Attraversata dalle anse del fiume Isarco e incastonata in una suggestiva conca tra parchi naturali e vette innevate, la bilingue Bolzano (Bozen) è posta sulla direttrice Verona-Brennero, a 262 m sul livello del mare. Capoluogo dell’Alto Adige e rinomato centro commerciale e turistico, accoglie i suoi visitatori in un nucleo storico quasi interamente pedonale.
Il percorso turistico parte da piazza Walther, considerata il “salotto buono” della città, che d’inverno ospita l’ormai tradizionale Mercatino di Natale. Al centro della piazza, voluta dal re Massimiliano di Baviera nei primi anni dell’800, campeggia un monumento in marmo bianco dedicato a Walther von der Vogelweide, il maggiore poeta tedesco del Medioevo (1170-1230).
Sulla medesima piazza si erge il profilo del Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, posto in evidenza da un tetto policromo con disegni a losanga. Le sue attuali forme gotiche risalgono ai primi decenni del 1400, mentre l’origine dell’edificio è del 1280, quando mostrava logge romaniche. Di quest’epoca rimane il portale con protiro che, insieme con un rosone romanico-gotico, orna l’austera facciata. Da notare, inoltre, le imagini della vendemmia incise nella pietra che decorano uno dei portali del Duomo. Bolzano vanta infatti un’antica tradizione in tema di coltivazione della vite. Sul fianco sinistro, slancia la mole dell’edificio un campanile, del 1519 alto 65 m, terminante in una cuspide traforata di pietra arenaria. L’interno gotico a tre navate è stato profondamente danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Si osservano un pulpito del 1514 e un altare maggiore barocco in marmo policromo dei primi del ‘700, sul quale veglia la venerata statuetta della Madonna con Bambino del 1200.
Lasciata alle spalle piazza Walther e attraversata la breve via Posta, ci si trova in Piazza Domenicani, con l’omonima chiesa e l’attiguo chiostro, costruiti intorno al 1270. Di grande importanza storico artistica sono le trecentesche cappelle di San Giovanni, commissionata dalla famiglia di banchieri fiorentini de’ Rossi-Botsch, e di Santa Caterina. All’interno si ammirano alcuni ricchi affreschi realizzati nella prima metà del ‘300 da artisti che applicarono le tecniche innovative sperimentate da Giotto a Padova. Particolarmente intensi, quelli della cappella di San Giovanni. Tra tutti: Il trionfo della morte.
Nella vicina via dei Cappuccini sorge un’altra chiesa, edificata nel 1600, dedicata a Sant’Antonio da Padova. In epoca antecedente in quest’area si ergeva la mole del Castel Wendelstein dei conti di Tirolo.
Attraversata via della Mostra, con i settecenteschi palazzi Pock, Campofranco e Menz, si raggiunge piazza del Grano, dove la seicentesca Casa del Pesa ricorda lo spirito commerciale che la animava.
Sulla sinistra si apre via Argentieri (dove in passato probabilmente vi si lavorava l’argento) con un altro edificio settecentesco, Palazzo Mercantile, la cui facciata presenta un doppio portale con scalinata. Nel 1635 fu sede del Magistrato Mercantile, oggi ospita il Museo Mercantile dove, tra arredi, quadri e oggetti d’arte, si ripercorre la storia economica della città. Da vedere, il Salone d’Onore e l’Aula del Tribunale Mercantile, raggiungibile al primo piano salendo una fastosa scalinata interna.
Lasciato Palazzo Mercantile e attraversata la via, si evidenzia al numero civico 16 Casa Troilo, tipico esempio di abitazione borghese costruita nel 1603. Ci si immette quindi nella vivace piazza delle Erbe, così chiamata perché ogni giorno colorate bancarelle vi espongono frutta e verdura.
All’angolo con via dei Portici emerge la fontana del Nettuno, con statua in bronzo, del 1745. Prima di questa data, nello stesso luogo, i debitori e i mercanti malfattori erano esposti al pubblico ludibrio. All’angolo con via Museo, dove oggi si trova posto un palazzo neogotico, sorgeva un tempo l’albergo “Zur Sonne”, demolito nel 1873, in cui pernottarono Lutero e Goethe. A ricordarlo è una targa posta sulla facciata del palazzo.
