La città di Merano, a 30 km dal capoluogo Trento, è raggiungibile da quest’ultimo mediante la SS 38. Adagiata in una conca allo sbocco del fiume Passirio a 325 m d’altitudine, è riparata dai venti grazie alla barriera opposta dalle alte cime del gruppo di Tessa.
Questa favorevole posizione geografica rende il clima particolarmente mite, favorisce la presenza di piante mediterranee nei numerosi giardini e, insieme con le sorgenti di acqua termale, ha contribuito a fare di questa città una sorta di “isola felice” nell’arco alpino nota fin dall’Ottocento. Merano era infatti già allora un mondano centro di villeggiatura, frequentato dall’aristocrazia e dalla borghesia dell’epoca. Tra i personaggi illustri, stando alle cronache di corte, la Principessa Sissi, che amava passeggiare lungo le rive del Passirio. A ricordarlo, una statua in marmo bianco, alla fine della Passeggiata d’estate, sulla sponda destra del fiume.
La città recuperò smalto dopo aver trascorso un lungo periodo di decadenza, durato oltre quattro secoli, conseguente allo spostamento della capitale del Tirolo a Innsbruck, nel XV secolo.
La riscoperta della città come centro termale agli inizi del XIX sec. da parte dell’arciduca Giovanni d’Asburgo, che vi pose la propria residenza, diede il via alla rinascita di Merano, sbocciata nell’attuale elegante località di villeggiatura.
L’itinerario turistico attraverso la città, non può che cominciare da corso della Libertà, autentica galleria dello stile liberty e animata arteria commerciale. Vi si affacciano il teatro Giacomo Puccini, del 1899, primo esempio di Jugendstil, e il Casinò municipale, del 1919. Al suo interno, il Pavillon des Fleurs, del 1874, e il Kursaal, del 1914, dove l’elité soleva intrattenersi.
Spunti di Liberty si scorgono inoltre nelle decorazioni della stazione ferroviaria, del 1906, sulle facciate delle residenze private della trasversale via delle Corse, e nel ferro battuto del Ponte del Teatro. Attraversato quest’ultimo, si raggiunge l’ampio parco che racchiude la rinomata stazione termale.
Giunti al termine di corso della Libertà, voltando a sinistra verso piazza della Rena, si incontra Porta Bolzano, una delle quattro porte dell’originaria cinta muraria eretta verso la fine del XVIII secolo. Porta Bolzano (una delle tre conservatesi insieme con Porta Passiria e Porta Venosta), presenta un tetto spiovente e alcuni stemmi a rilievo.
Più avanti, il Duomo, edificato nel 1263 e goticizzato nei due secoli successivi, dedicato a San Nicolò, patrono dei commercianti. Una statua del Santo è visibile sul fianco destro della chiesa. Singolare il campanile, simbolo della città, che termina a terra in un’arcata con volta a crociera, adattata a passeggio. L’interno dell’edificio religioso, articolato in tre navate, mostra un’abside trecentesca di fattura nordica dietro alla quale trova posto la gotica Cappella a pianta ottagonale di Santa Barbara, edificata nel 1423, pertinente all’antico cimitero. Custodisce una pala seicentesca, raffigurante Santa Barbara.
Lasciato il Duomo, ci si immette in via dei Portici, nucleo medievale dei commerci e dell’artigianato, costruita nel XIII secolo per volere di Mainardo, conte di Tirolo. Come nell’omonima via di Bolzano, vi si possono ammirare edifici contraddistinti dal tipico sporto e da facciate policrome in cui traspare lo stile gotico tirolese. Ancora oggi i due versanti della via conservano il nome che li indica dal XIV secolo: “Portici del Fiume“, quelli dalla parte del Passirio, e “Portici della Montagna“, dalla parte del monte Benedetto. Al civico 68 merita una visita il Museo dell’abito e della donna.
A metà di via dei Portici, dirigendosi verso via Galileo Galilei, si incontra l’edificio del Castello Principesco. Le sue dimensioni ridotte e la centrale ubicazione lo distinguono dai più appartati manieri altoatesini. Il castello nacque infatti nel Trecento come residenza. Assunse l’attuale destinazione con la ricostruzione in stile tardo-gotico nel 1480, voluta dall’arciduca Sigismondo. Curiosa la visita delle dalle di questo mirabile esempio di dimora gotica. La camera dell’Imperatore conserva una stufa in maiolica del ‘400; la Cappella custodisce una statua lignea di San Giorgio e il drago del ‘400 e l’adiacente camera delle damigelle racchiude una collezione di strumenti musicali.
L’itinerario prosegue con la visita del vicino Museo Civico, dove sono esposti antiche sculture gotiche, dipinti barocchi di maestri tirolesi e alcuni menhir dell’età del bronzo ritrovati presso Lagundo, alla periferia della città. Superato il Ponte della Posta si incontra la chiesa di Santo Spirito all’Ospedale, costruita nel ‘400 su un complesso ospedaliero distrutto da una piena del fiume.
Scendendo lungo via Roma: la chiesa di Santa Maria del Conforto, con numerosi affreschi. Sulla parete nord spicca quello della Morte e seppellimento della Vergine, del XII secolo. La chiesa si trova nell’area della Maia Bassa, che insieme con la Maia Alta costituiva, nel Medioevo, un’esclusiva zona residenziale. A testimoniarlo rimangono numerosi castelli.
Tra questi, il castello Winkel, nell’omonima via, Castel Planta, in fondo a via Belvedere, Castel Ramets (del XIII sec.) in via Libers e Castel Rubein in via San Valentino, segnalato da una imponente torre. Non può mancare infine una visita alla residenza dell’Imperatrice Sissi, Castel Trauttmansdorff.
Tornati al Ponte della Posta, si può risalire il fiume attraverso la Passeggiata d’Estate, più volte percorsa dall’amata principessa, o la Passeggiata d’Inverno, lungo la riva nord, ce prosegue la Passeggiata Lungo Passirio.
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