La Foresta dei Folignani è uno dei luoghi più belli del Parco della Lessinia. Un facile sentiero la attraversa svelandone suoni, profumi e abitanti. Poi, usciti dal bosco, ecco i pascoli e le malghe e le ampie visuali sulla pianura dell’Adige.
Subito a Nord della città di Verona, le Prealpi Venete assumono le forme dolci e arrotondate dei Monti Lessini che l’uomo ha modellato nei secoli disboscando le antiche foreste primarie per far posto a prati e a pascoli per il bestiame. I fitti boschi di carpino nero, faggio e abete rosso, che un tempo ricoprivano l’Altopiano, oggi rimangono solo nelle profonde incisioni vallive, chiamate localmente vaj, che scendono verso la piuanura. La vicinanza alla città fa sì che la Lessinia, in ogni stagione, sia frequentata da migliaia di visitatori che qui trovano un luogo ideale per sciare, passeggiare nel verde o visitare uno dei tanti musei. Pochi, però, sono a conoscenza del fatto che i Monti Lessini, grazie anche all’istituzione, nel 1990, del Parco Naturale Regionale, custodiscono ancora ambienti naturali di un certo valore. Uno di questi luoghi è la Foresta dei Folignani, nel cuore dell’Altopiano, l’area boscata più estesa della Lessinia centrale, uno dei boschi più selvaggi e suggestivi della provincia di Verona.
Per la sua straordinaria importanza naturalistica la Foresta è stata dichiarata Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) per l’avifauna. Al suo interno, infatti, nidificano uccelli rari quali l’astore, il picchio nero, il francolino di monte e la civetta capogrosso. Un vasto reticolo di sentieri consente a tutti, escursionisti provetti ma anche semplici gitanti, di scoprirne gli angoli più interessanti e nascosti. L’itinerario che proponiamo in queste pagine offre l’opportunità di ammirare in un’unica giornata due fra gli ambienti più caratteristici della Lessinia: il bosco e gli alti pascoli.
Per chi: per tutti.
Lunghezza: circa 10 km
Durata: circa 5 ore, dedicando un po’ di tempo all’osservazione della fauna.
Dislivello: 467 metri
Cartografia: Carta Turistica per Escursionisti “Lessinia” (scala 1: 25.000), Comitato Gruppi Alpinistici Veronesi.
Periodo: primavera, estate e autunno.
Equipaggiamento: scarponcini da trekking, maglione, giacca a vento leggera, binocolo.
Come arrivare: all’uscita di Verona Est dell’Autostrada A4, imboccare la tangenziale Nord per Grezzana, seguire quindi le indicazioni per Cerro Veronese, Bosco Chiesanuova ed Erbezzo. In treno: scendere alla stazione FS di Verona Porta Nuova e prendere una delle tante corriere dell’APTV dirette a Bosco Chiesanuova o a Erbezzo.
Nato nel 1990, il Parco Naturale Regionale della Lessinia tutela un’area di oltre 10mila ettari che si estende sull’Altopiano dei Monti Lessini a Nord della città di Verona. Il paesaggio è quello tipico delle Prealpi venete e comprende castagneti da frutto, boschi di carpino, faggio, abete rosso, abete bianco, prati e pascoli. Data la natura calcarea o calcareodolomitica del substrato roccioso, il territorio presenta una straordinaria varietà di
fenomeni carsici che in alcuni casi hanno dato vita a forme uniche al mondo. Come il Ponte di Veja, il più grande d’Europa, un immenso arco naturale di pietra alto 30 metri con una volta di circa 52; il Covolo di Camposilvano, un pozzo profondo oltre 80 metri con una grotta così ampia da possedere un proprio microclima; la Spluga della Preta, un abisso profondo quasi 1000 metri; la città di roccia nella Valle delle Sfingi.
Il sentiero inizia nei pressi del Ponte dell’Anguilla (1050 m), lungo la strada che da Bosco Chiesanuova porta a Erbezzo; da qui si imbocca la strada forestale che risale il Vajo dell’Anguilla ed entra nella Foresta dei Folignani. Superata una piccola area di sosta con tavoli e panche, si prosegue in lieve falsopiano per circa 500 metri fino a incontrare, sulla sinistra, un cartello che segnala l’inizio del sentiero n. 2 diretto a Malga Arnezzo e all’area floro-faunistica di Malga Derocon. Il primo tratto del tracciato è in leggera salita e corre all’interno di un bel bosco di noccioli (Corylus avellana), aceri di Monte (Acer pseudoplatanus) e abeti rossi (Picea excelsa); al bivio per Contrada Strozzi si tiene la destra e si prosegue fiancheggiando un piccolo vajo dove, con un po’
di attenzione, è facile udire il potente canto dello scricciolo (Troglodytes troglodytes) e il caratteristico tic-tic-tic… del pettirosso (Erhitacus rubecula). Mano a mano che si sale, il bosco muta gradualmente aspetto, aumentano gli abeti rossi e soprattutto compaiono i primi faggi (Fagus sylvatica). Dopo circa mezz’ora di facile cammino si abbandona il bosco e si entra in un prato, in fondo al quale si intravedono gli edifici di Malga Arnezzo (1196 m). Lasciata la contrada alle proprie spalle si segue per alcune decine di metri la strada sterrata che sale verso il bosco, al tornante si gira a destra, sulla sinistra si stacca, invece, la deviazione che porta a Malga Derocon, e si attraversa a mezza costa il prato. Al termine della salita una freccia indica la direzione da seguire: Malga Tommassona-Bocchetta della Vallina.