Fondamentale eredità della vocazione mercantile di Bolzano, conosciuta nel Medioevo come la “città delle quattro fiere”, è via dei Portici. Proprio qui infatti, sotto le arcate dei Portici che consentivano la compravendita delle merci al riparo dalle intemperie, si svolgevano fiere e mercatini annuali in rilevanza internazionale. La via, lunga circa 300 metri, in origine unica e principale strada del borgo, è affiancata da edifici databili dal XVI al XVIII sec., impreziositi dai tipici erker, strutture murali poligonali a sporto. Tra le case si distinguono inoltre al numero 46 una farmacia settecentesca, “Aquila Nera”, una risalente al ‘400 all’angolo con piazza del Grano, la “Madonna”, e la sede della Cooperativa degli Artigiani Artistici Atesini. Una sequenza di eleganti vetrine continua oggi la lontana tradizione commerciale della via porticata.
Attraversata quest’ultima fino alla piazza del Municipio, sulla quale sorge l’omonimo palazzo neobarocco, si imbocca via dei Bottai. Al termine della via, sulla quale si affacciano locande con tipiche insegne in ferro battuto, si raggiunge il Museo provinciale di Scienze Naturali. Tornando verso il Municipio ci si immette nella suggestiva via Streiter con il Vecchio Municipio, di fine ‘500, e la gotica casa von Thurn, segnalata da un arco che sovrasta la strada.
A destra, si apre via dei Francescani. Vi si trovano gli edifici del convento e della chiesa, costruiti dall’ordine francescano nel primo ‘200, affiancati da un trecentesco campanile. Sulla parete sinistra all’interno della chiesa, che rivela le successive modifiche nelle volte a costoloni, appaiono gli affreschi dei sedici Dottori francescani, risalenti al 1500; della stessa epoca, l’Altare della Natività e l’altare maggiore. Affreschi di scuola giottesca ornano le pareti del chiostro, raggiungibile dal portale a sinistra di quello principale. Tra tutti emerge la Crocifissione, del 1330.
La tappa successiva include due musei. Il Museo Civico, in via Cassa di Risparmio, illustra opere d’arte dal Medioevo fino al XX secolo, tra cui crocifissi e altari gotici e una sezione di arte popolare, con gli originali costumi tipici e le maschere. Il Museo Archeologico dell’Alto Adige, in via Museo 43, illustra la storia altoatesina dalle origini al primo Medioevo. Ma soprattutto custodisce Otzi, l’uomo di Similaun, una mummia di circa 5300 anni fa (IV millennio a.C.) rinvenuta sul ghiacciaio di Senales. Fu scoperta casualmente nel 1991, con i suoi indumenti e l’equipaggiamento.
Offre l’occasione di una rilassante passeggiata la prosecuzione del percorso attraverso il Lungotalvera, che costeggia l’argine sinistro e destro del torrente. Da qui si può raggiungere Castel Mareccio, costruito nel 1200. Cinto da vigneti, presenta quattro torri angolari cilindriche. Oggi è un centro congressuale.
Proseguendo l’escursione, si incontra Castel Sant’Antonio. Da qui, a scelta, si può optare per le pendici del monte Tondo (raggiungibili dopo 2 km di cammino seguendo l’itinerario S. Osvaldo-S. Maddalena) oppure per il duecentesco Castel Roncolo, edificato sopra uno spuntone roccioso. All’interno del palazzo, numerosi affreschi raccontano scene di vita cortese, episodi di caccia e tornei. Il Palazzo d’ Estate è decorato con affreschi ispirati ai cicli epici.
Ritornati al punto di partenza della passeggiata, si supera il Monumento della Vittoria e, attraverso corso della Libertà, si raggiunge l’Abbazia dei Benedettini, costruita dagli Agostiniani nel 1406. Quest’ultima sorge nella zona di Gries, rinomata stazione climatica durante gli anni della Belle époque.
Prima di lasciare la città, si segnalano la passeggiata alla terrazza panoramica di Virgolo e l’ascesa con la funivia al Col di Villa.