Le sue origini vulcaniche rendono Ischia una terra ricca di acque termali che sgorgano ovunque, sulla terra e nel mare.
Proprio queste acque ebbero a rappresentare, sin dalla colonizzazione greca, un vero e peculiare tesoro per l’isola. Le sorgenti di diverse gradazioni, infatti, consentono da sempre una vasta gamma di applicazioni terapeutiche, alcune delle quali rimaste sostanzialmente inalterate nel corso dei millenni.
Se comunque Plinio e Strabone ebbero più volte occasione di sottolineare l’estrema efficacia delle terme ischitane, che nella Roma imperiale conobbero un momento di particolare celebrità, solo molto più tardi, nel XVII secolo, con lo studio medico-scientifico delle qualità organolettiche e curative delle sue acque, Ischia avrebbe potuto intraprendere un cammino che da allora non avrebbe più avuto ripensamenti.
Per la verità, già nel Cinquecento Giulio Iasolino aveva riscoperto le acque di Casamicciola, imprimendo al settore termale un deciso risveglio. E prima di lui, nel Trecento, il medico di Carlo d’Angiò, Giovanni da Casamicciola, ne aveva superficialmente studiato le virtù terapeutiche. Ma solo Iasolino, attraverso la sperimentazione della terapia balneo-termale e la classificazione delle sorgenti secondo la differente composizione chimica delle acque, dette avvio a veri e propri studi scientifici sul termalismo.
Fu così che, in neanche un secolo, le terme divennero un’importante risorsa economica: gli stessi D’Avalos, governatori dell’isola d’Ischia, dettero impulso alla nuova attività. E nel Seicento, un gruppo di nobili napoletani fondò, presso la storica sorgente del Gurgitello, un ospizio per i poveri: il Pio Monte della Misericordia. Il termalismo diveniva così un servizio sociale. Nell’Ottocento, le terme di Casamicciola erano ormai famosissime e regolarmente frequentate dai principali esponenti della nobiltà europea. Qui, nel giugno del 1864, venne a curarsi per una settimana anche Giuseppe Garibaldi, che si racconta fosse stato letteralmente dimenticato nelle “Stufe di San Lorenzo” dai suoi collaboratori, rapiti dagli stupendi scorci panoramici che non è raro scoprire in questi luoghi.
Nemmeno il devastante terremoto del 1883, pur con la sua tragica corona di distruzioni, sarebbe riuscito a fiaccare le energie degli Ischitani. Tanto più che il clima estremamente mite dell’isola, con una temperatura media annua di 17 gradi, e l’aria ricca di iodio e di cloruro di sodio per il benefico influsso del mare, si rivelano i complementi ideali per garantire il più completo successo delle cure, influendo positivamente sulla pelle e sulle terminazioni nervose.
Così, nel Novecento, le strutture alberghiere e i paesi che le ospitano hanno saputo rapidamente adeguarsi alle esigenze più diffuse del turismo della salute e della bellezza, con piacevolissimi e lussureggianti giardini termali, attrezzatissimi centri per terapie disintossicanti e trattamenti estetici, che hanno finito per catalizzare su Ischia l’interesse di numerosi tour operator di respiro internazionale. In questo modo, si è anche riusciti a sfruttare al meglio un patrimonio idro-termale fra i più ricchi ed interessanti al mondo: considerando il territorio ischitano nel suo complesso, si annoverano infatti ben 29 bacini idro-termali, con oltre cento emergenze sorgive, cui fanno compagnia addirittura 69 campi fumarolici.
Con il passare del tempo e l’affinarsi e l’approfondirsi delle conoscenze medico-scientifiche, anche la gamma di cure e applicazioni offerta dalle strutture ischitane è andata progressivamente diversificandosi e specializzandosi, a tutto vantaggio di una maggiore incisività dei trattamenti. Una diversificazione che risulta dettata tanto da caratteristiche organolettiche che da collocazioni geografiche.
Fra i bacini più rinomati ed efficaci si annoverano senza dubbio quelli di Casamicciola: il patrimonio termale della cittadina è infatti ricchissimo e di fama antichissima. Già i Romani, che ponevano le acque sotto la protezione degli dei, ritenevano Apollo il nume tutelare di quelle di Casamicciola. E vuole una leggenda che Ulisse, approdato proprio a Casamicciola, recuperasse il vigore perduto proprio nelle acque del Gurgitello.
