Assisi rappresenta un polo religioso e artistico quasi unico.
Non vi è località della terra ove questo nome non evochi immagini di suggestione e misticismo. La città, che oggi conta poco più di 28.000 abitanti, si può ben definire una delle capitali mondiali della fede. Essa ha dato i natali a due grandi santi: Francesco e Chiara.
L’aspetto religioso si fonde con quello artistico: i suoi monumenti, le strade che si inerpicano serpeggiando; le pietre rimaste intatte per secoli sono evidenti momenti di un passato non trascurabile.
Testimonianze umbre ed etrusche sono presenti, ma a dare una vera identità alla città furono i romani. Quando la potenza imperiale cadde e l’intera penisola fu sottoposta agli attacchi dei nuovi conquistatori, Assisi subì l’assedio dei Goti. Più tardi fu riconquistata dai Bizantini e poi assoggettata ai Longobardi. Quindi seguì le sorti del Ducato di Spoleto.
A partire dai primi decenni dell’anno Mille iniziò ad imbastire la propria libertà comunale ed insorse contro l’oppressione del Barbarossa. Sul finire del XII secolo la città passò sotto Innocenzo III che ne confermò i privilegi con espressa bolla papale.
Le lotte per la libertà coincisero pure con feroci guerre intestine tra famiglie che volevano imporre la loro supremazia: Assisi fu così divisa tra la parte di sopra (Nepis) e la parte di sotto (Fiumi).
Terremoti, pestilenze, guerre con Perugia, domini di varie Signorie (Visconti, Montefeltro, Braccio Fortebraccio, Sforza) non hanno comunque alterato un immagine che è rimasta viva nei secoli.
Un’immagine che è stata solo temporaneamente scalfita dal disastroso terremoto del 1997, rimasto impresso nella memoria collettiva per il crollo della volta della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, ripreso in diretta da una tv locale. La ricostruzione dopo il terremoto è considerata oggi uno dei pochi modelli virtuosi di intervento dopo un sisma nel nostro paese.
L’immagine di Assisi è strettamente legata a quella del suo santo più rinomato: San Francesco, le cui vicende hanno avuto origine e fine proprio nel piccolo borgo umbro.
Il santo nacque nel 1182 da una delle famiglie più agiate della città. Ebbe un’infanzia felice, studiò musica e letteratura frequentando altri giovani e formando con loro allegre brigate. Durante una guerra tra la sua città e Perugia, Francesco venne fatto prigioniero: da quel momento cominciò a subentrare in lui quel senso di carità e di altruismo che darà una svolta alla sua esistenza. Deciso a partire per la Puglia al seguito di un condottiero, venne fermato a Spoleto dalle parole divine che suonarono in lui come richiamo. Inizia una graduale conversione: rinuncia ai beni vincendo le ire del padre Pietro di Bernardone, ammansisce il terribile lupo di Gubbio, si formano i primi proseliti, stabilisce al Tugurio di Rivotorto, poi alla Porziuncola, il centro di irradiazione della rinnovata fede. Nel 1210 viene ricevuto da Innocenzo III che approva verbalmente la regola dell’Ordine dei Frati Minori.
Si incontra più volte con Chiara di Assisi: la predicazione si spinge in tutta Europa. Nel 1216 ottiene l’indulgenza della Porziuncola, la più importante della cristianità dopo quella di Terra Santa. L’ideale francescano, nonostante i pochi anni di esempio, ha radici ben salde. Nel 1224 un prodigio giunge quasi a coronamento di queste attività: sul Monte della Verna riceve le stimmate. Stanco ed ammalato si rifugia a San Damiano dove viene curato da Chiara e dalle consorelle. Compone in questo luogo il Cantico delle Creature, che è il momento più esaltante, maggiormente lirico, della sua grandezza. Muore la sera del 3 ottobre 1226. Due anni dopo viene dichiarato Santo.
Conosciuto anche come “il poverello d’Assisi“, la sua tomba è meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di devoti ogni anno. La città di Assisi, a motivo del suo illustre cittadino, è assurta a simbolo di Pace, soprattutto dopo aver ospitato i tre grandi incontri tra gli esponenti delle maggiori religioni del mondo, promossi da Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 2002, e da Benedetto XVI nel 2011. Oggi, San Francesco d’Assisi è uno dei santi più popolari e venerati del mondo.
