Tra le città umbre che vantano più antiche origini e trascorsi nobili, Spoleto ha un posto preminente.
Sorge all’estremo lembo sud della provincia di perugia, su di un rilievo ai piedi del Monteluco, avamposto di una regione montagnosa che si apre alle sue spalle. Guardando invece verso nord si estende la valle che prende il nome di Spoletana e che ha praticamente termine ai piedi dei colli perugini.
Pur mostrando anche nel tessuto urbanistico evidenti influssi di epoca romana, mantiene sostanzialmente intatto un aspetto antico – medioevale, dovuto al periodo in cui fu prima fiorente Ducato longobardo, e poi importante centro dello Stato pontificio.
CENNI STORICI
Dicevamo di antiche origini perché numerose sono le testimonianze documentali che identificano la città come vecchio centro umbro sorto su di un sito già esistente nell’età del ferro. Spoletium accrebbe il suo sviluppo durante il periodo romano, grazie ance al fatto che al contrario di altri centri la città non si mostrò sempre ostile a Roma. Non sfuggì però alle disgrazie che comportarono le guerre tra Mario e Silla. Le milizie dei due si scontrarono proprio nei dintorni di Spoleto e mentre il generale Carinate vista la mal parata si rifugiava in città, le truppe di Silla entravano a loro volta ponendola a ferro e a fuoco.
Dopo un incerto periodo Spoletium tornò in auge e si arricchì di splendidi monumenti. Per l’importanza strategica che possedeva le incursioni barbariche in parte la risparmiarono; e divenne, tra i ducati longobardi, uno tra i maggiori e fiorenti.
Il primo duca fu Faraoldo I. E’ l’inizio di una graduale ascesa che condurrà i nuovi Signori di Spoleto sino alla scalata, non terminata, alla corona imperiale. Ma le lotte tra Imperatore e Papa, tra guelfi e ghibellini, porteranno altre nubi sulla città.
La costruzione della Rocca albornoziana dette nuovamente potenza a Spoleto, che comunque non potrà più tornare allo splendore ducale.
Lo Stato della Chiesa, consapevole della posizione di rilievo della città, non poteva adagiarsi ad inutili errori e stipulò una sorta di compromesso. La parentesi napoleonica dichiarava Spoleto quale capoluogo dei Dipartimenti del Clitunno e del Trasimeno. Con l’annessione dell’Umbria all’Italia essa venne definitivamente compresa nella provincia perugina.
COSA VEDERE
L’intatto nucleo antico di Spoleto, tutto raccolto all’interno delle mura, si presta a un tranquillo percorso a piedi, girando per vicoli e piazze alla scoperta delle sue molte ricchezze.
Il centro storico di Spoleto è stato usato spesso come set cinematografo, da qualche anno qui si svolgono le riprese della fiction Don Matteo.
Nella visita alla città inizieremo dal Duomo e dai monumenti ad esso limitrofi.
Il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, è l’edificio religioso più importante. E’ stato costruito a cominciare dal 1175, in stile romanico, sopra la preesistente cattedrale. La perfetta armonia della facciata, illuminata dal grande mosaico del Cristo benedicente, nella parte inferiore si apre in un elegante portico rinascimentale. Completa l’insieme il campanile costruito con materiali di spoglio romani. Un portale riccamente decorato conduce nell’interno, pesantemente rimaneggiato nel corso del XVII secolo. Assolutamente da vedere gli affreschi del Pinturicchio nella Cappella Eroli (1497) e l’abside affrescata con scene della Vita di Maria da Filippo Lippi tra il 1467 e il 1469, anno della sua morte. La tomba del pittore, disegnata dal figlio Filippino, si trova nel transetto destro. La Cappella delle Reliquie custodisce la statua lignea trecentesca della Madonna col Bambino e il frammento di una lettera autografa di San Francesco e frate Leone. Prima di uscire, volgendo lo sguardo sull’interno del portone d’ingresso, si nota il busto bronzeo di Urbano VIII opera del Bernini.
