Umbra, poco distanti da Perugia, Foligno e Spoleto.
Il Monte Subasio o Monte di Assisi, come era chiamato nel Medioevo, ha un ruolo preminente nella costituzione del Parco.
Fin dall’antichità la zona è stata fortemente antropizzata e quindi plasmata dall’uso e dalle necessità delle popolazioni. Questa particolarità ha creato un paesaggio a misura d’uomo, pur conservando quella naturalità e quella dolcezza che colpisce chiunque lo attraversi o vi soggiorni.
Il ruolo principale del Subasio è comunque quello religioso, essendo legato indissolubilmente alla figura di S. Francesco. La città di Assisi è compresa all’interno dell’Area del Parco, e ciò apporta una valenza culturale e storica di grande importanza.
Il Parco del Subasio è una sintesi di natura, storia, spiritualità che forse non ha eguali: ciò è testimoniato dal gran numero di visitatori che ogni anno giungono in questi luoghi.
Si può affermare che il Parco del Monte Subasio soddisfa ogni esigenza, tanto è vero che, in molti luoghi dell’Area Naturale Protetta, dove prima vivevano i nostri agricoltori, oggi molti ospiti stranieri ne hanno fatto la loro residenza scegliendo, in tal modo, di vivere nella terra di San Francesco.
Il Subasio è il “Monte de Assisio” perché Assisi e il suo monte vivono reciprocamente in una sorta di simbiosi che si tramanda sin dall’antichità e che, attraverso i secoli, si è rafforzata e radicata. L’intero centro storico di Assisi è compreso nel Parco e ne caratterizza le valenze naturali e storico-culturali, tanto che l’Area Naturale Protetta potrebbe chiamarsi, indifferentemente “Parco di Assisi”.
La città è costruita con la pietra rosa tratta dal suo monte ed il Subasio ha un equilibrio geomorfologico e una valenza faunistica e vegetazionale determinata, in primo luogo, dall’essere il monte da cui Assisi traeva ogni sua risorsa: dai materiali lapidei ai legnami ai prodotti del pascolo.
Assisi, acropoli umbra e poi importante municipio romano, cominciò a delineare la sua struttura appunto su quella di città romana con i terrazzamenti del pendio, la piazza del Foro a cui facevano capo le vie principali e sulla quale si affaccia ancora il Tempio di Minerva. Sulle rovine degli edifici romani sorsero, nel primo medioevo i nuclei abitati entro la città murata.
Anteriori ai mille sono le chiese più antiche, delle quali restano testimonianze nelle cripte di S.Maria Maggiore e S.Rufino. Ma Assisi, è soprattutto come l’hanno fatta secoli di francescanesimo, secoli di pietà, secoli di estetismo devoto. Ecco quindi sorgere la Basilica di San Francesco con gli affreschi che decorano sia la basilica inferiore (Simone Martini, Cimabue) sia quella superiore (Giotto), la Basilica di Santa Chiara, la chiesa di San Damiano.
Il Parco del Monte Subasio rappresenta il luogo privilegiato delle memorie francescane, non solo perché al suo interno comprende il centro storico di Assisi, ma anche per gli aspetti naturalistici che hanno ispirato l’amore di Francesco verso il creato: dagli oliveti delle pendici si arriva ai grandi prati e ai pascoli della pianura sommitale, passando attraverso i fitti boschi di querce e di lecci della parte intermedia.
È proprio qui che, incastonato in una selva di alberi secolari, si trova l’Eremo delle Carceri, uno dei luoghi più ricchi di memorie e suggestioni francescane.
E’ dallo stesso Subasio, così indissolubilmente legato alla storia di san Francesco, che proviene la particolare pietra rosa utilizzata fin dall’antichità per realizzare, oltre all’Eremo e al centro storico di Assisi, le abbazie, le chiese, i piccoli borghi fortificati.
Lungo il crinale del massiccio del Monte Subasio si distinguono alcunecime isolate fra cui le più importanti sono, da nord a sud, il Monte Subasio (1290 m), il Monte Civitelle (1280 m) e La Sermolla (1191 m). Inoltre si distinguono all’estremità nord-occidentale il colle San Rufino (1110 m) e a sud-est del rilievo, la Madonna della Spella (978 m); più a sud, separato dalla valle del Fosso Renaro, Monte Pietrolungo (914 m).
La caratteristica forma arrotondata e le cittadine di Assisi e di Spello che si allungano lungo le pendici, rendono il Monte Subasio facilmente identificabile nel panorama della pianura umbra.
Il Monte separa e insieme collega, come cornice naturale, i centri storici di Assisi, Spello, Nocera Umbra e Valtopina, quale elemento unificante del paesaggio.