Non vi lasciate ingannare dalle dimensioni contenute del borgo: Assisi è una vero e proprio museo a cielo aperto, ed è non è facile stilare un itinerario concentrato che racchiuda tutti i punti principali.
Il seguente percorso tiene conto di tutti i simboli di Assisi, supponendo di avere a disposizione almeno un paio di giorni.
A prescindere dal tipo di itinerario che si organizza, sarebbe un reato non includere la Basilica di San Francesco, monumento artistico e religioso di grande rilevanza per l’intera cristianità. Iniziata nel 1228, su iniziativa di un compagno di Francesco, la costruzione ebbe ritmi notevoli, tanto che la parte inferiore fu ultimata nel giro di un paio d’anni. Qui vi fu traslato il corpo di San Francesco, fino ad allora conservato presso la piccola chiesa di San Giorgio.
Dal Piazzale Inferiore, contornato da un porticato quattrocentesco, si giunge al portale d’ingresso della Chiesa Inferiore. E’ in stile gotico con colonnine eleganti e slanciate che preludono l’arco a sesto acuto al di sotto del quale si apre un elegante rosone. E’ proprio qui che si trova la Tomba di San Francesco. La cripta venne scavata nel 1820 per dare posto ai resti del Santo dopo la ricognizione effettuata due anni prima. I resti mortali del santo sono custoditi in un’urna di pietra grezza sopra l’altare, nel vano dell’antica tomba. Nelle nicchie all’angolo riposano le spoglie di 4 compagni di San Francesco Rufino, Angelo, Masseo e Leone. Al centro vi è la lampada votiva che arde con l’olio offerto ogni anno da una regione italiana. Ad unica navata con volte a crociera, la chiesa Inferiore presenta diverse cappelle laterali, aggiunge sul finire del Duecento. Simone Martini, Giotto, Cimabue e Lorenzetti, sono soltanto alcuni degli artisti che hanno arricchito la Chiesa inferiore con i loro cicli di affreschi; opere passate alla storia della grande pittura italiana.
Terminata la visita alla Chiesa Inferiore ci si porta all’esterno di quella Superiore, caratterizzata da una semplice facciata a capanna, impreziosita da un portale gotico e da uno splendido rosone. Nell’interno il gotico italiano si esprime nella sua totale grandezza. I giochi di luce sono in antitesi con la penombra della Basilica Inferiore. La navata è divisa da quattro campate sorrette da colonne longilinee che forniscono al tempio un suggestivo senso di ascensionalità. La parte superiore della parete della navata è affrescata con scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Nelle parti inferiori ci troviamo invece di fronte al ciclo pittorico più importante dell’intera iconografia francescana. Sono 28 tavole, tratte dalla Leggenda di San Bonaventura, opera di Giotto e della sua Scuola, che illustrano i momenti salienti della vita di San Francesco.
Per ultimare la conoscenza del complesso si consiglia di visitare il chiostro di Sisto IV, la torre campanaria, la sala del Capitolo, l’oratorio, la sala Papale, il museo e la collezione Perkins.
Dalla basilica si può percorrere via San Francesco, il più importante asse viario della città, sulla quale si aprono diverse costruzioni, come la Casa dei Maestri Comancini, risalente al Duecento, Palazzo Vallemani, sede della Biblioteca Comunale, l’Oratorio dei Pellegrini, il Monte Frumentario e la Fonte Oliviera (1570). Sulla successiva via Portica è l’ingresso al Foro Romano contenente interessanti iscrizioni, sarcofagi, statue, capitelli e resti di edifici.
Si giunge così alla Piazza del Comune, il centro cittadino. Nella parte sinistra abbiamo il Palazzo del Capitano del Popolo; la Torre del Popolo, con la Campana delle Laudi; la Fontana del 1762; a destra è il Palazzo dei Priori che ospita la Pinacoteca Comunale contenente opere della Bottega di Giotto e di altri artisti umbri.