Da Piazza del Duomo si può scendere una scalinata che conduce su un piccolo giardino dal quale si gode un panorama parziale sulla città.
Nella Piazza del Duomo si affaccia il Teatro Caio Melisso, la cui struttura risale alla fine dell’Ottocento e dove si tengono alcune rappresentazioni nell’ambito del Festival dei Due Mondi. Il Teatro è un piccolo gioiello di raffinata eleganza e di grande atmosfera. Costruito in legno nel Seicento e riedificato nell’Ottocento, venne fatto ristrutturare a proprie spese nel 1958 da Giancarlo Menotti per ospitare il noto Festival. Notevoli le decorazioni del soffitto della sala e il prezioso sipario dipinto da Domenico Bruschi.
Dietro al Teatro si trova il Palazzo della Signoria, sede del Museo Civico che contiene vari reperti di epoca romana raccolti nelle vicinanze.
Dalla Piazza si sale l’ampio scalone; a destra si scorgono le absidi della Chiesa di Sant’Eufemia, il cui accesso è dal Palazzo Vescovile. Questa solenne basilica romana è stata eretta nel X secolo e ampliata nel XII. La facciata a due spioventi è alleggerita nella parte alta da una serie di archetti pensili e da una bifora, nella parte bassa si apre un bel portale a incassi concentrici. Nell’interno, notevoli i due matronei che si affacciano sulla slanciata navata principale. Un paliotto marmoreo del ‘200 orna l’altare maggiore.
Uscendo dal Palazzo Vescovile, prima di continuare l’itinerario del centro storico, si può operare una digressione per la Rocca che sovrasta Spoleto con la sua imponente mole turrita. Venne realizzata da Matteo di Giovannello detto il Gattapone, su commissione del cardinale Egidio Albornoz, tra il 1359 e il 1370. Fu una delle maggiori roccaforti papali in Umbria e venne utilizzata anche come luogo di soggiorno per pontefici e principi. Lucrezia Borgia vi soggiornò dal 1499 al 1502 quando venne nominata a capo del Ducato. Fu in seguito utilizzata come caserma, quindi come carcere, destinazione quest’ultima che manterrà sino al 1984. E’ a doppia pianta quadrata unita con sei torri. Oggi ospita la Scuola Europea di Restauro del Libro e il Museo Nazionale del Ducato.
Coglie la curiosità del visitatore il Ponte delle Torri, un ciclopico ponte-acquedotto risalente al Trecento che unisce il Colle Sant’Elia con i piedi del Monteluco. Le dieci arcate hanno la non trascurabile altezza di 80 metri ed una lunghezza di 230. Serviva al doppio scopo di passaggio e acquedotto ed è presumibilmente della stessa epoca della Rocca.
Tornati al Palazzo Vescovile ci si dirige, attraverso Via Visiale, ai resti di un’antica abitazione romana del I sec. Secondo quanto riportato da un’iscrizione, la domus, rinvenuta nel 1885 al di sotto del Municipio, sarebbe appartenuta a Vespasia Polla, madre di Vespasiano. L’atrium, l’impluvium, la zona del triclinium ottimamente conservati lasciano immaginare la vita in una tipica dimora patrizia romana.
Al di sopra si trova il Palazzo Comunale, ristrutturato nel ‘700, ma la cui origine è più lontana. Si scende così in Piazza del Mercato, dove si trova la Fonte di Piazza (1746) e soprattutto l’Arco di Druso, altra interessante testimonianza della Spoleto romana. Questo arco costituiva l’ingresso monumentale al Foro. Fatto erigere nel 23 d.C. in onore di Druso Minore e Germanico – figlio e nipote dell’imperatore Tiberio – è una massiccia costruzione in travertino decorata da semplici lesene sormontate da capitelli corinzi.
Nelle vicinanze si trova la Chiesa di S. Ansano, al di sotto della quale si trovano i resti di un Tempio Romano; all’interno è invece la cripta di S. Isacco a tre navate suddivise da colonne.