La cima, prevalentemente pianeggiante e con vistosi fenomeni carsici, contrasta con i versanti ripidi soprattutto della parte orientale.
Dal punto di vista naturalistico, la flora del Parco del Subasio è legata sia all’esposizione che alla morfologia e geologia dei suoli. Anche in questo caso l’uomo ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione e trasformazione del paesaggio. Infatti prima ha distrutto e modificato, a causa delle guerre e della povertà, quindi ha ricostruito e conservato ciò che vediamo oggi.
La notevole varietà degli ambienti naturali non ospita che una fauna povera nonostante che la caccia sia bandita da alcuni decenni nella vasta area demaniale del rilievo: il lupo è occasionalmente segnalato, dell’aquila reale si ha prova di insediamento fino agli anni ’60, così come della coturnice.
L’attuale conduzione della montagna favorisce la nuova colonizzazione della starna, del gatto selvatico, dello scoiattolo, del colombaccio, della pica, della ghiandaia nonché dell’istrice, del tasso, della volpe, della donnola, della faina ed infine del cinghiale.
Fra i rapaci, soprattutto sul lato orientale, sono presenti la poiana, l’astore, l’assiolo.
Per quanto riguarda le valenze ambientali, molti sono i mortari, fenomeni carsici dovuti all’azione erosiva dell’acqua piovana. Il loro appellativo deriva dalla somiglianza con l’omonimo attrezzo domestico, il mortaio. Tra i fenomeni più importanti e ben visibili troviamo il Mortaro Grande, il Mortaro Piccolo o Mortaiolo e il Mortaro delle Trosce. Il Mortaro Grande è una dolina di forma sostanzialmente ellittica il cui asse maggiore misura m 260. Ha una profondità di m 50/60 ed è la maggiore del monte Subasio. Presenta pareti piuttosto ripide. Si è formata in seguito a sprofondamento del fondo, causato dall’incessante azione di erosione delle acque. Il Mortaiolo, adiacente al primo, ha un diametro di 70 m e una profondità di ca 60 m. Verso il fondo le pareti sono alquanto scoscese. Il Mortaro delle Trosce si trova nella parte sud-orientale del Subasio.
Simile nelle dimensioni al Mortaiolo, ha forma tondeggiante.
Gli avvallamenti del Mortaro Grande e del Mortaro Piccolo hanno costituito per secoli una riserva di ghiaccio, assumendo la funzione di veri e propri frigoriferi. La neve che cadeva durante l’inverno veniva compressa nelle doline in modo che potesse durare a lungo: all’occorrenza veniva tagliata in blocchi, trasportata a valle e poi venduta per la conservazione degli alimenti.
Tra gli altri fenomeni carsici segnaliamo l’orrido delle Carceri, un inghiottitoio che convoglia le acque di infiltrazione raccogliendole in una grande cavità ipogea. Una credenza popolare ritiene che si riempia di acqua solo in occasione di guerre e avvenimenti di particolare rilevanza.
Poco dopo l’Eremo delle Carceri, superato il fosso omonimo, presso il Rifugio Vallonica si trova il bacino Vallonica, un bacino carsico – originariamente chiuso – formatosi in seguito all’erosione provocata dal fosso stesso. È di forma ellittica. Nei pressi è anche un piccolo pozzo. La Grotta del Subasio Ubicata a 1050 m slm presso Sasso Piano, è un pozzo di 18 m che fa accedere a una cavità di ca 30 m di profondità. ll lago di monte Pietrolungo, lungo la strada sommitale, prima di Collepino. E’ una dolina a fondo piatto con un pozzo e acqua sul fondo, donde il nome.
Sul monte Subasio sono presenti numerose fosse. La Fossa Rotonda è una dolina complessa di forma ellittica che è situata a nord-ovest della cima del rilievo. Il diametro maggiore è di circa 100 m, la profondità di 12 m. Non lontano è la Fossa Cieca, del diametro di 17 m.
Tra le emergenze naturalistiche più suggestive c’è senz’altro la forra di Fosso Marchetto, suggestive gole scavate dalle acque del Fosso Marchetto. La pratica del torrentismo in questo luogo è alla portata di tutti per godere della spettacolarità del canyon in quanto non necessita di particolari attrezzature per l’assenza di salti significativi. Tuttavia necessita una muta da sub e l’accompagnamento di una guida qualificata per i meno esperti.
In primavera non potete perdere i prati sommitali, delle praterie che si estendono su una superficie di 1.190 ettari e che in questa stagione sono colorate da numerosi fiori tra i quali va ricordato il narciso che è un po’ il fiore del Monte Subasio. Questo fiore, oggi protetto come tutte le altre specie flogistiche, in passato veniva raccolto nel giorno dell’Ascenzione per comporre le tradizionali “mazze fiorite”.
