Situata alla confluenza tra le Valli dell’Isonzo e del Vipacco, in ottima posizione strategica, Gorizia rappresenta da sempre l’ideale porta d’accesso da Oriente.
Visitare Gorizia significa immergersi in una città piena di poesia che è un concentrato di cultura latina, slava e germanica sul confine con la Slovenia: il suo carattere multiculturale è registrato dalla sua architettura, mentre la sua anima multietnica si scopre passeggiando per il centro e sentendo la gente del posto che parla indistintamente lo sloveno e l’italiano.
A Gorizia si respira l’atmosfera sospesa tipica di una città di confine: nella piazza Transalpina, fino al 2004 fisicamente divisa da un muro, si passeggia con un piede in Italia e uno in Slovenia. Il Castello medievale con il suo incantevole borgo è un vero gioiello: da qui la vista spazia sulle dolci distese di colli e sull’intera città, dove convivono in modo armonioso architetture medievali, barocche e ottocentesche.
La borghesia asburgica amava Gorizia e il suo clima mite: non a caso la città era chiamata la “Nizza austriaca”.
Abitata sin dai tempi dell’antica Roma, la città assunse importanza nel 1001 quando l’imperatore germanico Ottone III la diede in dono per metà a Giovanni IV, patriarca di Aquileia, e per l’altra metà al conte del Friuli Wahrient.
Da allora la forte contea di Gorizia condusse lunghe guerre di conquista arrivando a controllare l’Isonzo, parte del Tirolo e della Carinzia. Venezia ne tentò la conquista ma la città restò sotto il dominio austriaco.
Dopo le sanguinose battaglie della Grande Guerra, Gorizia passò all’Italia. Dal 1947, alla fine del secondo conflitto mondiale, il confine con la Iugoslavia ha tagliato l’agglomerato urbano mettendo in crisi l’economia cittadina.
Oggi Gorizia ha trovato il suo ruolo di città cosmopolita diventando punto d’incontro tra tre culture: slava, germanica e italiana.
La visita a Gorizia inizia nella zona del Castello attorno al quale si sviluppa il borgo originario, un tempo conosciuto come “terra superiore”.
Da piazza Cavour si prende viale D’Annunzio e, costeggiando la cinta a bastioni, si incontra porta Leopoldina, fatta costruire nel 1660 per accogliere l’imperatore Leopoldo I, nuovo proprietario della contea.
Da porta Leopoldina si diramano le vie della città vecchia, punteggiate da eleganti edifici, tra cui casa Rassauer e, di fronte, casa Dornberg e casa Tasso, dove ha sede il Museo della Grande Guerra, raccolta di documenti e reperti bellici. Adiacente è il palazzo Formentini con il prestigioso Museo di Storia e Arte. Da segnalare, al primo piano, la Sala Maggiore, testimonianza della cultura goriziana ottocentesca.
Uscendo dal Museo, si passa sulla sinistra, la Chiesetta di Santo Spirito (1398) una chiesa gotica dall’aspetto molto originale risalente al XIV secolo. Al suo interno si possono ammirare due opere d’arte dalla bellezza straordinaria: la Madonna del Seicento e un crocefisso ligneo.
Poco più in alto sorge il Castello, il cuore antico della città, più volte ampliato e ricostruito negli anni ’30 riparando i danni riportati durante la Prima Guerra Mondiale. Le opere di restauro hanno saputo dare all’edificio il suo aspetto originario, con la caratteristica pianta pentagonale ed elementi architettonici medievali.
Situato sull’altura che sovrasta la località, il castello offre una spettacolare vista panoramica di Gorizia e del territorio circostante.
Gli interni del castello sono visitabili e periodicamente ospitano mostre, mentre nel granaio si trova una sezione didattica con pannelli e plastici relativi alla Contea Goriziana. La Sala della Musica accoglie perfette riproduzioni di strumenti antichi di cui si possono ascoltare le melodie grazie a moderne tecnologie. Dal Cammino di Ronda si può spaziare con lo sguardo sulla città di Gorizia e sui territori della vicina Slovenia. Il castello di Gorizia, inoltre, ospita nella Sala dei Cavalieri, il Museo del Medioevo Goriziano, dove si trovano interessanti riproduzioni artigianali delle armi bianche usate nel periodo medioevale.