In fondo alla via si prende a destra e si scende in Piazza della Libertà, dove si trova il Palazzo Ancaiani del XVIII secolo. Su un lato della piazza si può vedere il Teatro Romano. Edificato nel I sec. d.C. è stato nel tempo inglobato dagli edifici circostanti. Ristrutturato negli anni Cinquanta, oggi è la suggestiva sede di spettacoli estivi, in particolare di balletto. Parzialmente ricostruito, conserva l’orches tra, le prime file della gradinata, la facciata e l’ambulacro originali. Il chiostro dell’adiacente Monastero di Sant’Agata ne chiude un lato. Attualmente l’ex monastero ospita il Museo Archeologico Nazionale, con reperti dell’età del Bronzo, ritratti romani e l’incisione della lex spoletina.
Si percorre ora Corso Mazzini, il centro cittadino.. Alla fine del Corso c’è la seicentesca Chiesa di San Filippo con elegante cupola e interno a tre navate.
Deviando a sinistra, dopo un centinaio di metri, si scorge la facciata neoclassica del Teatro Nuovo “Giancarlo Menotti”. E’ stato edificato nel 1864 su di un edificio religioso; l’interno, ampiamente decorato, ha cinque ordini di palchi. Con i suoi 800 posti, è anche il più grande Teatro all’italiana dell’Umbria.
Attraverso Via Sant’Andrea si giunge alla Chiesa di San Domenico del XIII sec. che si presenta in forma piuttosto semplice con facciata in pietra bianca e rosa e presenta sul lato destro un bel portale gotico. L’interno custodisce affreschi trecenteschi e quattrocenteschi, di particolare interesse quelli della Cappella della Madonna e della cripta. Nel convento fu ospite Martin Lutero nel 1512.
Poco distante, il settecentesco Palazzo Collicola, restaurato ed inaugurato nel 200, che attualmente ospita la Galleria Civica d’Arte Moderna.
Si può scendere ora nella parte più bassa della città per Via Cecili e Via dell’Anfiteatro sino appunto ai modesti ruderi dell’Anfiteatro Romano che un tempo aveva notevoli dimensioni. Venne costruito nel II secolo, adibito da Totila a fortilizio e più tardi utilizzato come materiale da costruzione. Si prosegue sino ai ruderi del Ponte Romano o Sanguinario di epoca augustea.
Nei pressi si trova Piazza Garibaldi, dove sorge la Chiesa di San Gregorio Maggiore, iniziata nel 1079 e notevolmente rimaneggiata in seguito. La lineare facciata è preceduta da un portico cinquecentesco a tre arcate dal quale si accede alla Cappella degli Innocenti. Nell’interno a tre navate e sulle pareti della cripta, interessanti affreschi quattrocenteschi.
Percorrendo Piazza Garibaldi in direzione di Piazza Torre dell’Olio, si avvista la Torre dell’Olio, la più alta della città e l’unica integra. Risalente al XII sec., si narra che qui gli spoletini nel 217 a.C. respinsero l’assalto di Annibale, gettando olio bollente sugli assedianti che si ritirarono dalla vicina Porta Fuga.
Terminato l’itinerario interno ci si avvia ora nella visita alle adiacenze della città. Ad iniziare dalla Chiesa di San Pietro, visibile lungo la Statale Flaminia. E’ di antichissima origine (V secolo), ma le parti giunte a noi risalgono al XIII secolo. Mentre la facciata è stata conservata nel suo aspetto romanico, l’interno venne completamente ridistribuito alla fine del ‘600. La parte più preziosa, appunto la facciata, è considerata il capolavoro dell’arte romanica umbra. La sezione inferiore, a tre portali, ha numerosi elementi decorativi (animali e santi) la sezione intermedia ha tre aperture circolari; la parte superiore ospita le figure di San Pietro e Sant’Andrea. Dietro alla chiesa sorge un piccolo edificio di culto dedicato a San Silvestro.
