Il modo migliore per vivere pienamente il parco è attraversarlo in bicicletta. Portoselvaggio è davvero una meraviglia della natura: mare, palude, flora, fauna, tracce di archeologia e strutture architettoniche convivono e si integrano perfettamente.
L’ambiente subacqueo sorprende per lo meno quanto quello del territorio del parco: il fenomeno carsico che ha operato per secoli in questa zona ha creato una serie di cavità tra cui la più spettacolare è la grotta delle Corvine che presenta una biodiversità incredibile con specie mai classificate altrove.
Nell’area del parco sono tantissime le specie animali e vegetali presenti. Tra i primi spiccano gli anfibi, che si trovano principalmente nella Palude del Capitano, parte integrante di Portoselvaggio, e gli uccelli: non è raro incontrare nel percorso in bibi upupa, gallinelle d’acqua, ramarri e cervoni. Per quanto riguarda la flora spiccano le varietà di cisto, ginepri e ginestre.
Portoselvaggio custodisce anche tracce archeologiche di grandissima importanza storica. Tra queste ricordiamo la Grotta del Cavallo e Serra Cicora risalenti al Paleolitico ed al Neolitico. Manufatti in pietra, resti di animali e ceramiche hanno permesso agli archeologi di ricostruire il periodo storico della presenza umana preistorica in questo territorio.
Avvicinandosi, e di molto, ai giorni nostri, lungo la costa occupata dal parco vi sono alcune Torri di Avvistamento così come in tutto il resto del Salento. Queste avevano il preciso scopo di avvertire la popolazione in caso di invasioni dal mare che, tra l’altro, erano piuttosto frequenti dal XVI secolo in poi. I mori infatti minacciavano la costa. Torre dell’Alto, Torre Uluzzo e Torre Inserraglio, da nord a sud, costruite a metà del 1500 si ergono a difesa del territorio. Il loro riflesso nelle baie immediatamente al di sotto offrono un panorama meraviglioso così come splendida è una giornata in bicicletta nell’oasi di Portoselvaggio.