Tre sono i principali bacini termominerali, cui si alimentano molte sorgenti con differenti poteri terapeutici. Il citato bacino del Gurgitello, ad esempio, è localizzato sul lato orientale di piazza Bagni, ai piedi della collinetta dell’Ombrasco. I Romani per primi ribattezzarono gurges questo ruscello fumigante che scorreva in superficie per gettarsi in mare nei pressi dell’odierna pineta del Pio Monte della Misericordia. Ed è proprio in esso che confluiscono le diverse sorgenti dell’Ombrasco, dai nomi suggestivi: sorgente dell’Oro, del Ferro, dell’Argento, del Cappone. L’acqua del Gurgitello, la cui temperatura oscilla tra i 65 e gli 80 gradi, è limpida, inodore, incolore, lievemente alcalina: ad essa attingono tutti gli stabilimenti termali di piazza Bagni.
Nel bacino del Cotto e Sinigalli, sul lato occidentale di piazza Bagni, alle falde delle colline dell’Olivo e della Pera, confluiscono invece altre sorgenti, tra cui quelle del Tamburo e della Spelonca. La temperatura oscilla tra i 50 e i 60 gradi e l’acqua è alcalina.
Ai piedi della collinetta Cesa, sul lato occidentale di Casamicciola, in un vallone denominato Cava di La Rita, si trova appunto il bacino di La Rita: l’acqua, di sapore salino, ha una temperatura compresa tra i 60 e i 72 gradi. Esistono poi acque per cure idropiniche, anch’esse di fama assai remota: in particolare l’acqua dell’Enaniello nasce nei boschi del Cognulo, quella del Cappone proviene dal bacino del Gurgitello e quella di Cava Fontana nasce sulle alture del Campomanno. Le sorgenti termali del Castiglione attingono invece a un bacino locale che si estende su un’area di oltre 4000 m2, compresa tra la collina di Bagnitiello e la spiaggia di Cafiero. Le acque, salso-bromo-iodiche, raggiungono una temperatura di 70 gradi.
Ma naturalmente, non esiste solo Casamicciola. Anche la cittadina di Ischia può vantare le proprie, importanti terme, con annesso, celebre stabilimento: le Terme Comunali sorgono infatti in via Iasolino, quasi di fronte alla Casina Reale. Fino alla metà dell’Ottocento in quello stesso luogo si incontravano i vecchi bagni termali di Ischia, Formiello e Fontana, in realtà niente più di due misere casupole, una per ciascuna sorgente, frequentate, nonostante la scarsa capienza, da un numero di forestieri sempre in aumento. La perizia redatta nel 1821, su commissione del Comune, dall’architetto Benedetto Iovene per ipotizzare un preventivo di restauro, evidenziava il totale abbandono degli edifici. Nel 1823 il Consiglio Comunale approvò il progetto dell’architetto De Fazio, ma solo nel 1843 fu effettivamente dato inizio ai lavori, diretti dall’ingegner Fazzini. E due anni dopo lo stabilimento veniva inaugurato. La sua facciata principale, elegantemente decorata in bugnato liscio, si apre su via Iasolino, mentre leggermente aggettante appare il corpo centrale, composto da tre arconi sorretti da pilastri fiancheggiati da colonne.
Anche il territorio di Forio, per parte sua, vanta pregevoli strutture termali: seguendo la via omonima si raggiungono, ad esempio, le Terme Castaldi, che sfruttano una sorgente termale radioattiva con acque cloruro-solfato-sodiche utilizzate per bagni, inalazioni, irrigazioni e per la preparazione di fanghi.
Ma il più importante complesso termale rimane quello rappresentato dai Giardini Poseidon sulla spiaggia di Citara. Nate su iniziativa dell’industriale bavarese Ludwig Kuttner con la compartecipazione del Comune, queste terme sfruttano le proprietà terapeutiche delle acque provenienti dalle viscere vulcaniche dell’isola, con un sistema di venti piscine disposte a varie quote su terrazze a giardino.
Quanto a Serrara Fontana, scendendo più a valle si incontrano le spiagge con le fumarole, Cava Petrella, Cava Scura, la parte finale dei Maronti e Sorgeto, con le sue piscine naturali calde, ma anche i moderni parchi termali che sfruttano le sorgenti di Cava Scura, Nitrodi e Olmitello. Le fumarole presenti sul Lido dei Maronti (una vasta spiaggia lunga 1700 metri) vengono utilizzate per usi terapeutici, insieme ad altri fenomeni minori di vulcanismo secondario. Le sorgenti più importanti sono quella di Nitrodi e quella dell’Olmitello. La prima, che si trova a 202 metri, nella frazione di Buonopane, prende il nome dalle ninfe che si dice vigilassero su questo luogo e fossero bellissime grazie proprio alle virtù di quest’acqua ricca di nitron, ossia di soda. Non a caso Giulio Iasolino attribuiva ad essa la significativa bellezza delle donne di Barano; e non a caso il tempietto romano che qui sorgeva venne dedicato ad Eros, il dio dell’Amore. La sorgente dell’Olmitello è situata invece a quota 50 metri, proprio a ridosso del Lido dei Maronti. L’acqua che sgorga da queste due fonti si rivela radioattiva, bicarbonato-solfata e salso-iodica; con vari modi di impiego (bagni, aerosolterapia, idromassaggi, fanghi), essa viene utilizzata in particolare per la cura di forme reumatiche, ma anche di malattie della pelle e delle vie respiratorie.