Fuori città, nei pressi del cimitero, c’è un’altra pregevole chiese, quella di San Salvatore, presumibilmente eretta tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, successivamente rimaneggiata. Sulla facciata si aprono tre portali, due dei quali murati, e altrettante finestre nella parte superiore. L’interno a tre navate conserva numerosi elementi originari: colonne a capitelli corinzi, ionici e dorici arricchiscono il bellissimo presbiterio.
Non lontana è la chiesa di S. Ponziano, dedicata al patrono della città; essa conserva ancora il teschio del martire (nel convento delle suore). Fu innalzata nel sec. XII dove sorgeva una catacomba. La facciata si presenta molto aggraziata, ma l’interno stona con la ristrutturazione effettuata dal Valadier alla fine del ‘700. Il complesso conserva ancora modeste strutture romaniche nel passaggio che prelude la cripta. Interessante invece quest’ultima che si apre su tre navatelle. Nelle absidiole sono affreschi di varie epoche.
Per concludere la visita di Spoleto consigliamo una breve sosta a Monteluco, la montagna che sovrasta la città e che per secoli è stata considerata un luogo sacro ove alcuni eremi trovavano degna fioritura immersi nel verde salutare del rilievo. Qui molti eremi sono stati trasformati in splendide ville o raffinati alberghi, come il caso dell’Eremo delle Grazie, con arredi d’epoca nella sala del refettorio, camere ricavate dalle celle dei frati e dal lussuoso appartamento del Cardinale. Salendo per una strada stretta e serpeggiante dai cui parapetti si ammirano incomparabili vedute sulla città, si giunge alla Chiesa di San Giuliano del XIII sec. All’interno vi sono affrschi quattrocenteschi del Maestro di Eggi e la cripta, nella quale si intravedono elementi risalenti ad una precedente chiesa del VI sec. Ancora pochi km e si arriva al Santuario di Monteluco, carico di ricordi francescani.
Nell’ombra e nel silenzio di questi luoghi di profonda suggestione ben si comprende che tanti eremiti abbiano scelto come ritiro le grotte del Monteluco e che il bosco fosse considerato sacro sin dall’epoca romana. La lex spoletina ne custodiva l’integrità con pene severissime: il testo del documento (l’originale del III sec. a.C. è al Museo Archeologico) è inciso su un cippo nel bosco.
NEI DINTORNI
Spoleto può essere presa come punto di partenza per visitare i pittoreschi borghi della Valnerina, da Arrone a Cascia fino a Cerreto di Spoleto e Monteleone di Spoleto. Per non parlare di altre perle dell’entroterra perugino come Spello, Nocera Umbra, Montefalco e Bevagna, a cui avevamo dedicato il nostro itinerario di 4 giorni.
Ricco di arte e storia è anche l’itinerario che segue le vie della predicazione francescana in Umbria, che tocca tutti i principali centri che possono vantare importanti testimonianze dell’opera del santo di Assisi e dei confratelli.
E non sarà difficile giungere quindi ad Assisi, distante 46 ma perfettamente collegata dalla linee regionali, che in Umbria sono piuttosto ramificate.
EVENTI E MANIFESTAZIONI
Rinomato a livello internazionale, lo Spoleto Festival è il fiore all’occhiello della vita culturale della città. Nato nel 1958 come Festival dei Due Mondi per iniziativa del compositore Giancarlo Menotti, ogni estate tra giugno e luglio propone un ricco programma di musica, teatro, balletto, arte, scienza e cinema, con grandi protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo e un occhio sempre attento all’avanguardia, soprattutto musicale. La manifestazione, tradizionalmente aperta e chiusa dagli affascinanti concerti all’aperto in piazza del Duomo, coinvolge i teatri e le chiese dell’intera città e del territorio. Caso unico in Italia di festival dinastico, oggi è diretto dal figlio del fondatore, Francis Menotti.
