Distante circa 14 km da Pistoia e 40 da Firenze, Montecatini Terme è distesa nel cuore della Valdinievole, ai piedi dello storico borgo medievale di Montecatini Alto, a circa 300 metri d’altezza, collegato alla città da una funicolare.
La città, una vera e propria cittadella verde cinta da vasti parchi con piante secolari e viali alberati, è una delle capitali europee delle terme, sviluppatasi sin dalle lontane origini intorno al suo bene più prezioso: l’acqua. Le proprietà terapeutiche delle sorgenti di Montecatini sono infatti note fin dal XIV secolo. Per questo i nove stabilimenti termali, oltre ad essere centri di benessere e salute, sono anche austeri ed eleganti monumenti storici di epoca differente.
Per visitarli, si raggiunge il Parco termale da Piazza del Popolo. Imboccato Viale Verdi si incontra il complesso in stile liberty delle Terme Excelsior, costruite nei primi del ‘900 dagli architetti Giusti e Bernardini. Dapprima luogo di svago, come sede del Casinò e del Gran Caffè, poi teatro, venne trasformato negli anni ’20 in stazione termale. Aggirandosi all’interno dei suoi luminosi spazi, si percepisce il riecheggiare del clima di gioiosa mondanità della Belle Epoque. Notevoli il grande salone delle acque e la fontana dei cigni.
Alle spalle sorge un altro gioiello di architettura, quello delle Terme Tamerici, noto come castello delle meraviglie per le sue sembianze di maniero medievale merlato. Nate come mostra permanente di Belle Arti, le Terme Tamerici sono oggi sede di concerti, conferenze ed iniziative culturali.
In fondo al parco, presso un laghetto abitato dai cigni, la sporgenza di una torre ci segnala le Terme Torretta, anch’esse sede di concerti e manifestazioni artistico-culturali.
Tornando verso Viale Verdi, al numero 71, si progila la monumentale costruzione a colonnati, simbolo di Montecatini: le Terme Tettuccio. La facciata dell’edificio, oggi monumento nazionale, fu costruita nel ‘700 per volere del Granduca Leopoldo di Toscana. Diversi i maestri che contribuirono alla sua bellezza. Tra questi, Basilio Cascella, che adornò di maioliche, marmo e travertino la Galleria delle acque, Carlo Moroni e Galileo Chini che ornarono la sala della lettura ed il salone delle poste e telegrafi. Maria Biseo che affrescò le pareti del bar con paesaggi toscani ed umbri, e il Giovannozzi, cui si deve il tempietto dell’orchestra (1927). Secondo la leggenda, queste terme devono il proprio singolare nome alla tettoria che i contadini posero sopra alla sorgente per proteggersi quando, nel 1370, la scoprirono.
Anche le vicine Terme Leopoldine, al numero 67, vennero costruite per volontà del Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo I, esattamente nel 1775. Sontuosi gli ambienti, ricchi di marmi e stucchi. Qui, l’acqua termale sgorga dal centro di una fontana cratere posta al centro del cortile interno. Di fronte alle Terme Leopoldine appaiono le più recenti Terme della Salute, costruite negli anni a cavallo tra il 1918 ed il 1921, contraddistinte dall’aspetto semi rustico, che bene si inserisce nell’ampio parco circostante.
Infine le Terme Regina, anch’esse costruite nei primi del ‘900. La struttura si compone di un grande salone con vetrate multicolori ed un portico monumentale. All’ingresso, la fontana dell’Airone con la rana, simbolo di Montecatini, scolpita dal maestro Raffaello Romanelli.
Chi ama il verde, può passeggiare tra le piante secolari di alto fusto nel Parco delle Panteraie, a nord del Parco delle Terme, disteso sopra un’altura, che offre scorci panoramici sulla città.
Chi preferisce le atmosfere medievali può invece inoltrarsi nello storico borgo medievale di Montecatini Alto, salendo su una caratetristica funicolare datata 1850. E’ ancora perfettamente funzionante e conserva le carrozze originarie con interni in legno. Anche i dintorni riservano visite interessanti.
Lasciata quindi Montecatini, so prosegue ad ovest verso Pescia, il capoluogo storico della Valdinievole attraversato dall’omonimo fiume e circondata da una coreografica vegetazione di vigneti, cipressi e ulivi. Ma sono soprattutto le colorate colture a spiccare. Pescia è infatti uno dei principal mercati italiani di piante e fiori recisi. Peculiare la configurazione urbana della città, contraddistinta sin dall’XI secolo da due nuclei, ciascuno chiuso nel suo cerchio di mura: quello religioso con le case strette attorno alla Pieve, a sinistra del fiume; quello civile con il castello e gli edifici pubblici a destra. Il ponte fortificato del Duomo congiunge le due anime cittadine. Da vedere la Chiesa di S. Francesco con la celebre Pala dipinta da Bonaventura Berlinghieri, risalente al 1235.
Si riparte infine per Collodi, antico borgo arrampicato sul crinale di un ripido pendio, noto come patria di Pinocchio.
Da non perdere la visita al Parco Monumentale di Collodi con il Paese dei balocchi, un percorso fantastico interamente dedicato alle alterne vicende del burattino di legno, in cui rivivono le figure principali del romanzo, tra cui il Grillo parlante, il Gatto e la Volpe e la Balena. Ad immortalarle, le opere scultoree di diversi artisti. Tra queste, il gruppo bronzeo di E. Greco raffigurante la Fata dai Capelli Turchini e Pinocchio. All’interno del parco, la seicentesca Villa Garzoni con il suo giardino barocco, che digrada a terrazze verso la pianura. Armonioso l’insieme creato da piante ornamentali, statue e giochi d’acqua. Un tipico giardino all’italiana.
Dall’alto domina il borgo antico, una cascata di piccole case raggiungibile soltanto a piedi, sovrastato dall’antica rocca. Attraversando gli stretti vicoli si incontrano i resti delle fortificazioni e, alla sommità del paese, la Pieve di San Bartolomeo del XIII secolo.