Nei pressi del borgo si trovano un ristorante e altri importanti musei quali il Museo della Grande Guerra, il Museo della Moda e delle Arti Applicate, la Pinacoteca e la Collezione Archeologica.
Usciti dal Castello si scende verso piazza Sant’Antonio per prendere via Colombini, dove sorge il Duomo di Gorizia. Ricavato da un’antica chiesa, rimaneggiata e ampliata nel 1682, l’edificio, dopo la Grande Guerra, venne ricostruito mantenendo la forma originaria. Il Duomo è suddiviso in tre navate, dove sono presenti delle colonne eleganti di marmo nero e alcune elementi gotici davvero molto caratteristici. L’interno conserva stucchi barocchi, i settecenteschi altari di Giovanni e Leonardo Pacassi, preziose pale d’altare, nonché un notevole Tesoro frutto di numerose donazioni, tra cui quelle di Maria Teresa d’Austria.
Ritornando a piazza Cavour e imboccando via Rastello, dove si può ammirare una vecchia stazione della diligenza, si arriva all’antica piazza Grande, oggi piazza della Vittoria, cuore della città moderna. Qui si stagliano i caratteristici campanili a cipolla di Sant’Ignazio, la chiesa più importante di Gorizia. Eretto nel 1654, per volere dei Gesuiti, l’edificio presenta una sola navata su cui si affacciano sei cappelle laterali. Da segnalare, nel presbiterio, la Gloria di Sant’Ignazio, affresco di Christoph Tausch. Nella piazza la Fontana del Nettuno, opera di Nicolò Pacassi, della metà del Settecento.
Risalendo via Carducci si arriva a piazza De Amicis, con lo spettacolare Palazzo Attems Petzenstein, anch’esso costruito da Nicolò Pacassi, sede del Museo provinciale con un lapidario romano e goriziano e la pinacoteca che presenta opere di pittori goriziani dal ‘700 in poi.
I dintorni di Gorizia offrono un incantevole e rilassante paesaggio di dolci colline punteggiate di enoteche, aziende vitivinicole e cantine dove si producono vini bianchi tra i migliori al mondo e corposi rossi: è il Collio, che ha il suo centro principale a Cormons. Qui, poca è la distanza dai monti e dal mare: il microclima, assolutamente unico per ventilazione ed escursione termica, si sposa perfettamente con la “ponka”, il caratteristico terreno del Collio, ideale per la coltivazione della vite.
Diviso dal Collio dal corso dell’Isonzo, il Carso goriziano è la zona che è stata teatro di tante battaglie nella Grande Guerra, di cui oggi serba esemplari ricordi e testimonianze, a cominciare da Redipuglia con il suo Sacrario militare, il grande cimitero monumentale a ricordo dei caduti della guerra. Nei dintorni, trincee e camminamenti sono facilmente raggiungibili anche in bicicletta, in un itinerario insieme paesaggistico e storico.
Unico è infatti il patrimonio naturalistico della zona, protetto anche dalla Riserva naturale di Pietrarossa e Doberdò, al cui centro si trova uno dei pochi esempi europei di lago carsico. L’ambiente costiero, invece, dove le acque dolci dell’Isonzo si mescolano con quelle salate dell’Adriatico, è il paradiso del birdwatching ed è tutelato da un’altra riserva, quella della Foce dell’Isonzo.
Poco lontano, Monfalcone, la città dei cantieri navali, ha trasformato il quartiere operaio di Panzano in un museo diffuso in grado di testimoniare il rapporto città-fabbrica nel suo evolversi nel tempo.
Il fiume Isonzo, che nasce nella regione di Plezzo, in Slovenia, più precisamente nella Val Trenta, inoltrandosi fra canyon e boschi, entra in territorio italiano presso Gorizia; qui attraverso l’altopiano Carsico viene alimentato dal Vipacco e in seguito, rivolgendosi al mare, dal Torre, per poi concludere il suo percorso di 136 km raggiungendo l’Adriatico nei pressi di Grado, caratterizzando con il suo corso quella parte di territorio friulano chiamato anche Isontino.
