Quante volte, presi dalla frenesia dei luoghi più famosi, ci perdiamo gioielli nascosti che aspettano solo di essere scoperti?
Succede spesso, soprattutto a Roma, dove l’arte e la storia non si fermano mai alla superficie. Pensaci: siamo così presi a lanciare monetine nella Fontana di Trevi che ci dimentichiamo di guardare sotto i nostri piedi. Eppure, proprio lì, si nasconde un tesoro che in pochi conoscono e che racconta storie di imperatori, incendi e vite quotidiane di millenni fa.
A pochi passi dalla fontana più celebre del mondo, c’è un luogo che ti invita a fermarti e scendere nel cuore della Roma antica. È l’Area archeologica del Vicus Caprarius, meglio conosciuta come la “Città dell’Acqua”. Un viaggio sotterraneo che ti porta indietro nel tempo, alla scoperta di case romane, serbatoi d’acqua e frammenti di vite che sembrano ancora riecheggiare tra queste mura. Ti sembra incredibile che un luogo così ricco di storia non sia sotto i riflettori? Eppure è proprio così. Mentre la superficie brulica di turisti, qui puoi respirare la Roma di un’altra epoca senza dover sgomitare per uno spazio. Non è forse il sogno di ogni viaggiatore?
Sotto il caos e l’energia del Rione Trevi si trova un angolo di pace e bellezza antica che risale all’epoca romana. L’area archeologica del Vicus Caprarius è emersa quasi per caso, durante i lavori di ristrutturazione di un cinema negli anni ’90. Una scoperta che ha rivelato secoli di stratificazione urbana, un concentrato di storia che ti fa sentire come un vero esploratore.
Ma cos’è che rende questo luogo così speciale? Immagina un complesso edilizio dove i romani del I secolo vivevano la loro quotidianità: l’insula, un antico caseggiato che potremmo paragonare ai nostri condomini. Dopo l’incendio devastante del 64 d.C., proprio qui sorse un insediamento abitativo che, nel tempo, si trasformò in una lussuosa residenza signorile, arricchita con marmi colorati e mosaici finissimi. Sì, i romani sapevano come vivere con stile.
E non finisce qui. Nel cuore del sito, c’è una struttura che è un omaggio alla maestria ingegneristica romana: il castellum aquae, un enorme serbatoio d’acqua che serviva l’antico Acquedotto Vergine, ancora oggi in funzione. Hai mai pensato che l’acqua che sgorga dalla Fontana di Trevi arriva da un’opera idraulica del I secolo a.C.?
Se scendi qui giù, ti troverai faccia a faccia con frammenti di statue, decorazioni raffinate, anfore antiche e persino un piccolo tesoro di monete, forse i risparmi sfortunati di un servo. Ogni angolo di questo sito ti racconta una storia, dalla grandiosità dell’impero romano al periodo medievale, quando qui sorsero case costruite con materiali di recupero. Il percorso è arricchito da un piccolo antiquarium e tra i reperti esposti c’è anche una splendida testa di Alessandro Helios. Ti sei mai chiesto quante storie possono nascondere i volti scolpiti nel marmo?
Ma forse la cosa più sorprendente è l’atmosfera. Scendere qui, lontano dal frastuono turistico della superficie, è come entrare in un altro mondo. Un mondo dove puoi toccare con mano la stratificazione di Roma, dove ogni pietra e ogni decorazione ti parlano di un passato che, in fondo, non è poi così lontano.
Se stai pensando di fare un salto al Vicus Caprarius, fallo senza fretta. Non è solo una visita archeologica, è un invito a rallentare, a scoprire il lato nascosto della città eterna. E sai qual è la cosa migliore? È accessibile con un costo simbolico, quasi gratis, di 4 euro.
Quindi, la prossima volta che sei a Roma, resisti alla tentazione di fermarti solo alla superficie. Prenditi un momento per scendere al Vicus Caprarius, non te ne pentirai. E chissà, magari, uscendo, guarderai la Fontana di Trevi con occhi nuovi.
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