Vale la pena spendere due parole per il Tempio di Minerva, una delle più importanti testimonianze di epoca romana, periodo però di cui conserva solo la facciata, con sei colonne sormontate da un capitello in stile corinzio. Risalente al I sec., fu trasformato in chiesa cristiana in età medievale per poi svolgere, nel corso della sua storia diverse funzioni tra cui sede del consiglio cittadino e addirittura carcere. Nel 1539 nella sua cella a pianta rettangolare, sfondata allo scopo, si costruì la chiesa di S. Maria sopra Minerva, ulteriormente modificata in stile barocco nel XVII secolo.
Dietro alla Piazza del Comune è la seicentesca Chiesa Nuova, in stile rinascimentale, innalzata sui resti della casa paterna del santo. All’interno è visibile il piccolo locale ove Francesco venne rinchiuso dal padre perché aveva sottratto delle stoffe, il cui ricavato sarebbe stato speso per riparare la chiesetta di San Damiano. Dietro la chiesa è l’Oratiorio di San Francesco Piccolino, ove la leggenda vuole che la madre partorisse il futuro “poverello”.
Non dimenticate di godervi il centro storico perdendovi tra i vicoli stretti e le salite impervie che, con le loro atmosfere intime ed affascinanti, rappresentano la vera essenza di Assisi. Molte sono le botteghe artigiane, tantissimi i negozi enogastronomici e le trattorie in cui poter degustare salumi e formaggi, accompagnati da crostini, miele e altri prodotti locali tra cui il tartufo. Da non perdere la pasta fresca, quella fatta a mano con cui vengono abbinati sughi di cervo, maiale, lepre e non solo. Non parliamo del vino, qui si trovano delle specialità uniche come il Grechetto per esempio oppure il rosato.
Diverse diramazioni dal centro, permettono di raggiungere la Rocca Maggiore, che domina da più di ottocento anni la cittadella di Assisi e la valle del Tescio. Imponente fortezza medievale, fu fatta costruire nel 1365 dal cardinale Egidio Albornoz, allora impegnato nella sottomissione delle principali città della penisola. Da allora, la Rocca fu protagonista di ogni tentativo di conquista nell’alternarsi al governo della città dei vari signori ed il suo ruolo difensivo accrebbe nel tempo con modifiche nella struttura e con la costruzione di torri e bastioni. Devastata in seguito all’unità d’Italia fu di nuovo ricostruita. i suggestivi saloni ospitano ricostruzioni tematiche ispirate alla vita medievale.
Bisogna salire a piedi per una mezz’oretta scarsa prima di giungere sul colle che sovrasta assisi, ma la vista che si ha da qui ripaga pienamente: il panorama spazia dalla veduta sulla città alla Valle Umbra, da Spoleto ad Assisi.
A vegliare su Assisi insieme alla Rocca Maggiore c’è la Rocca Minore, collegata alla prima tramite le mura trecentesche, un tempo erano percorribili, sotto le quali si ritiene esisterebbe un percorso segreto.
Posta sull’altura a destra della Rocca Maggiore fu voluta dall’Albornoz nel 1360 al fine di consolidare, verso il monte, quella parte di fortificazione. E’ conosciuta anche col nome di Rocchicciola, o di Cassero di Sant’Antonio, dal nome alla confraternita di Sant’Antonio e San Giacomo che si trova presso la porta dei Cappuccini sotto la rocca stessa.
Riscendendo dalla rocca si può sbucare direttamente in piazza San Rufino, dove sorge un altro tempio di notevole importanza: la cattedrale di San Rufino. Realizzata su un preesistente edificio romano (probabilmente l’antico foro romano di Asisium), fu innalzata nell’VIII secolo per ospitare i resti di San Rufino. L’austera facciata, con tre rosoni e altrettanti portali, è quanto di meglio si possa ammirare nella cittadina umbra di questo periodo. L’imponenza della facciata non trova riscontro all’interno, completamente ristrutturato da Galeazzo Alessi nel 1571. Dell’originale rimane il fonte battesimale, che si dice essere quello nel quale furono battezzati San Francesco, Santa Chiara e Federico II di Svevia. Dalla Cattedrale si può accedere anche alla cripta, appartenente alla prima struttura della Basilica di San Rufino, voluta dal vescovo Ugo. Altro elemento architettonico risalente a quel periodo è il campanile, che poggia su una cisterna romana. La Cattedrale di San Rufino è un importante luogo di pellegrinaggio a causa delle vicende che lo collegano direttamente alle vicende che hanno visti come protagonisti San Francesco e Santa Chiara.