Il sentiero percorre, ora, uno splendido bosco di abeti rossi, frequentato specialmente in autunno da scoiattoli (Sciurus vulgaris), nocciolaie (Nucifraga caryocatactes) e ciuffolotti (Pyrrhula pyrrhula), oltre il quale si aprono i pascoli di Malga Tommasona (1397 m). Raggiunta la malga, si imbocca la carrareccia che porta a Malga Vallina di sotto (1483 m) e al punto panoramico di Bocchetta della Vallina (1489 m), che offre una splendida vista sulla Foresta dei Folignani, soprattutto in autunno, quando il rosso dei faggi e il giallo dei larici contrasta nettamente con il verde scuro degli abeti rossi. Si costeggia, poi, per un breve tratto la strada asfaltata che sale verso Castelberto fino a incrociare sulla destra la mulattiera che scende verso il Vajo dei Modi. In fondo alla discesa si svolta a destra e si seguono le indicazioni per il Vajo dell’Anguilla; si rientra, quindi, nel bosco dei Folignani dove vivono specie animali e vegetali di grande pregio quali lo sparviere (Accipiter nisus), il gallo cedrone (Tetrao urogallus), il picchio nero (Dryocopus martius), la civetta capogrosso (Aegolius funereus), la civetta nana (Glaucidium passerinum), la martora (Martes martes) e le pianelle della Madonna (Cypripedium calceoulus). Si prosegue, in discesa, per circa una cinquantina di minuti fino a raggiungere la strada forestale che riporta al Ponte dell’Anguilla, dove è iniziato l’itinerario.
Lungo il percorso i punti migliori dove avvistare cervi e caprioli sono le radure nei pressi di Malga Arnezzo e Malga Tommassona, frequentate soprattutto all’inizio della primavera quando spuntano i primi teneri germogli d’erba. Nei pressi di Malga Tommassona è possibile osservare anche qualche marmotta. Agli amanti del birdwatching si consiglia di scrutare ogni tanto il cielo dove non è raro scorgere la sagoma della poiana o quella dell’astore, presente in zona con almeno una coppia nidificante. Il bosco di abeti rossi che si incontra subito dopo Malga Arnezzo, invece, è il luogo ideale per sorprendere qualche scoiattolo o ammirare da vicino, mentre si spostano veloci da un ramo all’altro, regoli, fiorrancini, cince more, cince bigie e rampichini.
Non lontano dal percorso descritto sorge l’area floro-faunistica di Malga Derocon, che ospita alcune delle specie di mammiferi caratteristiche del Parco della Lessinia. L’area, sede di un importante Centro di Educazione Ambientale, ha un’estensione di circa 55 ettari e racchiude al suo interno un recinto faunistico in cui vivono, in condizioni quasi naturali, alcuni esemplari di cervo, capriolo e camoscio. Il complesso di Malga Derocon fa parte del sistema museale della Lessinia che tra musei, baiti,mulini e “giassare” comprende ben sedici strutture dedicate agli aspetti storici, paesaggistici, etnografici e naturalistici dell’Altopiano.
A Bosco Chiesanuova vale la pena dedicare mezza giornata alla visita del Museo Civico Etnografico “La Lessinia: l’uomo e l’ambiente” e del Baito della Colletta dove si possono vedere gli strumenti usati fino a non molto tempo fa per produrre burro e formaggi. Assolutamente da non mancare, poi, per chi si trova nei pressi di Molina l’escursione al famoso Parco delle Cascate.
La cucina della Lessinia è fatta di piatti semplici e genuini.Tra le specialità gastronomiche
meritano sicuramente un assaggio i “gnochi sbatui”, i gnocchetti alla ricotta, le lasagnette con sugo di coniglio, il risotto ai funghi, la classica polenta e salame e, come vino, un
buon bicchiere di Durello.
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