In effetti, val la pena sottolineare l‘estrema diversificazione che in generale contraddistingue il patrimonio termale di Ischia: qui è possibile praticare antroterapia, terapia inalatoria, fisioterapia, ma anche sottoporsi a bagni, docce e fanghi, il tutto integrabile a richiesta con trattamenti specifici, come massaggi e ginnastica medica, per rendere più efficaci e duraturi gli effetti delle cure.
Per la fangoterapia, ad Ischia si ricorre prevalentemente a fanghi di origine vulcanica e a componente argillosa, quelli cioè che vantano una maggiore quantità di sostanze organiche rispetto ai fanghi di diversa natura. La sostanza solida viene poi diluita con aggiunta di acqua minerale: e le acque minerali dell’isola si segnalano per l’elevata temperatura, la forte radioattività e la particolare ricchezza di sali. Queste stesse peculiarità delle acque ischitane si rivelano particolarmente benefiche in occasione di terapie basate sui bagni, praticati rigorosamente a digiuno, in piscine o vasche individuali, con una temperatura dell’acqua che sfiora mediamente i 40 gradi. Alternativa o coadiuvante del bagno si presenta la doccia, basata su un getto a caduta di acqua termale atto a praticare, con pressione regolabile secondo le esigenze, una sorta di massaggio sulla pelle. Esistono anche docce subacquee, dove il getto viene indirizzato verso il paziente che si trova già immerso in un bagno termale.
Di tutt’altro genere si presenta l’antroterapia, particolarmente diffusa ad Ischia e che, a dispetto del nome un po’ “cavernoso”, e poco attraente, può rappresentare un’applicazione estremamente rilassante. In sostanza, si tratta di una permanenza non troppo prolungata (da un minimo di 10 a un massimo di 60 minuti) in anfratti naturali contraddistinti da una temperatura ambientale piuttosto elevata, dovuta anche alla presenza nelle vicinanze di sorgenti minerali di acqua calda. Anche fra grotta e grotta è possibile fare una distinzione: esistono infatti caverne particolarmente umide, invase dai vapori che scaturiscono dalle sorgenti e in cui la temperatura non supera di regola i 40 gradi. Esse costituiscono una sorta di sauna naturale, ben diverse dall’altro tipo di anfratto, noto come “grotta secca”, dove, in assenza quasi totale di umidità, la temperatura può raggiungere anche i 70 gradi. E queste caratteristiche specifiche si rivelano essenziali per stabilire un corretto uso terapeutico dei diversi anfratti, anche se in generale si può affermare che l’antroterapia favorisce, con l’intensificarsi della sudorazione, le funzioni di ricambio e, innescando un aumento della temperatura corporea, anche il sistema cardiocircolatorio e respiratorio.
All’apparato respiratorio appare indirizzata anche la terapia inalatoria, che mira a porre in contatto diretto con le vie respiratorie alte concentrazioni di acque minerali, nebulizzate o frammentate in particelle infinitesimali con la tecnica dell’aerosol, acque cui si associa, ugualmente vaporizzato, anche materiale medicamentoso. Le nebulizzazioni e le inalazioni possono essere indotte artificialmente, ma anche venir praticare sfruttando contesti naturali particolarmente consoni.
Più consueto può apparire la fisioterapia, anche se probabilmente pochi sanno che già i Romani usavano incentivare gli effetti terapeutici delle terme con la pratica di una ginnastica leggera. Oggi, questo tipo di applicazioni di distingue in massoterapia (legata all’azione meccanica delle mani del massaggiatore o di apposite apparecchiature, con effetto tanto locale che esteso all’intero organismo), frizione (dove l’azione delle mani del massaggiatore compie un’autentica spremitura dei tessuti, volta a favorire l’eliminazione delle scorie e una migliore ossigenazione dei tessuti stessi), nonché bagni alternati in acqua calda e in acqua fredda ce, oltre agli effetti degli sbalzi di temperatura, offrono la possibilità di eseguire più facilmente determinati esercizi, ostacolati in condizioni normali dal peso naturale del corpo umano, che si riduce, invece, durante l’immersione in acqua. Abbinando così i benefici fisici della fisioterapia alle virtù curative delle applicazioni termali, si compie un ciclo completo che si rivela estremamente salutare per qualunque organismo.