A pochi minuti di distanza si trova invece la chiesa in stile gotico dedicata a Santa Chiara. Eretta tra il 1257 e il 1265, presenta una facciata a capanna in pietra bianca e rosa a strisce orizzontali, dove si apre un bel portale fiancheggiato da leoni ed uno splendido rosone. Nel Trecento sono stati aggiunti dei contrarchi per dare maggiore stabilità all’edificio. L’interno si presenta abbastanza spoglio e ad una sola navata. Sulla destra si apre la Cappella del Crocifisso ove sono conservati il Crocifisso (XII sec.) che parlò a San Francesco ed alcune reliquie tra le quali il mantello ed i capelli della Santa. Per visitare il corpo occorre scendere nella cripta, costruita tra il 1850 e il 1872. Accanto alla chiesa è il monumentale Protomonastero di S. Chiara (non visitabile, clausura), costruito in un declivo tra Borgo Aretino e Mojano, in mezzo agli oliveti. Nel chiostro si può vedere la cripta dell’antica chiesa di S. Giorgio.
Nella parte più bassa della città, notevole è l’abbazia di San Pietro, eretta alla fine del X secolo e ristrutturata nel Duecento. L’esterno si presenta sobrio, ma incantevole con il portale fiancheggiato da leoni.
La prima giornata può concludersi con una breve visita all’anfiteatro romano di Assisi, risalente al I sec., situato quartiere di Porta Perlici (una delle otto porte d’accesso alla città). Dell’antica struttura non rimane molto: solo un arco in cunei di travertino, ma l’originaria forma ellittica dell’anfiteatro è ancora leggibile tra il muro dell’orto che delimita l’antica area e gli edifici medievali ricavati dalla cavea. In definitiva, l’anfiteatro romano è importante perché rappresenta uno degli esempi più significativi di riutilizzo – in epoca medievale – di una struttura dell’antica Roma.
La seconda giornata si apre all’insegna di un luogo fulcro della spiritualità medievale: il monte Subasio, rifugio di eremiti, che dettero vita ad una tebaide nelle grotte attigue ad una cappellina dedicata a Santa Maria delle Carceri. Questo luogo deserto immerso tra folti cerreti, conosciuto oggi come Eremo delle Carceri, fu amato da frate Francesco, che vi si rifugiava in preghiera. E’ proprio qui, a 4 km da Assisi, che venne realizzato un primo conventino sopra la grotta dove si ritirava San Francesco in preghiera con i suoi seguaci. Nel XIV secolo il carattere eremitico si trasformò con la costruzione del convento, che ebbe l’odierna configurazione con l’ampliamento voluto nel ‘400 da Bernardino da Siena. Si può iniziare la visita dal cortiletto, ammirando il Refettorio, le celle dei frati, la chiesina di San Bernardino e la cappella di Santa Maria delle Carceri. La parte più suggestiva è sicuramente la Grotta di San Francesco, in origine ambiente unico ora divisa in due vani, uno contiene il letto di pietra su chi dormiva il santo; nell’altro, alla parete destra si vede un masso su cui probabilmente Francesco sedeva per meditare e pregare. Di sicuro interesse è la selva dove sono inseriti altri luoghi di devozione come le grotte di San Masseo e San Rufino, il tutto inserito in un contesto ambientale di grande pregio.
Scendendo a valle si incontra il monastero di San Damiano. Custodisce il seme spirituale del francescanesimo. “Va e ripara la mia casa che cade in rovina”: furono le parole che Francesco udì da Dio in questo sacro luogo che fu pure fulcro del movimento femminile legato a Chiara. La Santa qui vi soggiornò per oltre 40 anni. L’aspetto della chiesa risale in gran parte alle trasformazioni eseguite nel XIII sec. Nel catino absidale è un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Damiano e Rufino, databile agli ultimi decenni del ‘200 quando la chiesa tornò momentaneamente ai canonici di S. Rufino. San Damiano si presenta con un corpo di fabbricati asimmetrici uniti da un semplice portico. Sull’arco che prelude l’altare vi è una copia del crocifisso che ordinò a Francesco di riparare la sua casa. L’originale è conservato nella Basilica di S. Chiara Coretto di S. Chiara, luogo di preghiera delle religiose. Vi sono inoltre l’Oratorio di Santa Chiara e il dormitorio, dove la Santa morì nel 1253. Nel refettorio si possono trovare i tavoli antichi del tempo, ed il posto ove soleva sedere Santa Chiara. Le volte, i muri anneriti, il pavimento nella loro semplicità e scarnezza restano valori religiosi e storici insostituibili. Nel piano superiore è l’infermeria di Santa Chiara. I dormitori delle monache dove una croce sul muro indica il luogo dove morì Santa Chiara.
