Le verdi colline che ospitano Gradara e il suo meraviglioso castello, con le sue leggende e le sue segrete, convivono con l’intenso traffico commerciale del porto di Anona e le placide atmosfere di Senigallia, Porto Recanati e San Benedetto del Tronto.
Lo splendido mare di Numana e Sirolo, e la riservata Sant’Elpidio, completano un tratto d’italia ancora poco toccato dal turismo di massa.
Circa 40 km di territorio, custoditi tra le sinuose colline marchigiane e una costa che aveva folgorato anche Napoleone.
PESARO, CITTA’ NATALE DI ROSSINI
La moderna denominazione di Pesaro deriva dal fiume che bagna la città, il Foglia, che in epoca romana si chiamava Pisaurus. I primi a stanziarsi nel territorio sono stati gli Umbri, cui si sarebbero in seguito sovrapposti gli Etruschi, quindi i Galli Senoni. Le tappe storiche più importanti della città sono il dominio degli Estensi (XVIII sec.), il passaggio dalla fazione ghibellina alla lega delle città guelfe delle Marche all’epoca di Federico II, il dominio della signoria dei Malatesta (fino al 1445), seguito da quelle degli Sforza, dei Borgia e dei Della Rovere.
Pesaro è famosa in tutto il mondo anche e soprattutto per aver dato i natali al compositore Gioacchino Rossini che lasciò il suo patrimonio alla città e che viene ricordato nelle memorie storico-architettoniche e con il Festival europeo Rossini Opera. Ogni estate si esibiscono cantanti di fama mondiale nei tre spazi deputati: il Teatro, l’Auditorium e il Palazzo dello Sport.
Il cuore di Pesaro è nella piazza centrale della città, dominata da una grande Fontana con cavalli marini e tritoni del secolo XVII. Vi sorgono anche il Palazzo Ducale, il Municipio, la chiesa di S. Ubaldo, quella della Madonna delle grazie (patrona della città) e il Palazzo della Posta.
In via Rossini si trova la Cattedrale dedicata a San Terenzio. Il monumento è in stile romanico (l’unico di Pesaro) come testimoniano i due leoni stilofori del portale. L’interno è caratterizzato dai mosaici pavimentali scoperti durante la ristrutturazione eseguita verso la fine del XIX sec.
Sede della prefettura, il Palazzo Ducale è uno dei gioielli architettonici di Pesaro, eretto nel XV secolo per volontà di Alessandro Sforza. Sulla facciata un portico a sei archi, al piano nobile cinque grandi finestre che richiamano quelle del Palazzo Ducale di Urbino. Belli anche il cortile d’onore e, al primo piano, un camino di Federico Brandanti.
In via Rossini 34 si può visitare la casa del grande musicista, in cui è sistemato un piccolo museo con l’arredamento dell’epoca e i suoi ricordi.
La cattedrale della città, invece, risale al secolo XII e reca due leoni stilofori ai lati del portale dell’incompiuta facciata romanico gotica.
Il più rilevante palazzo di Pesaro è quello dei Musei Civici, inaugurati prima nella sede del Palazzo Ducale ma, nel 1936, trasferiti in Palazzo Toschi Mosca. Sono costituiti dal Museo delle Ceramiche e dalla Pinacoteca. Il primo comprende oltre 300 pezzi della raccolta Mazza, con maioliche dei secoli XIV-XVI realizzate nelle botteghe di Pesaro, Urbino, Casteldurante. La seconda ospita la celebre Incoronazione di Maria di Giovanni Bellini, detta Pala di Pesaro. Interessanti anche il Museo Archeologico Oliveriano e il Museo del mare.
Si torna verso il centro per visitare la Rocca Costanza, esemplare architettura militare del XV secolo, costruita dal Laurana per Costanzo Sforza.
l simbolo di Pesaro, però, è una delle famose sculture sferiche di Arnaldo Pomodoro: la Sfera grande. Opera originalissima, in piazzale della Libertà, dà il senso della modernità della città. All’imbocco della piazza il Villino Ruggeri, straordinario esempio Liberty del primo Novecento.
Notevole la chiesa di Sant’Agostino del XIV-XV secolo, con uno stupendo portale gotico di pietra d’Istria con leoni e statue dentro a nicchie; all’interno si trovano un coro ligneo e opere di Palma il Giovane, del Brandani e di Pomarancio. Resta da menzionare la Villa Imperiale che si trova a 5,5 km da Pesaro: è una delle più belle residenze rinascimentali, al centro di un parco voluto da Alessandro Sforza.