Una tre giorni interamente dedicata alla cultura e al piacere del vino, nelle vie del centro e nei palazzi storici, è la manifestazione “Vini nel mondo“. Cantine in mostra, degustazioni, incontri e la grande Notte Bianca del Vino, animata da moltissimi artisti con spettacoli e concerti. Ogni anno ai primi di giugno.
Il Mercato delle briciole è la versione spoletina del mercato delle pulci. Mobili di antiquariato e artigianato, quadri, stampe e oggetti d’arte, usato e collezionismo. Per tutto l’anno, ogni seconda domenica del mese, con oltre cinquanta banchi tra i quali curiosare in cerca di occasioni, nella vivace piazza del Mercato e nelle caratteristiche vie del centro storico.
Nei primi di giugno si svolge Spoleto in Fiore, una mostra mercato di florovivaismo con tantissime le varietà presenti, piante grasse, da collezione, piante da orto e aromatiche, rose di ogni qualità, tillandsie, bouganvillecalifornia, peperoncini, agrumi, bambù, collezioni di lavande aromatiche. Sonoinoltre presenti articoli per il giardinaggio, produzioni artigianali realizzate con ceramiche, con prodotti naturali, con rame, e con estratti di piante. Non mancheranno infusi, te pregiati, caffè e prodotti locali.
Nello stesso periodo ha luogo DeGusto Trebbiano&Food Festival. Due giorni dedicati all’enogastronomia e alle tipicità locali come tartufo, olio extra vergine d’oliva e naturalmente vino, con il Trebbiano Spoletino; vitigno di origini antiche risalenti al XV secolo, che negli ultimi anni ha saputo conquistarsi – a giusta ragione – il favore di pubblico e professionisti, per via delle sue sfaccettature e della sua versatilità. I visitatori potranno così avventurarsi in un vero e proprio viaggio del gusto, fra prodotti di zona e i vini delle cantine del territorio. Il programma si articolerà fra degustazioni guidate, cooking show, laboratori sul gelato in sinergia con Gennari srl e Carpigiani, workshop formativi, tutti a ingresso libero.
I più golosi non possono perdere l’appuntamento con lo “Spoleto Choco Fest”, la grande Festa del cioccolato artigianale in programma a Spoleto in corso Mazzini i primi di dicembre. Degustazioni, cooking show e cene a tema con musica live, lezioni per adulti, laboratori per bambini, percorsi didattici per le scuole, convegni e percorsi di conoscenza dal cacao al cioccolato alla scoperta, non solo, del vero cioccolato artigianale – buono e che fa bene – ma anche di quello equo e solidale. La festa del cioccolato artigianale sarà un’ occasione ghiotta per farsi tentare dalle raffinate creazioni al cioccolato frutto dell’estro dei maestri cioccolatieri ChocoArt Fest del Cioccolato è: cioccolatini e praline, tavolette, creme e liquori al cioccolato, divertenti sculture in degustazione e vendita presso gli stand sempre aperti dalle 10 alle 20.
COSA GUSTARE
Dopo il Giro della Rocca, l’ideale è fermarsi in un caratteristico ristorantino per godersi le specialità locali: per non perderti tra le tante prelibatezze ti suggeriamo un breve elenco di cosa mangiare a Spoleto.
Non fatevi mancare il tartufo nero che è forse l’indiscusso primo attore della cucina spoletina e dunque largo agli spaghetti al tartufo nero; vi segnaliamo anche un presidio slow food, il rarissimo sedano di Trevi che grazie al cuore tenero e carnoso e al sapore molto spiccato si presta in modo ideale al consumo a crudo magari immerso nello squisito olio di Trevi oppure cotto “alla parmigiana”. Arrivati a fine pasto addolcite il palato con la crescionda, un tipico dolce a base di uova, farina, cioccolato, amaretti e mistral.
E se avete più giorni a disposizione perché non prendere spunto dal nostro itinerario enogastronomico che parte proprio da Spoleto?