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Itinerari nelle città d'arte

Catania, la città dell’Etna

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alessia

Catania nasce come colonia greca nel 729 a.C. e di lì in poi la sua storia non è altro che un susseguirsi di dominazioni. Prima i siracusani (V sec.), poi i romani (263 a.C.), quindi i bizantini, gli arabi e i normanni.

Ma Catania è soprattutto la città dell’Etna, a soli 28 km dal suo cratere centrale. Il vulcano ha sempre condizionato, secolo dopo secolo, la vita e i costumi del luogo.

La fertilità del terreno circostante, ricco di materiali vulcanici, ha favorito l’insediamento dei popoli, mentre le continue eruzioni hanno più volte portato distruzione.

E’ una città di grande valore architettonico, nonostante la disordinata espansione edilizia.

Il periodo più triste della storia di Catania è racchiuso tra due date, il 1669 e il 1693, quando prima un’eruzione distrusse il territorio circostante e poi un terremoto devastò la città.

Il settecento fu il periodo della ricostruzione e Giovan Battista Vaccarini (1702-1768) il suo geniale artefice. Piazza del Duomo è senza dubbio il capolavoro dell’architetto. Immersa nella splendida cornice barocca creata dagli edifici che la delimitano, la piazza, punto di confluenza delle principali arterie cittadine (via Garibaldi, via Vittorio Emanuele e via Etnea), ruota attraverso la famosissima Fontana dell’Elefante.

Ideata dal Vaccarini nel 1735, la costruzione si ispira a un’opera analoga del Bernini situata nella piazza della Minerva a Roma. Sopra un alto zoccolo di pietra, si trova un elefante in nera pietra lavica (di probabile origine bizantina) che sostiene sul dorso un antico obelisco egizio. La leggenda vuole che in tempi lontani il mago Eliodoro abbia cavalcato l’animale durante un duro scontro con il vescovo Leone. Alla fine sarà il santo ad avere la meglio.

Eretto in epoca normanna, tra l’XI e il XII secolo, il Duomo, dedicato a Sant’Agata patrona della città, venne ampiamente rimaneggiato dopo il terremoto del 1693. Dell’epoca originaria conserva le alte absidi normanne realizzate in pietra lavica e il transetto. La splendida facciata a duplice ordine è opera del Vaccarini. All’interno, addossata a un pilastro nella navata centrale, si può ammirare l’ottocentesca tomba di Vincenzo Bellini, mentre nella cappella dedicata alla Madonna si trovano due sarcofagi. Uno di età romana contiene le salme di alcuni membri della famiglia reale aragonese, l’altro, in stile gotico, racchiude i resti di Costanza, moglie di Federico III d’Aragona, morta nel 1363. Nell’abside destra si apre la rinascimentale cappella di Sant’Agata. Ricca di decori, è ulteriormente impreziosita dal portale di fattura spagnola che immette al tesoro, visitabile solo in occasione della festa della Santa.

Sul lato sud della piazza si trova la Fontana dell’Amenano. Alle sue spalle piazza Alonzo Di Benedetto sede, ogni mattina, del pittoresco mercato del pesce.

Poco distante da piazza del Duomo, imboccando via Dusmet, si arriva a Palazzo Biscari, forse il più bell’edificio di tutta Catania. Edificato dopo il terremoto del 1693, vide il suo massimo splendore sessant’anni dopo, grazie al genio di Ignazio Biscari. La facciata si presenta fastosamente ornata da cariatidi e da balconi incorniciati da splendidi rilievi. All’interno da vedere il salone delle feste, di Sebastiano Lo Monaco, tutto un susseguirsi di specchi, affreschi e decori rococò.

Percorrere via Garibaldi è come tuffarsi in un mare d’arte: splendidi palazzi settecenteschi si alternano e racchiudono le belle piazze, su tutte piazza Mazzini. Attraversando il centro storico ci si immette in via del Castello per giungere in piazza Federico II di Svevia, dove sorge l’antico Castello Ursino. Fatto costruire nella prima metà del 1200, l’edificio si presenta a pianta quadrata, delimitato da quattro torrioni cilindrici. All’interno del castello si trova il Museo Civico, le cui sale conservano svariate collezioni, bellissimi dipinti e antichi reperti archeologici, tra cui la splendida Testa efebica del VI secolo a.C.

Nella vicina Sant’Anna si trova la casa di Giovanni Verga: il secondo piano è un museo verghiano.

Da attraversare lentamente via Crociferi, vero e proprio salotto barocco di Catania, per non perdere il fascino e il pregio architettonico dell’arco e la chiesa di San Benedetto, del collegio gesuitico, di palazzo Francicanava, della chiesa di San Giuliano e del convento dei padri Crociferi.

Per gli appassionati di musica lirica, tappa obbligata al Museo Belliniano (con tanto di oggetti e spartiti appartenuti al grande compositore) in piazza San Francesco e una puntata al teatro Vincenzo Bellini. Ogni anno, l’autore de La Sonnambula, I puritani, Norma, viene celebrato con una stagione dedicata e un “Premio d’oro” per gli interpreti belliniani.

Lunga più di 3 km, via Etnea si snoda tra palazzi settecenteschi, edifici ottocenteschi, eleganti negozi ed esclusive boutique. Seguendo il percorso, che da nord a sud costeggia piazza del Duomo, Piazza dell’Università e Piazza Stesicoro (dove si trovano i resti di un vasto anfiteatro romano), si arriva a Villa Bellini, il principale parco della città. Passeggiando per i freschi viali si gode di una splendida vista su Catania e sull’Etna.

Un giro a Catania non può dirsi completo senza aver assaggiato i tradizionali dolci siciliani! Alla Pasticceria Spinella potrete trovare bignè, cassate e dolci alle mandorle. Fiore all’occhiello della produzione artigianale sono le “minne” di Sant’Agata, in onore della patrona della città. Da Caviezel, aperta nel 1914, ci sono tutti i dolci siciliani. Cassata, frutti di marzapane, biscotti al pistacchio, torroncini, olivette candite, cannoli e torta Savoia. Si dice che anche Giovanni Verga passeggiando per Via Etnea si fermasse spesso nella pasticceria per gustare dei dolci o una granita.

alessia

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