GRADARA, VIAGGIO NEL MEDIOEVO
Uscendo verso nord da Gabicce, dopo 4 km sulla strada provinciale 47, si arriva a Gradara. “Grata aura“, recavano nelle loro notule i narratori del 1400, “per esser luogo dilettevole e da pigliar piacere“. Dopo oltre 600 anni questo singolare borgo medievale è rimasto come allora. E oggi il castello è meta turistica tra le più frequentate della zona tanto che ormai l’economica locale è fondata quasi esclusivamente sulle visite alla fortificazione medievale. Bar, ristoranti, negozi. Tutto rimanda all’epoca di archibugi e armature.
Il paese è circondato da una lunga cortina trapezoidale di mura risalenti al Trecento, che s’innalzano rafforzate da torri sino alla Rocca. Questa, realizzata nel XIII secolo e ingrandita dai Malatesta prima e dagli Sforza poi, è per tradizione uno dei borghi della vicenda di Francesca da Rimini narrata da Dante nel canto V dell’Inferno.
La Rocca e la città-castello furono un eccezionale strumento di guerra. Si può sentire quasi l’eco dello straordinario passato di battaglie e lotte di Gradara, passando per il ponte levatoio della fortificazione, visitando l’armeria oppure la sala della tortura. Nella Rocca, le logge e gli appartamenti principeschi e, infine, la cappella adorna di un’intensa pala d’altare in maiolica di Andrea Della Robbia.
Sempre dentro la cinta delle mura, sopra le quali corrono i cammini delle ronde intervallati dalle torri di avvistamento, si trova il prestigioso Palazzo Rubini-Visini, posto lungo la via principale del Castello, che è sede del Museo-Pinacoteca che ospita una tavola di Giovanni Santi, padre di Raffaello.
La più recente proposta, che si affianca ai richiami gastronomici di caratteristiche “hosterie” e che vuol caratterizzare il futuro di Gradara, è quella di Gradara Ludens, specie di Festival Italiano dei Giochi, Tutto intorno, tra Fanano e Granarola, un fiorire di aziende agrituristiche, vecchie cantine padronali, trattorie dai nomi bucolici, richiami irresistibili per coloro che amano il rustico, i vini, la cucina tradizionale della regione.
PESCA E AGRITURISMO A GABICCE MARE
Risalendo sulla costa adriatica verso nord per 18 km si trova Gabicce Mare. Il territorio di Gabicce era già abitato in epoca romana, come attesta il ricco materiale rinvenuto.
Gabicce alimenta da tempo un interrogativo archeologico sorprendente: Valbruna, la città sommersa. Adagiate sul fondo del mare, rocce insolite disposte in ordine non casuale sembrano testimoniare una presenza umana già in tempi antichissimi.
Sul promontorio di Gabicce Monte già nel ‘900 è documentata l’esistenza di una comunità cristiana. In una bolla pontificia del 998 appare per la prima volta l’espressione “Castellum Ligabitii” dal nome del feudatario Ligabitio. Quasi niente rimane dell’antico castello, se non il nome del feudatario che è “padre” di quelli di Gabicce. Il paese segue le alterne vicende storiche di Pesaro sino al 1539 quando il castello e il territorio annesso vengono concessi in feudo a Orazio Floridi di Fano. Gabicce è poi infeudata al conte Ottavio Mamiani, quindi incamerata dalla Santa Sede alla quale rimane fino al 1860.
Nel 1900 il mutamento del paesaggio: davanti alla spiaggia nascerà l’urbanizzazione della Gabicce moderna. Ciò avverrà all’inizio grazie a un certo sviluppo della pesca, poi vorticosamente per l’esplodere del fenomeno turistico. I due aspetti tuttavia non saranno mai disgiunti, contribuendo così a donare al paese un fascino del tutto originale. Ci si può soffermare in centro per passeggiare lungo il molo, attraversare il paese e percorrendo la strada Panoramica si può salire a Gabicce Monte in piazza Valbruna.
Da giugno a settembre si svolgono i Martedì dell’arte: decine di pittori e scultori lavorano in piazza animando tutta la città che, comunque, trova il suo epicentro culturale per la manifestazione in piazza Valbruna, cuore del piccolo borgo dal quale si gode una magnifica vista su tutta la Riviera.
Da Gabicce Monte partono diversi sentieri che attraversano il Parco naturale San Bartolo. Ce ne sono per tutti, anche per chi vuole semplicemente fare una passeggiata al fresco durante una giornata estiva.
Il colle di Gabicce è il primo tratto di costa alta che si incontra partendo da Trieste: bellissimo il panorama che si può ammirare dall’alto. Giunti a Baia Vallugola, antico porto e città romana, ci si immerge nell’atmosfera della Valbruna, sprofondata in mare nella notte dei tempi.
Le notti di Gabicce sono ovviamente vivissime. E una delle feste più sentite è la Stella Maris che si svolge l’ultima domenica di maggio e trae origine dalle tradizioni marinare.