L’Isonzo, il cui nome deriva dal celtico “Eson”, fin dall’antichità ha assunto i nomi più svariati; secondo per portata nel Triveneto, grazie anche alle sorgive carsiche che lo alimentano costantemente, questo fiume, nonostante sia stato teatro di battaglia già dal trecento d.C. nelle lotte fra Cristiani e Pagani, viene storicamente associato allaPrima Guerra Mondiale per le dodici battaglie che prendono il suo nome e che lasciarono nel territorio numerose opere a ricordo della Grande Guerra.
A ridosso del corso d’acqua o a breve distanza da esso, si possono incontrare infattivestigia di antichi castellieri, così come i segni delle precedenti popolazioniche hanno attraversato il territorio, quali i romani, i longobardi e i bizantini o ancora Rocche medievali e fortezze veneziane e austriache.
Le acque verde smeraldo del fiume lambiscono un territorio caratterizzato da città di rilevo culturale e storico, come Gorizia, così come da cittadine tutte da vivere come Gradisca d’Isonzo, Sagrado, Fogliano Redipuglia, terminando il loro percorso nei pressi di Grado, località balneare per eccellenza, riconosciuta dall’imperatore Francesco Giuseppe quale “stazione di cura ufficiale” dell’Impero asburgico.
Ed è proprio là dove il fiume sfocia nell’Adriatico, circondata dal mare, dall’Isonzo stesso e dal canale Quarantia che ne ha rappresentato in passato la foce principale, che è stata creata all’Isola della Cona un’area protetta che ha incrementato la già elevata diversità biologica del sito con la presenza di moltissime specie botaniche e faunistiche. Collegata alla terraferma da una diga ed attrezzata ad accogliere gli appassionati naturalisti, la Riserva permette di osservare infatti una vasta gamma di specie vegetali ed animali, in particolare i cavalli Camargue qui introdotti per la loro capacità di adattamento alle zone umide ed utilizzati anche per le visite guidate.
Agli amanti degli sport a contatto con la natura, le sponde del fiume offrono oltre alle passeggiate a cavallo, numerose possibilità di itinerari per trekking e mountain bike. Molteplici sono gli itinerari da percorrere ed i vicini parchi da scoprire, comprese le aree verdi cittadine di Gorizia, quali Parco Piuma, dove poter ammirare cigni e germani reali, e Parco di Campagnuzza-S. Andrea, suddiviso in zone tematiche.
La foce dell’Isonzo si presta particolarmente alle escursioni fluviali e alla pratica del 24kayak, fra l’Isola della Cona e l’Area Naturale Caneo, dove un tempo sorgevano i casoni dei pescatori e ora ci si può addentrare fra i canneti alla scoperta delle specie faunistiche che popolano la zona.
Lungo La valle del fiume Isonzo si sviluppano anche alcune fra le più rinomatezone D.O.C. e D.O.C.G. di produzione vitivinicola del Friuli Venezia Giulia, con una vasta produzione di vini, differenziata anche dalla tipologia di terreni, più o meno calcarei, e di clima.
Sono moltissime le manifestazioni che, durante il corso dell’anno, animano le vie cittadine. Oltre al Carnevale, con spettacoli di strada e corsi mascherati, da segnalare la rassegna Gorizia Armonica (da giugno a settembre), che si svolge nell’affascinante cornice del Castello, il Concorso internazionale di canto cameristico per voce sola Seghizzi e quello di violino Lipizer.
Giugno e luglio ospitano il Festival del teatro amatoriale e il Premio Sergio Amidei, rassegna cinematografica dedicata alla sceneggiatura.
La fine dell’anno è celebrata con il Dicembre goriziano, tra concerti di musica classica, spettacoli teatrali, mercatini natalizi e la storica fiera di Sant’Andrea.
La tradizione gastronomica locale è celebrata dall’iniziativa Gorizia a tavola, che offre un viaggio tra le specialità delle cucine friulana, slovena e austriaca.
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