Da San Damiano una strada pedonale raggiunge San Masseo, altro famoso luogo di meditazione con bellissima cripta in stile romanico. Nelle vicinanze è anche il Sacro Tugurio di Rivotorto, ove il Santo dettò la prima Regola approvata oralmente da Innocenzo III.
Sempre al di fuori dalle antiche mura antiche si erge, maestosa e bellissima la Basilica di Santa Maria degli Angeli, che rappresenta uno dei maggiori templi della cristianità. Costruita fra il 1565 ed il 1685 su disegno di Galeazzo Alessi, presenta una facciata in stile neo-rinascimentale, costruita tra il 1924 ed il 1930 in aggiunta a quella esistente. L’interno è a tre navate con cappelle laterali. Alla fine degli anni Sessanta è stata rifatta la pavimentazione e costruita la cripta sotto l’altare maggiore. Ma ciò che subito colpisce l’occhio del visitatore è la chiesetta posta al centro del presbiterio: appunto la Porziuncola, la culla dell’Ordine Francescano. Aleggia qui lo spirito della primitiva parola. Dalla cappellina, esistente prima della nascita del Poverello, partirono i frati per le loro predicazioni in tutto il mondo. Qui si tennero i primi Capitoli, qui morì il Santo la sera del 3 ottobre 1226. Sempre in tale luogo il santo umbro, finì di comporre il Cantico delle creature. Per celebrare tali eventi, nel 1886, Domenico Bruschi effettuò degli affreschi raffiguranti la morte di san Francesco e i suoi funerali. Dalla Basilica si può accedere al famoso roseto senza spine. Tale luogo è famoso per un avvenimento che ha coinvolto san Francesco: una notte, infatti, il Santo, preso da forti dubbi e dal rimorso del peccato, si rotolò nudo nel roseto spinoso. Tale roseto, narra la tradizione, al contatto con il corpo del Santo perse tutte le spine così da non arrecargli alcun danno. Nei locali del Convento duecentesco è ospitato il Museo della Porziuncola, che offre una sosta di maggior comprensione dei luoghi interessanti dalla predicazione di San Francesco avvalendosi di documenti di archivio, di plastici e di ricostruzioni grafiche.
Il territorio circostante Assisi offre altrettanti spunti di interesse. Fra tutti il Monte Subasio che separa e insieme collega, come cornice naturale, i centri storici di Assisi, Spello, Nocera Umbra e Valtopina, quale elemento unificante del paesaggio. Per le sue caratteristiche geomorfologiche e per le condizioni favorevoli delle correnti d’aria, si presta alla pratica di tantissime attività, tra cui l’escursionismo, il trekking (anche a cavallo), il parapendio ed il volo libero.
Un altro percorso interessante è quello che tocca tutti i castelli della zona: dal castello di Armezzano a quello di Petrignano, da quello di Tordibetto a quello di Sterpeto, fino al castello di Castenuovo.
Una cittadina ricca di storia e tradizioni come Assisi non può non avere un calendario ricco di eventi per cui, in qualsiasi periodo dell’anno organizziate una visita, date un’occhiata alle festività in programma.