Nell’area del Parco sono presenti borghi, rocche, ponti, fontanili. Chiese, santuari, conventi, abbazie, oratori, edicole che vanno ad incrementare il valore storico ed architettonico del territorio. Il susseguirsi di tutte queste piccole ma importanti opere, inserite in una cornice a forti connotazioni agricole e rurali, rappresenta una delle maggiori attrattive turistiche del territorio.
Borghi
Chiese
Abbazie ed eremi
Ponti
Sul fiume Tescio che delimita il confine settentrionale del Parco, sono presenti numerosi ponti di epoche lontane che servivano a facilitare sia i traffici con le vicine Marche, sia il flusso dei pellegrini.
Si tratta di una viabilità secondaria che servì a collegare le due parti in cui il Tescio divide la valle omonima e legata alla presenza nella zona di numerosi molini ad acqua.
– Ponte san Vittorino (o Vetturino) del 1283, ricostruito nel 1514.
– Primo Ponte dei Galli (1193), in restauro da parte del Parco
– Secondo Ponte dei Galli o Ponte Santa Croce (1353-1357)
– Ponte Dolci (prima metà dell’ottocento)
– Ponte di Annibale o pontaccio (crollato nel 2001)
– Ponte Grande (1469)
– Ponte Marchetto (epoca medievale)
– Ponte Cavaliero (XVII secolo).
Fontanili
Data la forma arrotondata del Subasio e la sua natura calcarea, gran parte delle acque meteoriche scendono nel sottosuolo fino a raggiungere gli strati impermeabili. Ecco che allora le acque fuoriscono dal Monte a vari livelli in forma di sorgenti che l’uomo, nel tempo, ha gestito realizzando fonti e fontanili, prevedendo a volte anche l’incanalamento delle acque e il loro utilizzo negli acquedotti dei paesi vicini.
– Fonte Bregno (ai limiti dei confini tra Assisi e Spello)
– Fonte Maddalena (nei pressi di Costa di Trex)
– Le tre Fontane (Nei pressi dell’Eremo delle carceri)
– Fonte Sermattei (situata presso il borg abbandonato di Gabbiano Vecchio)
– Fonte del Brecciaro (lungo la strada che porta ad Armenzano)
– Fonte San Silvestro e Fonte San Benedetto (situate presso le abbazie omonime)
La Comunità Montana Monte Subasio ha intrapreso numerosi interventi per la manutenzione ed il ripristino della funzionalità a volte compromessa di tali fontanili, a causa principalmente dei prolungati periodi di siccità.
l Parco del Monte Subasio è una delle zone umbre dove la sentieristica è più sviluppata e meglio mantenuta. Agli itinerari di traversata che caratterizzano le aree più esterne del Parco (Sentiero della Pace, Sentiero Francescano, Sentiero degli Ulivi) si associa una fitta rete di sentieri che variamente connessi tra loro, innumerevoli possibilità di visita. Qui trovate tutti i percorsi.
L’ospitalità, grazie alla cordialità della popolazione ed alle strutture esistenti, è garantita a tutti i tipi di visitatori.
Il monte Subasio per le sue caratteristiche geomorfologiche e per le condizioni favorevoli delle correnti d’aria, si presta alla pratica di attività affascinanti quali:
Il volo libero può essere effettuato nel periodo 1° febbraio-30 novembre. Dalla sommità è possibile fare decolli in diverse direzioni, la principale delle quali è quella da sud-ovest a nord-ovest. È possibile effettuare i decolli solo dagli appositi spazi ubicati in località Fossa Cieca, Stazzarelli e Sermolla. L’atterraggio si trova a Rivotorto di Assisi a 500 m ca dall’abitato.
Le numerose strade frangifuoco e silvopastorali si adattano bene alla pratica della mountain bike che può essere svolta, da parte degli appassionati maggiormente preparati, anche sui sentieri.
I tratti di viabilità minore (sentieri, mulattiere, sterrate) con fondo compatto e poco accidentato permettono la pratica dell’escursionismo a cavallo.
In ricordo dell’evento che ricorda l’ultimo viaggio di San Francesco morente da Nocera Umbra ad Assisi accompagnato da alcuni cavalieri, a settembre si tiene la Cavalcata di Satriano.
Da segnalare, per gli appassionati di torrentismo, l’attività che può essere svolta presso la forra del Fosso Marchetto e per gli sciatori la possibilità di effettuare lo sci da fondo escursionistico. Il monte Subasio viene frequentato anche da aquilonisti.
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