Una città che è come una bella donna, capace di offrire ogni volta un piacere nuovo. E infatti le occasioni per passare un weekend a Parma sono molte. Le quattro edizioni del Mercante in Fiera, gran kermesse del piccolo antiquariato (in marzo, giugno, ottobre e dicembre). Il piacere di ritrovare gli eleganti ricordi della corte della duchessa Maria Luigia, una visita alla casa natale di Arturo Toscanini. Sempre valido il pretesto di una gita per gustare la sua cucina piena di sapori veri. O anche per scoprire, nella pianura tra la via Emilia e il Po, i castelli sorti per difenderla e poi trasformati in splendide corti rinascimentali.
Il mese ideale per visitare la provincia è ottobre, quando le prime nebbie salgono dal fiume o dai canali che dividono geometricamente la campagna ben coltivata.
Dall’autostrada A1 o dalla via Emilia si arriva in città. Per fare il giro dei castelli, da Parma si prende la via Emilia (statale 9) in direzione di Fidenza, e si gira a destra per Fontanellato appena passato il fiume Taro. Di qui a Soragna. Facendo una piccola deviazione, si può andare a Samboseto e Frescarolo, oppure a Roccabianca. L’auto va benissimo, in questa terra di pianure e dolci colline.
L’itinerario
Si può partire da Piazza del Duomo a Parma, cuore della città, stupendo spazio medievale delimitato dal Battistero dell’Antelami, il Duomo e il Palazzo Vescovile. Di particolare interesse l’interno del Battistero, affrescato da pittori bizantini: l’esterno, dalla magica forma ottagonale, è decorato da sculture dell’Antelami. All’interno del Duomo romanico brilla la cupola affrescata dal Correggio.
Il Palazzo della Pilotta, cinquecentesco, voluto dai Farnese, ospita la biblioteca Palatina, il seicentesco Teatro Farnese e la pinacoteca. Da non perdere la rinascimentale Chiesa della Steccata, la Chiesa di San Giovanni e il complesso conventuale dei monaci benedettini.
Una visita al Museo Lombardi (via Garibaldi 15) per assaporare il mondo della corte della duchessa Maria Luigia e una passeggiata oltre il ponte Verdi nel bel parco Ducale, tra viali ornati da statue di marmo attorno al palazzo Ducale completeranno l’idea di Parma città ducale.
A meno di mezz’ora da Parma si trova Fontanellato. Fontanellato è il toponimo di “Fontana lata” ovvero grande fontana, così chiamato perché il paese si colloca nella cosiddetta Bassa Parmense a soli 5 Km dalla via Emilia, tra i fiumi Taro e Stirone.
Un gran fossato d’acqua circonda la Rocca San Vitale. Ormai le acque non sono più sorgive come erano fino all’inizio del secolo, ma l’aspetto di fortezza è conservato intatto. All’interno, invece, rifulge tutta l’eleganza delle corti nobiliari: nelle salette dipinte dal Parmigianino si descrive con un pizzico di lussuria la storia mitologica di Diana, che trasformò in cervo Atteone, sorpreso a spiarla durante il bagno. Affascinante la visita agli appartamenti arredati con mobili e suppellettili del Cinquecento, Seicento e Settecento. Curiosa la camera ottica dei primi dell’Ottocento sistemata nel torrione di sinistra. Permetteva, con un gioco di specchi, di controllare senza essere visti la piazza del paese e il sagrato della chiesa.
Attorno la calma scena di un paesotto, i portici bassi a riparare dalla nebbia e gli orti che spuntano dietro i cancelli delle case. Ogni terza domenica del mese si tiene attorno alla rocca un grosso mercato antiquario, dove si trovano dai mobili alle curiosità.
A Fontanellato si trova anche il labirinto della Masone, il più grande labirinto d’Italia. Aperto al pubblico nel 2015, Il dedalo dei record si snoda in percorsi di tre chilometri realizzati coltivando circa 200.000 piante di bambù di varie specie, che oggi costituiscono la piantagione più vasta d’Europa. L’editore e designer parmigiano Franco Maria Ricci aveva sognato di realizzare l’opera quasi vent’anni fa e ce ne sono voluti sei di dedizione e lavoro per arrivare al Labirinto della Masone. n posto maestoso in cui sarà facile perdersi, ma dove si potrà facilmente scorgere anche la via per ritrovarsi, passeggiando dalla natura ai libri, dall’arte alla cultura.
Ancora una rocca al centro del paese, stavolta è quella di Soragna, feudo della famiglia Meli Lupi sin dal Trecento. Sul retro sorge un parco dal sapore inglese, risistemato all’inizio dell’Ottocento con laghetto e statue neoclassiche.
La rocca, visitabile all’interno in alcune sue parti, conserva tutta la ricchezza delle residenze nobiliari. Bei mobili, quadri e grandi affreschi: e persino una pomposa galleria dei poeti, affrescata con scene mitologiche per fare da sfondo ai busti dei grandi poeti dell’antichità. Alla fine un loggiato con vista sul parco completa la suggestiva atmosfera.
A poco più di 12 km si trova Roccabianca, una piazza scenografica, con sullo sfondo la facciata del castello. Un po’ di teatro non guasta, anche in questo spazio dove si svolgeva il mercato.
Il castello ha la classica pianta quadrata con due torrioni sporgenti. A costruirlo, nel Quattrocento, fu Pier Maria Rossi, che ne fece dono alla sua amante, Bianca Pellegrini; da lei prendono il nome il castello e il paese. Siamo a poco più di 1 km dal Po. Si prosegue per la strada dritta che corre verso Parma, attraversando una campagna fertile dove la presenza degli ontani e dei pioppi ricorda come doveva essere, in antico, il territorio.
Chi volesse proseguire per un itinerario naturalistico, da Roccabianca si diriga verso Graminazzo Torricella, per visitare il vicino bosco di Maria Luigia.