La festa simbolo di Assisi, che ogni anno attira turisti da ogni parte d’Italia è la Festa di Calendimaggio. Per alcuni decenni la data è stata sempre la stessa: dal 29 aprile al primo maggio, così come la tradizione del Calendimaggio medievale imponeva. Poi, da ormai diversi anni, si è deciso di celebrare la Festa in una data fluttuante, per evitare la coincidenza con altre celebrazioni laiche. Per cui il Calendimaggio si svolge nei primi mercoledì, giovedì, venerdì e sabato di maggio che non comprendano il primo maggio. Le origini del Calendimaggio si perdono nel tempo, si riallacciano, a consuetudini pagane che celebravano con riti diversi ma tutti improntati alla gioia, il ritorno della primavera e quindi il rinnovarsi del ciclo della vita. Erano manifestazioni nate dal sentimento dell’antico popolo degli Umbri. Lo spirito con cui si conformava la festa della primavera era un inno all’amore e alla ritrovata gioia di vivere dopo le giornate aspre e fredde dell’inverno.
La partecipazione popolare è così intensa che per tre giorni la città rivive in ogni sua dimensione quell’atmosfera che l’aveva caratterizzata nei secoli. La partecipazione popolare è così intensa che per tre giorni la città rivive in ogni sua dimensione quell’atmosfera che l’aveva caratterizzata nei secoli.
Dal 1923, nel mese di settembre, si ripete la Cavalcata di Satriano, una delle manifestazioni caratteristiche del Monte Subasio, che rievoca l’ultimo viaggio a cavallo di San Francesco malato da Nocera Umbra ad Assisi, dove morirà. Nella due giorni di commemorazione, il gruppo di Cavalieri di Satriano parte da Assisi, con la benedizione del Sacro Convento, raggiunge il piccolo borgo nei pressi di Nocera Umbra per poi tornare di nuovo nella città serafica, attraversando tutte le tappe percorse dal Santo: Pian della Pieve, Costa di Trex, Armenzano, la Romita di Nocera Umbra, Villa Postignano, San Leonardo, località Montarelle.
Il culmine delle celebrazioni per San Francesco patrono d’Italia si svolge però il 4 ottobre, quando in tutta Italia viene ricordato il santo delle stimmate.
Ovviamente ad Assisi questa ricorrenza ha un sapore particolare quasi abbellito dalla consegna dell’olio che viene utilizzato per alimentare la lampada votiva che arde nella cripta di San Francesco. Il significato del rito dell’offerta è molto sentito nella cittadinanza, in quanto l’olio che brucia nella lampada diventa sorgente di luce e di benedizione ed guida il cristiano nel cammino della Fede. Il centro delle celebrazioni per San Francesco patrono d’Italia è la basilica che domina il colle su cui sorge Assisi. Le celebrazioni durano per più giorni e coinvolgono tutta la città, attraverso iniziative religiose e civili, premi, convegni e rievocazioni. Il culmine è la solenne cerimonia del Transito – nella Basilica inferiore – che racconta il passaggio dalla vita alla morte di San Francesco. Ogni assisano ha in casa il ramoscello d’ulivo che viene distribuito, al termine, sul sagrato della chiesa.
La domenica successiva alla Pasqua per la solennità del Corpus Domini si svolgono le “Infiorate” che consistono nella creazione, sulle strade, lungo il percorso della processione, di un tappeto naturale costituito da petali di fiori, quadri e tappeti di fiori aventi come tema di base quello Eucaristico, religioso e decorativo.
Il 22 giugno, la città di Assisi celebra l’annuale Festa del Voto in memoria della liberazione dall’esercito saraceno per l’intercessione orante di Santa Chiara. La solenne processione parte dal centro della città per raggiungere la Basilica di Santa Chiara e concludersi al Santuario di San Damiano.
Un appuntamento che stuzzicherà l’interesse anche dei più golosi è la Maggiolata, un appuntamento attesissimo e unico nel suo genere, durante il quale gruppi musicali e ristoranti storici di Assisi faranno riscoprire in ogni tappa del percorso i sapori naturali della cucina umbra. Una giornata di festa, una passeggiata musicale e gastronomica che dal pomeriggio a notte fonda passa attraverso vicoli, orti, giardini e chiostri di case private e conventi di Assisi, luoghi magici normalmente inaccessibili al pubblico e quindi sconosciuti anche a tanti assisani.
L’ultimo fine settimana di agosto si svolge il Palio di San Rufino, una manifestazione storico folkloristica che risale al XIV secolo, durante la quale si sfidano diversi balestrieri della città (suddivisi per terzieri). Al vincitore viene assegnato il Palio, un ambito drappo dipinto da un artista di fama nazionale.
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